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famiglia nobiliare italiana Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
La famiglia Doria Landi Pamphili, o Doria Pamphili Landi, o più semplicemente Doria Pamphili fu un'illustre famiglia di antica nobiltà genovese, napoletana e romana.
Doria Landi Pamphili | |
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altiora peto Interzato in palo: nel primo di rosso alla colomba d'argento avente nel becco un ramo d'ulivo verde; capo d'azzurro caricato di tre gigli d'oro separati da due verghette di rosso (Pamphili), nel secondo troncato d'oro e d'argento all'aquila di nero membrata e coronata d'oro (Doria), nel terzo inquartato nel primo e nel quarto palato di oro e d'azzurro, alla fascia d'argento attraversante; nel secondo e nel terzo fasciato increspato d'oro e d'azzurro (Landi). | |
Stato | Stato Pontificio Stato Landi Regno d'Italia |
Casata principale | Doria Landi Pamphilj |
Titoli |
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Fondatore | Giovanni Andrea IV Doria Landi Pamphili |
Ultimo sovrano | Filippo Andrea VI Doria Pamphili |
Data di fondazione | 1763 |
Data di estinzione | linea agnatica: 1958 linea cognatica: 2000 |
Etnia | italiana |
Il cognome, composto da tre famiglie nobili di ascendenza secolare, è stato l'esito di due importanti matrimoni:
Nel 1767, Andrea IV Doria Landi Pamphili, figlio di Giovanni Andrea IV, seguito dalla moglie Leopolda di Savoia-Carignano, si trasferì da Genova a Roma, in forza di un Decreto Pontificio che obbligava i titolari di ingenti patrimoni immobiliari di risiedere entro il territorio dello Stato. La nobile coppia prese quindi dimora nel palazzo, negli anni 2000 ancora abitato dagli eredi della famiglia.
I fratelli di Andrea, Antonio (1749-1821) e Giuseppe (1751-1816), abbracciarono la vita ecclesiastica, divenendo entrambi cardinali. All'apice di un crescendo di responsabilità, giunsero rispettivamente alle nomine di Maestro di Camera e di Segretario di Stato vaticano, al tempo di papa Pio VI.
Uno dei nove figli di Andrea IV, Luigi Giovanni Andrea V Doria Pamphili Landi (1799-1829), sposò, nel 1808, Teresa Orsini di Gravina, fondatrice delle Suore Ospedaliere della Misericordia e delle Dame Lauretane[2].
Nel 1870 Filippo Andrea V Doria Pamphili Landi (1813-1876), erede primogenito, divenne Assessore facente funzioni di Sindaco di Roma dal 21 dicembre 1870 al marzo 1871.
Il principe Filippo Andrea VI Doria Pamphili Landi (1886-1958), convinto antifascista, fu il sindaco di Roma dal 10 giugno 1944 al 10 dicembre 1946. Il suo mandato attraversò la Liberazione d'Italia e la transizione al nuovo ordinamento costituzionale repubblicano.
Nel 1958 fu celebrato a Londra il matrimonio fra Orietta Doria Pamphili Landi (1922-2000), ultima discendente in linea diretta della storica e blasonata famiglia, e Frank George Wignall Pogson (1922-1998), ufficiale della Royal Navy britannica[3][4], che, in seguito al matrimonio, aggiunse al proprio cognome anche quelli della moglie.
I coniugi Pogson Doria Pamphili, che non ebbero figli, adottarono, quindi, due bambini di origine inglese:
Con la morte della principessa Orietta Doria Pamphili Landi il casato si è, dunque, estinto con i relativi titoli nobiliari in quanto (salvo provvedimento regio) gli stessi sono trasmissibili solo per linea maschile ai discendenti legittimi e naturali (e, quindi, non per linea femminile ai figli adottivi).
Nell'ottobre del 2009, Gesine ha citato in giudizio il fratello Jonathan Pogson in merito al diritto di successione patrimoniale dei suoi figli[5].
Nel 2010, il tribunale di Roma si pronunciò affermando che non sussisteva il diritto di presentare il caso davanti a tale tribunale[6].
All'epoca non era ancora stata approvata in Italia la legge sul riconoscimento delle unioni civili, fermo restando che per la legge italiana in materia di fecondazione eterologa il "donatore di gameti" non può far valere nei confronti del nato "alcun diritto né essere titolare di obblighi", mentre la madre naturale non ha "diritto all'anonimato" (l. 40/2004, art. 9), e il convivente con patti concludenti non può "disconoscere la paternità". L'art. 9 è stato dichiarato incostituzionale (al primo e ultimo comma) nel 2014[7].
(tra parentesi l'anno della nomina)
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