Dozza
comune italiano Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
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Dozza (Doza in romagnolo) è un comune italiano di 6 550 abitanti[1] della città metropolitana di Bologna in Emilia-Romagna, facente parte del territorio della Romagna[4]. Comprende due paesi principali: il capoluogo comunale Dozza e Toscanella l'unica frazione.
Dozza comune | |
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Piazza Zotti e il campanile | |
Localizzazione | |
Stato | Italia |
Regione | Emilia-Romagna |
Città metropolitana | Bologna |
Amministrazione | |
Sindaco | Luca Albertazzi (lista civica Progetto Dozza) dal 27-5-2014 |
Territorio | |
Coordinate | 44°21′32.35″N 11°37′39.68″E |
Altitudine | 190 m s.l.m. |
Superficie | 24,23 km² |
Abitanti | 6 550[1] (31-8-2023) |
Densità | 270,33 ab./km² |
Frazioni | Toscanella |
Comuni confinanti | Casalfiumanese, Castel Guelfo di Bologna, Castel San Pietro Terme, Imola |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 40060 |
Prefisso | 0542 |
Fuso orario | UTC+1 |
Codice ISTAT | 037025 |
Cod. catastale | D360 |
Targa | BO |
Cl. sismica | zona 2 (sismicità media)[2] |
Cl. climatica | zona E, 2 427 GG[3] |
Nome abitanti | dozzesi |
Patrono | Madonna del Calanco (Dozza), Santa Maria del Carmine (Toscanella) |
Giorno festivo | martedì dopo Pentecoste |
Cartografia | |
Posizione del comune di Dozza nella città metropolitana di Bologna | |
Sito istituzionale | |
Situata sulle colline a sud ovest di Imola (da cui dista solo 6 km), Dozza si trova a pochi chilometri a monte della Via Emilia, ovvero provenendo da Bologna, e percorrendo la Strada Statale Emilia verso Rimini, è il primo comune della Romagna storica. Ad ovest il centro più vicino è Castel San Pietro Terme, da cui dista 8 km. Nel territorio del Comune scorre il torrente Sillaro, che delimita il confine occidentale della Romagna con l'Emilia. Sulla Via Emilia, la frazione Toscanella, situata pochi km ad Est del torrente Sillaro, rappresenta l'ingresso nella regione storico-geografica della Romagna per chi proviene da Bologna.
Il toponimo Dozza deriva dal latino medievale ducia (doccia, docciola, doccione); l'etimologia è quella di "condotto", o canale che conduce acqua. Nei documenti medievali compaiono alternativamente i toponimi Ducia e Dutia[5]. Il nome potrebbe anche essere un riferimento a un antico acquedotto capace di accumulare acqua dal Monte del Re in una cisterna per far fronte ai periodi di siccità.
Lo stemma cittadino presenta in primo piano un grifone rampante, animale araldico, che si disseta con l'acqua che fuoriesce da una conduttura.
Il territorio dozzese, già abitato in epoca celtica e romana, fu colpito dalle invasioni di popolazioni barbariche (germaniche e in particolare longobarde), che invasero tutte le terre di Romagna. Alla metà del VI secolo Dozza venne ricompresa nei territori dell'Esarcato d'Italia, ovvero dei territori bizantini d'Italia, trovandosi sul confine con i possedimenti longobardi. Tramontato l'Esarcato alla metà dell'VIII secolo, furono i Carolingi a prendere possesso degli ex possedimenti bizantini. Essi donarono alla Chiesa imolese il possesso della collina sulla quale venne eretto l'abitato. Verso il 1150 Dozza divenne libero Comune. Tra il 1151 e il 1182 il capitolo della cattedrale di San Cassiano risiedette a Dozza a causa della distruzione di Castrum Sancti Cassiani, allora sede episcopale, da parte degli imolesi. Nella Descriptio provinciæ Romandiolæ (un censimento fiscale del 1371) sono elencate le località dipendenti dal comune di Dozza. Esse sono (si riproduce il testo in latino): Casali, Montis Catonis, Flagnani, Corvarie, Mazumoli, Montis Moriteni, Sassignoli, Belvederis, Plancandoli[6].
Vicende alterne hanno interessato il dominio della rocca e del borgo, passato più volte di mano in mano fra le potenti famiglie bolognesi e imolesi. Nel 1412 Dozza diviene feudo della famiglia imolese degli Alidosi, che poco dopo cedette il borgo alla famiglia Riario. Da ricordare il quinquennio di Caterina Sforza, moglie di Girolamo Riario, che tenne il feudo dal 1494 al 1499. Fu Caterina a dotare Dozza della rocca e delle mura difensive che la circondano ancora oggi.
Dopo il breve dominio di Cesare Borgia (che in pochi anni annesse ai suoi domini tutta la Romagna), Dozza ritornò allo Stato della Chiesa. Nel 1528 papa Clemente VII concesse Dozza in feudo alla famiglia Malvezzi di Bologna e nel 1531 al cardinale Lorenzo Campeggi[7].
Nel 1728 cessò l'infeudazione della famiglia Campeggi; la Santa Sede assegnò il feudo di Dozza a Emilio Malvezzi (1688-1767) nipote ex sorore del cardinal Campeggi. Gli vennero conferiti i titoli di: marchese della terra e del castello di Dozza, conte palatino di Toscanella e della Pianta. Giacomo Malvezzi, figlio di Emilio (1716-1806) fu l'ultimo marchese di Dozza: nel 1797 i francesi invasero la Legazione di Romagna e abrogarono i poteri feudali.
Dopo la parentesi napoleonica, Dozza venne inserita nella nuova Legazione di Ravenna.
Con la fine del dominio pontificio, il Governatore delle «Provincie provvisorie»[8] Luigi Carlo Farini, il 27 dicembre 1859, ridefinì le circoscrizioni territoriali aggregando il Comune di Dozza alla circoscrizione di Bologna.
Al termine della seconda guerra mondiale, con lo sfondamento della Linea Gotica, Dozza fu teatro di alcuni scontri tra le forze alleate, sotto il cui comando operava il gruppo di combattimento "Folgore", e le truppe tedesche in ritirata.
La sede comunale è situata nel borgo medioevale ma il principale centro residenziale e industriale è Toscanella, frazione che si sviluppa sulla via Emilia. La denominazione allude al fatto che, da questa località, partono strade che valicano l'Appennino e consentono di raggiungere la Toscana.
La rocca sforzesca mantiene inalterata la struttura medioevale: conservate in ottimo stato, infatti, sono gli interni e le cucine, impreziosite dagli utensili (che si possono datare al 1500), dai camini e dal pozzo. Degni d'attenzione rimangono anche il Rivellino e la Rocchetta di origine trecentesca. Gli ambienti signorili sono tuttora arredati da mobili di ottima fattura; sulle pareti possono essere ancora ammirati numerosi dipinti ed arazzi risalenti al Settecento. La rocca fu abitata dalle famiglie Campeggi e Malvezzi, che vi hanno abitato dal XVI secolo fino al 1960. Dal 1960 è di proprietà del Comune, che l'ha trasformata in museo.
Abitanti censiti[10]
Variazione della popolazione residente a Dozza dal 2006 al 2010.
Data | Abitanti | Variazione | Italiani | Variazione | Stranieri | Variazione |
---|---|---|---|---|---|---|
31-12-2006 | 6 012 | 5 632 | 380 (6,3%) | |||
31-12-2010 | 6 516 | + 8,4% | 5 895 | + 4,7% | 621 (9,5%) | + 63,4% |
Fonte, Dati Istat al 31 dicembre 2010.
Nel comune di Dozza sono presenti tre parrocchie facenti parte della Diocesi di Imola: Santa Maria in Piscina (a Dozza), San Lorenzo in Piscerano e Santa Maria del Sabbioso (a Toscanella).
In epoca medievale la comunità dozzese era riunita attorno alla pieve di Santa Maria di Sellustra, esistente almeno dall'XI secolo.
Le due più antiche chiese parrocchiali del territorio sono Santa Maria in Piscina (XII secolo) e San Lorenzo in Piscerano (XIII secolo), i cui appellativi fanno pensare alla prossimità di vasche di raccolta idrica, in una zona sprovvista di corsi d'acqua naturali.
La terza chiesa parrocchiale, Santa Maria del Sabbioso, a Toscanella (già sede di un convento carmelitano) è stata eretta in parrocchia nel 1909. Oggi la parrocchia di Toscanella è la più popolosa del comune[6].
Il principale luogo di devozione mariana è il Santuario della Madonna del Calanco. Vi è conservata una Sacra immagine, databile al XVI secolo, sotto il titolo di Beata Vergine del Calanco. È invocata per la guarigione da malattie e la liberazione da epidemie. La sua ricorrenza cade il martedì dopo la Pentecoste.
A Monte del Re si insediarono alla metà del XIII secolo i frati del Terzo ordine regolare francescano[11]. Il convento fu il luogo in cui venne siglato un importante trattato di pace tra la guelfa Bologna e la lega delle città ghibelline di Romagna (Cesena, Forlì, Faenza e Imola) il 29 aprile 1299[11][12]. Dopo la chiusura del convento (XVII secolo) la chiesa fu officiata dal clero secolare fino al 1798. Nel 1866-67 fu confiscata dallo Stato, che poi la cedette alla famiglia Sassatelli. Dal 1908 al 1970 fu destinata a residenza estiva per i seminaristi della diocesi. Oggi è una villa privata.
Le Feste del Patrono si svolgono a cavallo della domenica di Pentecoste, dal sabato precedente al sabato successivo. In questa settimana si susseguono diversi appuntamenti che coinvolgono tutta la popolazione di Dozza e dintorni: dalle processioni lungo le vie del paese agli spettacoli del Corpo Bandistico Folcloristico Dozzese, dalle mostre sacre presso i locali parrocchiali al concorso fotografico.
La Parrocchia dell'Assunzione di Maria Vergine organizza durante l'anno alcune rappresentazioni sacre che riscuotono sempre maggior partecipazione e gradimento. Il giorno dell'Epifania, nel pomeriggio, da anni si svolge una suggestiva manifestazione in costume per le vie del paese nella quale viene rappresentato il cammino dei Re Magi verso la grotta di Betlemme, che viene allestita in piazza Zotti e che ogni anno è occupata da una coppia di genitori e un neonato che rappresentano la Natività.
Durante la Settimana Santa, solitamente la sera della Domenica delle Palme, viene rappresentata, in costume, la Via Crucis per le vie del paese, con la presenza di un coro polifonico che esegue canti della Passione legati alla tradizione della Chiesa.
Dozza è, dal 2018, una delle località attraversate dal Cammino di Sant'Antonio, l'itinerario spirituale e naturalistico dedicato al frate portoghese[13].
Dozza è resa unica dai numerosi dipinti che ne abbelliscono le facciate delle case e ne conferiscono un aspetto caratteristico. La Biennale del Muro Dipinto rappresenta la manifestazione di maggior rilievo di Dozza. In quattro giornate di settembre famosi artisti, nazionali e internazionali, eseguono opere permanenti sui muri delle case della piccola cittadina, conferendole la peculiare caratteristica di galleria d'arte a cielo aperto. Le pitture murali sono strettamente legate alla storia e all'atmosfera dell'antico borgo e dell'ameno paesaggio collinare che lo circonda.
Nata nel 1960 come concorso nazionale «Il Muro Dipinto» da un'idea di Tomaso Seragnoli (all'epoca presidente della Pro Loco), nel primo decennio furono assegnati dei premi. Dal 1965 la manifestazione ha assunto cadenza biennale e la numerazione delle edizioni è ripartita da quell'anno. Negli anni settanta si decise di abolire premi e classifiche. L'elenco dei pittori che hanno lasciato una loro opera sui muri di Dozza comprende le firme di: Bruno Saetti (Sole sul muro rosso, vincitore nel 1967), Sebastian Matta (Mungitura, 1965), Emilio Contini, Concetto Pozzati, Remo Brindisi, Giacomo Soffiantino, Cesare Sughi, Bruno Ceccobelli e Gino Pellegrini[16]. Dagli anni sessanta ad oggi sono stati circa 200 gli artisti che hanno partecipato alla Biennale.
Dal 2007 anche la frazione Toscanella è stata coinvolta nella manifestazione, che si è così strutturata in due poli: a Dozza i murales e a Toscanella i graffiti e l'arte di strada. Nell'anno 2010 si contavano 100 dipinti affrescati sui muri di Dozza.
Nella rocca sforzesca ha sede l'Enoteca Regionale dell'Emilia-Romagna. Si tratta di un'associazione che coinvolge oltre 200 produttori[17] di vino, aceto balsamico e distillati, enti pubblici e consorzi di tutela. Nata nel 1970, otto anni dopo ha ottenuto il riconoscimento ufficiale dalla Regione. L'attività dell'Enoteca comprende due ambiti:
Le due manifestazioni eno-gastronomiche più importanti a Dozza sono:
Dal porto fluviale di Trentola, posto alla confluenza di Sellustra e Sillaro, partiva una via che saliva a Monte del Re. La strada proseguiva poi lungo il crinale toccando Fiagnano, Gesso, Sassoleone, Belvedere ed inoltrandosi verso la Toscana. Nel punto in cui la strada incrociava la via Emilia sorse l'abitato di Toscanella[18].
Dalle dichiarazioni Irpef del 2011 (basate sui redditi del 2010) emerge che i dozzesi hanno dichiarato in media 23 735 euro, uno dei redditi più alti della Romagna[19].
La principale infrastruttura viaria di Dozza è rappresentata dalla Strada statale 9 Via Emilia; su di essa si svolgono autocorse in servizio di trasporto pubblico a cura della società TPER. Il capoluogo è collegato alla Via Emilia tramite la strada provinciale 56 Dozza.
Dal 1885 al 1935 la città dispose di una stazione della tranvia Bologna-Imola la quale svolse un servizio con trazione a vapore gestito dalla Società Veneta.
Nel 2015 è stata ultimata la realizzazione di una pista ciclabile lungo la via Emilia che collega Toscanella a Imola (5 km)[20].
Il 3 giugno 1993 l'11ª tappa del Giro d'Italia (con partenza da Senigallia) si è conclusa a Dozza.
Dal 1999 si disputa a Dozza il «Memorial Luciano Pezzi», competizione ciclista per Allievi (15-16 anni) dedicata al direttore sportivo della società ciclistica del gruppo Mercatone Uno. Alla gara prendono il via 200 corridori provenienti da numerose regioni italiane.
Dozza fa parte del Nuovo Circondario Imolese, ente sovracomunale con sede a Imola.
Periodo | Primo cittadino | Partito | Carica | Note | |
---|---|---|---|---|---|
1975 | Tullio Roda | Partito Comunista Italiano | Sindaco | Confermato nel 1970. | |
2 luglio 1975 | 12 ottobre 1976 | Sergio Mazza | Partito Comunista Italiano | Sindaco | Dimissioni. |
12 ottobre 1976 | 17 giugno 1985 | Germano Martelli | Partito Comunista Italiano | Sindaco | Confermato il 5 luglio 1980. |
17 giugno 1985 | 15 marzo 1994 | Elis Dall'Olio | PCI, poi PDS | Sindaco | Confermato l'11 giugno 1990.[21] |
15 marzo 1994 | 14 giugno 2004 | Daniele Manca | PDS, poi L'Ulivo (a guida DS) | Sindaco | [21] |
14 giugno 2004 | 27 maggio 2014 | Antonio Borghi | L'Ulivo (a guida DS), poi PD | Sindaco | [21] |
27 maggio 2014 | in carica | Luca Albertazzi | lista civica «Progetto Dozza» | Sindaco | [21] |
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