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Gruppo Commissione europea contro la disinformazione Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
La East StratCom Task Force (ESCTF) è una struttura del Servizio europeo per l'azione esterna, focalizzata sulla "comunicazione efficace" e promozione delle attività dell'Unione europea nell'Europa orientale (includendo in questa regione anche Armenia, Azerbaigian, Bielorussia, Georgia, Moldova e Ucraina)[1][2] e oltre[3] arrivando alla Russia[1]. Dall'Aprile 2022 la sua attività include anche il debunking della disinformazione proveniente dalla Cina, aggiungendo tre esperti specifici nel team[4].
Il progetto più importante di questa task force è EUvsDisinfo, sito web, in tredici lingue, che include un database di articoli e media che ESCTF ha valutato che forniscano informazioni false, distorte o parziali nel loro contenuto[5].
L'ESTF è una delle numerose organizzazioni con lo scopo di opporsi alla propaganda che tenta di minare le norme e l'identità collettiva dell'Unione Europea, in particolare la propaganda proveniente dalla Russia. Il suo slogan "Domanda ancora di più" (Question even more) vuole essere la risposta a "Domanda di più" (Question more) di RT[6].
La creazione dello ESCTF fu decisa al termine della riunione del Consiglio europeo del 19 e 20 marzo 2015 e la struttura divenne effettiva nel settembre dello stesso anno, quando il Servizio europeo per l'azione esterna era guidato da Federica Mogherini[7], in cui venne formulata l'osservazione sulla "necessità di affrontare le campagne di disinformazione in corso di esecuzione da parte Russia".[8] Inizialmente, il progetto era fondato su donazioni dei paesi europei ed il suo team era composto da dieci persone, di cui soltanto una (un ex giornalista ceco) lavorava a tempo pieno. Il suo finanziamento col bilancio dell'UE iniziò nel 2018.[9]
La task force di East Stratcom ha lo scopo di segnalare su quali argomenti la comunicazione strategica dell'UE deve essere migliorata o in cosa l'UE è soggetta a campagne di disinformazione. Queste segnalazioni sono messe a disposizione della leadership politica dell'UE, dei servizi stampa, delle delegazioni dell'UE e degli Stati membri dell'UE e inoltre sono destinate al grande pubblico.[10] Il gruppo è strutturato per sviluppare campagne di comunicazione specifiche per un pubblico selezionato per rilevanza e focalizzato su questioni specifiche di rilevanza per quel pubblico, comprese le questioni locali. Le azioni dell'ESTF si allineano sull'operato della UE e sono coerenti con i suoi più ampi sforzi di comunicazione, comprese le attività delle istituzioni dell'UE e degli Stati membri dell'UE.[11]
L'opera di comunicazione del team si concentra principalmente sui paesi del confine orientale e avviene nelle lingue locali di quei paesi. Viene diffusa attraverso i canali dei social media delle delegazioni dell'UE nella regione ed è anche trasmessa in televisione e altri media ed eventi pubblici.[12] Inoltre, la task force, in collaborazione con la Commissione europea, ha guidato la campagna di comunicazione semestrale dell'UE del partenariato orientale culminata nel vertice del partenariato orientale del novembre 2017 a Bruxelles.[13]
Il principale documento del team, scritto per aumentare la consapevolezza sulla disinformazione è il settimanale Disinformation Review (in inglese e russo), lanciato nel novembre 2015.Il suo obiettivo è quello di fornire dati ad analisti, giornalisti e funzionari che si occupano di questa tematica. Disinformation Review contiene anche le ultime notizie e analisi di ciò che la task force definisce "disinformazione pro-Cremlino".[14] Il resoconto completo del lavoro della Task Force riguardo la disinformazione è disponibile sul suo sito web EUvsDisinfo.eu, disponibile in 13 lingue.
Il team gestisce anche il sito web in lingua russa del Servizio europeo per l'azione esterna, nonché l'account Twitter e Facebook . La comunicazione riguarda principalmente la politica estera dell'UE, pubblicando informazioni sulle attività dell'UE, nonché dichiarazioni dell'UE e comunicati stampa attinenti in particolare l'Europa orientale. La maggior parte degli sforzi della struttura sono concentrati nel fornire informazioni su questioni relative alla guerra nel Donbass e all'annessione della Crimea .[15] Una delle principali sfide dell'ESCTF è stata indicata come distinguere la disinformazione dal legittimo dissenso.[16]
ESCTF ha documentato numerosi esempi di propaganda e disinformazione pubblicati dai media russi.[17][18] Tra il 2015 e il 2016 EUvsDisinfo ha registrato 1.992 casi di disinformazione confermati con una media di 36 ogni settimana.[19] Tra novembre 2015 e agosto 2019, il progetto ha identificato più di 6.000 casi di disinformazione. Tra gli argomenti più comuni c'era il tema della migrazione.[20] A giugno 2020, sono stati registrati 570 casi di disinformazione legati alla pandemia di coronavirus .[21]
I governi degli Stati membri dell'UE hanno fortemente appoggiato questa task force sin dal suo inizio e vi forniscono la maggior parte del suo personale.
Il Parlamento europeo ha costantemente sostenuto la task force chiedendo personale e risorse adeguate. Per il 2018 il parlamento europeo ha stanziato 1,1 milioni di euro affinché il team si concentri su come contrastare la disinformazione sull'UE in modo più sistematico.[22]
Dichiarazioni
L'ESTF è stata descritta come "probabilmente l'unità anti-disinformazione più ampiamente riconosciuta e criticata istituita per gestire la disinformazione russa".[35] Nel 2020, il New York Times ha scritto che l'ESTF "è unico perché i suoi più grandi sostenitori - paesi dell'Europa centrale e orientale con una storia di influenza comunista - sono anche tra i suoi critici più accesi. Dicono che la task force è stata sottofinanziata e malsostenuta e dovrebbe essere più ambiziosa."[36]
East StratCom Task Force sito web | |
---|---|
URL | euvsdisinfo.eu/ |
Lingua | Multilingue |
Registrazione | Non necessaria |
Scopo di lucro | No |
Creato da | East StratCom Task Force |
Lancio | 2015 |
Stato attuale | attivo |
Slogan | Don't be deceived, question even more |
EUvsDisinfo è il sito web[37] gestito da ESCTF, con testi prodotti in tredici lingue, che contiene un database con un record di 13800 (ad aprile 2022) di articoli e media giudicati fonte di disinformazione, oltre a sezioni con rassegne settimanali, rapporti, studi sempre su questa problematica, aggiornamenti ed approfondimenti di tematiche quali la disinformazione sulla COVID-19, le interferenze durante le elezioni in Europa, l'Invasione russa dell'Ucraina del 2022 e in generale la disinformazione diffusa in rete contro l'UE[38][39]. Il sito è multilingue, con i contenuti scritti in: lingua inglese, russa, italiana, spagnola, francese, tedesca, polacca, bielorussa, armena, azera, ucraina, rumena e georgiana.
Gli aggiornamenti di EUvsDisinfo si ritrovano anche in omonime pagine di Facebook[40], Twitter[41] ed Instagram[42].
Nel corso della pandemia di COVID-19 è stata monitorata la disinformazione sull'argomento, con particolare riguardo le teorie sull'origine del virus e la validità dei vaccini. Le relative informazioni sono state inserite in "data.europa.eu"[43] il portale ufficiale per i dati europei.
Nel 2015 nel database vennero inseriti e indicati come diffusori di disinformazione, erroneamente, tre giornali olandesi (De Gelderlander, GeenStijl e The Post Online) e una radio NPO Radio 1, che nel 2018 si accorsero di questo inserimento e protestarono e intentando causa per diffamazione, che fu ritirata dopo la loro rimozione dal database, con tanto di scuse e l'ammissione dell'errore causato dall'insufficienza di personale al tempo, nel verificare queste tre segnalazioni ricevute dalla ong Promote Ukraine[44][45], che non bastarono ad impedire che nel marzo 2018, la Camera bassa del parlamento olandese approvasse una mozione di richiesta di abolizione di EUvsDisinfo[46], mozione messa ai voti nonostante il ministro degli interni Kajsa Ollongren avesse avvisato che tale proposta sarebbe rimasta isolata all'interno della EU[47] ed avesse giudicato positivamente il fatto che esistesse un sito per la verifica delle informazioni[48][49].
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