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scultore italiano Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Emilio Zocchi (Firenze, 5 marzo 1835 – Firenze, 10 gennaio 1913) è stato uno scultore italiano.
Cugino di Cesare Zocchi e padre di Arnoldo Zocchi, fu docente all'accademia delle Belle Arti di Firenze dal 1870.
Fu dallo zio marmista che il giovane Emilio apprese i primi passi della scultura a partire dall'età di otto anni. Poi suoi maestri furono Girolamo Torrini, Aristodemo Costoli e Giovanni Dupré.[1] Del 1854 è il bassorilievo Romolo e Remo trovati dalla lupa. Attorno al 1861 si data la sua statua monumentale Alcibiade poi posta a Sansepolcro.[2]
Negli anni '60 del XIX secolo fu autore di una lunetta raffigurante la Visione di Costantino per la facciata della Basilica di Santa Croce a Firenze. Sempre attorno al 1861 scolpì Michelangelo fanciullo che scolpisce il Fauno, ora conservato presso la sala delle Allegoria della Galleria Palatina in Palazzo Pitti[3].
Nel 1890 realizzò un monumento equestre a Vittorio Emanuele II d'Italia, in origine collocato piazza della Repubblica e nel 1932 spostato in piazza Vittorio Veneto alle Cascine[4].
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