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L'Epistola ad magistrum Theodorum di Leonardo Fibonacci ci è stata tramandata senza l'anno di composizione all'interno del ms. E 75 Sup. della Veneranda Biblioteca Ambrosiana di Milano.
Epistola ad magistrum Theodorum | |
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Autore | Leonardo Fibonacci |
1ª ed. originale | XIII secolo |
Genere | trattato |
Sottogenere | matematica |
Lingua originale | latino |
«Assiduis rogaminibus et postulationibus a quodam mihi amicissimo invitatus, ut modum sibi componerem solvendi subscriptas avium et similium questiones, quia ipse tanquam noviter in hoc magisterio educatus, fortiora pabula in libro meo numeri apposita pavescebat, lac sibi, velut noviter genito filio, suavitatis preparans, ut robustus effectus capere valeat artiora, presentem sibi modum inveni, per quem non solum similes questiones solvuntur, verum et omnes diversitates consolaminum monetarum.»
«Essendo stato invitato, con assidui interrogativi e domande da parte di una persona per me assai amica, a comporre per lui una regola per risolvere le soprascritte questioni sugli uccelli e simili, giacché costui, che di recente era stato educato a questo magisterio, temeva i più complessi alimenti che erano stati posti all'interno del mio libro sul numero, nel preparare per lui, come per un figlio appena nato, un latte di una certa dolcezza, affinché reso forte fosse in grado di afferrare concetti più complessi, ho escogitato per lui la presente regola, attraverso la quale si risolvono non solo questioni simili, ma in verità anche quelle intorno alle diverse modalità di fusione in lega delle monete.»
Al suo interno si affrontano alcuni problemi di analisi indeterminata detti "problemi degli uccelli", alcuni dei quali si trovano discussi anche alla fine del capitolo XI del Liber abbaci[1]. Il maestro Teodoro, cui l'epistola è indirizzata, è anche noto per una celebre disputa col beato Rolando da Cremona:
«Mentre Federico II l'anno 1238 assediava Brescia, alcuni Domenicani venuti dall'esercito Imperiale a Cremona narrarono a Rolando, che un tal cotal Teodoro Filosofo, ch'era nel campo di Federigo, disputando con essi aveali confusi e ridotti a vergognoso silenzio, e [...] Rolando mosso da zelo, benché allor travagliato dalla podagra, salito tosto su un asino portossi al campo, e in una numerosa assemblea venuto a disputa con Teodoro ne riportò un solenne trionfo»
Il maestro Teodoro, che dalle fonti risulta essere stato un grande esperto di astrologia[2], appare inoltre nella seconda parte del Liber quadratorum a proposito di un quesito sui numeri quadrati[3].
La prima e unica edizione a stampa dell’Epistola ad magistrum Theodorum è stata curata da Baldassarre Boncompagni Ludovisi, che ne pubblicò il testo prima nel 1856 e poi nel 1862 secondo la lezione del manoscritto E 75 Sup. della Veneranda Biblioteca Ambrosiana di Milano[4].
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