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musa della poesia lirica ed erotica nella mitologia greca Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Nella mitologia greca Èrato (in Greco antico: Ἐρατώ; in Latino: Ĕrătō), figlia di Zeus e di Mnemosine, è una delle Muse, precisamente quella del canto corale e della poesia amorosa.
Erato | |
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Erato dipinta da Simon Vouet (1640) | |
Nome orig. | Ἐρατώ |
Caratteristiche immaginarie | |
Epiteto | colei che provoca desiderio |
Specie | Musa |
Sesso | femmina |
Luogo di nascita | monte Elicona |
Professione | Musa della poesia amorosa |
Viene raffigurata come una giovane, con una corona di mirti e di rose, con in una mano una lira e nell'altra il plettro, collocato vicino a lei c'è un amorino armato d'arco e di turcasso.
Il suo nome sembra significare "amabile" e deriverebbe da Eros, dando ascolto a quanto suggerisce Apollonio Rodio nella sua invocazione ad Erato che apre il III libro delle Argonautiche. Erato viene citata insieme alle altre Muse nella Teogonia di Esiodo e veniva invocata nel proemio di un poema ora perduto, la Radina, ricordato e brevemente citato da Strabone.[1] La romantica storia di Radina, fece sì che la sua supposta tomba, che si trovava sull'isola di Samo, all'epoca di Pausania fosse meta del pellegrinaggio degli innamorati infelici.[2] Erato fu rappresentata come una figura collegata all'amore anche nel Fedro di Platone[3] Tuttavia, all'epoca in cui Apollonio scriveva, il III secolo a.C., le Muse non erano ancora viste come figure così strettamente legate ad una specifica arte come avvenne in seguito.[4]
Secondo quanto tramandato da Isillo nel suo Inno ad Asclepio, Erato fu data in sposa da Zeus al mortale Malo, e con lui generò Cleofema.[5]
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