Enrico Manzoni
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Enrico Manzoni (Brusuglio, 7 giugno 1819 – Roma, 28 ottobre 1881) è stato un nobile e imprenditore italiano, figlio di Alessandro Manzoni e della prima moglie Enrichetta Blondel.
Enrico Manzoni | |
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Signore di Moncucco | |
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In carica | 22 maggio 1873 – 28 ottobre 1881 |
Predecessore | Alessandro Manzoni |
Trattamento | Sua Signoria Don |
Altri titoli | Nobile |
Nascita | Brusuglio, 7 giugno 1819 |
Morte | Roma, 28 ottobre 1881 (62 anni) |
Dinastia | Manzoni |
Padre | Alessandro Manzoni |
Madre | Enrichetta Blondel |
Consorte | Emilia Redaelli |
Figli | Enrichetta Alessandro Matilde Sofia Lucia Eugenio Bianca Lodovico Erminia |
Biografia
Riepilogo
Prospettiva
Enrico Manzoni era il sesto figlio di Alessandro Manzoni e di Enrichetta Blondel. Di salute gracile e cagionevole nell'infanzia[1], Enrico si dimostrò fin dalla giovinezza di temperamento molto diverso dal fratello Pietro e più simile, invece, a Filippo: scialacquatore e scapestrato, spendeva le sostanze paterne al gioco[2]. Enrico si sposò il 10 luglio 1843[3] con la ricca e nobile Emilia Redaelli, proprietaria di una villa a Renate, in Brianza. Subito dopo il matrimonio, Enrico cominciò a dedicarsi al commercio della seta[4] ma, a causa della pessima gestione dell'azienda famigliare e delle pressioni della moglie che lo esortava ad imprese sempre più ardite[5], fu costretto a chiedere prestiti continui al padre, cosa che non fece che raffreddare i rapporti fra i due. Nonostante gli interventi paterni e la richiesta di parte del patrimonio della nonna Giulia Beccaria (80.000 lire austriache, come si evince dal testamento del 10 gennaio 1837[6]), nel 1855 i creditori chiesero direttamente al padre Alessandro il pagamento dei debiti che il figlio non poteva più permettersi[1].
La situazione economica per la famiglia di Enrico Manzoni non migliorò negli anni successivi: nel 1860 questi dovettero abbandonare la villa di Renate (che verrà poi venduta nel 1863 a Giovanni Mazzucchelli[7]) per trasferirsi a Torricella di Barzanò e Alessandro Manzoni dovette preoccuparsi direttamente dell'educazione dei figli che Enrico aveva avuto[8]. L'anno successivo Enrico cambiò ancora residenza, andando a vivere a Casatenovo[9]. Dal 1862 al 1878, Enrico ritornò a vivere a Milano: prima «in una casa popolare di via San Vittore»[10], poi in altre località della città. Negli anni '60 era disoccupato[11] e continuava a chiedere al famoso padre richieste di denaro e aiuti vari, finché quest'ultimo decise di diseredarlo totalmente nell'estate del 1870[3]. Dal 1873 al 1881, secondo le Guide di Milano di quegli anni, Enrico risultava essere commesso presso la Biblioteca Nazionale Braidense[12] e residente in piazza Fontana al civico n°1[13]. A causa della salute sempre più malferma (soffriva di disturbi alla vista) e l'avanzare dell'età, non poteva recarsi spesso al lavoro e alla fine fu trasferito a Roma alla Biblioteca Nazionale Centrale, dedicata al re Vittorio Emanuele II, dall'8 agosto 1878 all'8 agosto 1879[14]. In quel periodo risiedette presso il figlio Alessandro, impiegato comunale in città[7]. Collocato a riposo nel 1881[14], Enrico morì, affetto da una forma di demenza, il 28 ottobre dello stesso anno nella capitale, assistito dalla famiglia del figlio[15]. Le sue spoglie verranno poi deposte nel Cimitero monumentale di Milano.
Discendenza
Dal matrimonio con Emilia Redaelli (1814[16]-1896[7]) Enrico ebbe 9 figli[17]:
- Enrichetta (Renate 1844 - Casatenovo, 1907)
- Alessandro (Renate, 1846- Lecco, 1910). Tramite quest'Alessandro, sposatosi con Elvira Costa nel 1872[7], la discendenza in linea maschile di Manzoni continuò, sicuramente, fino al 1988 con un altro Alessandro Manzoni[18].
- Matilde
- Sofia
- Lucia (Renate, 1853)
- Eugenio (Renate, 6 dicembre 1855 - 1890), maritato con Cristina Manzoni nel 1883, sua cugina in quanto figlia di Filippo.
- Bianca (Renate, 1858)
- Lodovico (Casatenovo, 1860 - Casatenovo 1942[19]), sposato a Milano nel 1887 con Irene Corti.
- Erminia
Note
Bibliografia
Voci correlate
Collegamenti esterni
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