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patriota italiano Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Domenico Lupatelli (Perugia, 1803 – Vallone di Rovito, 25 luglio 1844) è stato un patriota italiano fucilato assieme ai fratelli Attilio ed Emilio Bandiera e ad altri sei patrioti che avevano preso parte alla famosa e sfortunata spedizione in Calabria.
Di umili origini (svolgeva la professione del muratore) Domenico Lupatelli aderì probabilmente alla prima Giovine Italia, la società fondata da Mazzini a Marsiglia nel luglio 1831 e sciolta dopo il fallimento delle insurrezioni in Piemonte e in Savoia del 1833-34. Arrestato per aver partecipato alle manifestazioni popolari mazziniane dell'8 maggio 1833 che si svolsero a Perugia contro le autorità pontificie, fu condannato a cinque anni di prigione[1]. Scontata la pena, nel 1837 fu condannato all'esilio e si recò in vari paesi europei.
Entrato in contatto con i fratelli Bandiera a Corfù, li accompagnò nella loro sfortunata spedizione partita il 12 giugno 1844 alla volta della Calabria. Sbarcati nei pressi di Crotone il 16 giugno, tre giorni dopo i patrioti furono catturati dalla gendarmeria borbonica nei pressi di San Giovanni in Fiore e condotti a Cosenza per essere sottoposti a giudizio. Condannato dalla corte marziale di Cosenza alla pena di morte il 24 luglio, Domenico Lupattelli fu escluso dalla grazia da parte del sovrano perché ritenuto uno dei capi, e fu fucilato assieme ad altri otto compagni nel vallone di Rovito il 25 luglio 1844[2].
A lui è oggi dedicata una via a Roma ed una anche a Perugia, sua città natale.
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