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letterato e storico italiano Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Domenico Bortolan (Vicenza, 24 maggio 1850 – Vicenza, 18 marzo 1928) è stato un letterato e storico italiano.
Assieme a Fedele Lampertico e a Sebastiano Rumor, fu uno dei più tardi esponenti dell'erudizione positivista a Vicenza[1].
Religioso cattolico nominato monsignore, fu per quarantaquattro anni - a partire dal 1884 succedendo all'abate Andrea Capparozzo[2] - direttore della Biblioteca Civica Bertoliana. Stimato studioso di storia e cultura locale, pubblicò decine di saggi, molti dei quali stampati dalla storica Tipografia San Giuseppe (poi Rumor) di ponte Pusterla.[3]
Nel 1892 scrisse, assieme a Sebastiano Rumor, un testo fondamentale[4] proprio sulla biblioteca civica, intitolato La Biblioteca Bertoliana di Vicenza; con lo stesso Rumor pubblicò nel 1919 una importante Guida di Vicenza.[5] Del 1893 è il suo Vocabolario del dialetto antico vicentino, testo di riferimento[6] ristampato più volte[7].
Manifestò anche doti artistiche. Nel 1900 disegnò la famosa corona in oro e gemme della statua della Madonna per il Santuario di Monte Berico e negli anni 1913-14 progettò e diresse la costruzione della chiesa dell'Adorazione perpetua per la Casa madre delle suore dorotee, in contrà San Domenico[8]. Diresse inoltre nel 1899 l'edificazione dell'Oratorio dell'Istituto della Beata Vergine Maria, detto delle "Dame inglesi"[9], annesso al convento di San Girolamo degli Scalzi.
Uno dei più importanti critici e storici dell'arte vicentina, Renato Cevese, pur ricordando alcuni limiti del Bortolan, afferma che va "considerato come lo studioso più serio dell'ultima generazione del secolo XIX"[10].
(elenco parziale)
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