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economista, scrittore e politico italiano Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Fedele Lampertico (Vicenza, 13 giugno 1833 – Vicenza, 6 aprile 1906) è stato un economista, scrittore e politico italiano.
Fedele Lampertico | |
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Senatore del Regno d'Italia | |
Durata mandato | 10 dicembre 1873 – 6 aprile 1906 |
Legislatura | dalla XI (nomina 6 novembre 1873) alla XXII |
Tipo nomina | Categorie: 16, 18, 21 |
Incarichi parlamentari | |
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Sito istituzionale | |
Deputato del Regno d'Italia | |
Durata mandato | 25 novembre 1866 – 7 marzo 1870[1] |
Legislatura | IX |
Gruppo parlamentare | Destra |
Collegio | Vicenza |
Sito istituzionale | |
Dati generali | |
Partito politico | Destra storica |
Titolo di studio | Laurea in giurisprudenza |
Università | Università di Padova |
Professione |
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È stato definito un «grande agrario paternalista, leader indiscusso dell'oligarchia moderata, discreto ma onnipotente dominatore della vita pubblica locale».[2]
Frequentò il Liceo nella città natale ed ebbe come maestro l'abate Giacomo Zanella al quale rimase legato da profonda amicizia. Rimangono numerosi i carteggi Fedele Lampertico - Giacomo Zanella donati alla Biblioteca Bertoliana di Vicenza dallo stesso Lampertico. Studiò giurisprudenza a Padova dove si laureò nel 1855 con una tesi di statistica.
Nel 1866 le autorità austriache lo costrinsero a lasciare Vicenza, assieme a Paolo Lioy. Si trasferì a Milano, presso Emilio Treves.
Nel novembre dello stesso anno, subito dopo l'annessione del Veneto all'Italia, venne eletto come rappresentante del collegio di Vicenza alla Camera dei deputati del Regno d'Italia, fu rieletto per un secondo mandato nel marzo 1867 e restò in carica fino al 1870. Il 6 novembre 1873 fu nominato senatore.
Sedette nel Consiglio comunale di Vicenza ininterrottamente dal 1866 al 1905. Fu inoltre presidente del consiglio provinciale dal 1870 al 1905. Fu presidente della Congregazione[3] di Carità e fondatore della Società di Mutuo Soccorso degli artigiani vicentini, che presiedette fino al 1888. Dal 1874 al 1876 e poi anche tra il 1884 e il 1886 ed infine tra il 1894 e il 1897 fu anche presidente dell'Istituto veneto di scienze, lettere ed arti.
Antonio Fogazzaro, la cui moglie Margherita di Valmarana era nipote del Lampertico, si ispirò alla sua figura nel romanzo Piccolo mondo moderno.
Morì a Vicenza nel 1906. Il 7 aprile, il giorno seguente alla sua morte, il Consiglio comunale di Vicenza intitolò a lui una delle più centrali vie cittadine, quella che da secoli era chiamata contrà della calonega, cioè della canonica (della cattedrale). Varie lapidi furono poste in luoghi significativi della città: una nel Palazzo municipale[4], una sulla facciata della casa da lui abitata in corso Palladio n.ro 54, una terza nella Saletta della Società Generale di Mutuo Soccorso. Il 23 settembre 1924 gli fu eretto un monumento in piazza Matteotti[5].
Gli furono intitolati in città un Istituto comunale per l'infanzia e, nel 1960, l'Istituto professionale statale per l'industria e l'artigianato[6].
Studioso di statistica, di giurisprudenza e di economia, lasciò circa 400 pubblicazioni sui più svariati argomenti storici, sociali, giuridici, patriottici, letterari, statistici ed economici, diversi per mole ed importanza, che vanno dalla breve nota biografica al discorso, all'opuscolo, al libro e all'opera in più volumi, come trattati di diritto pubblico e privato e di statistica[7].
Si ricorda nel campo della statistica l'opera Sulla statistica teorica in generale e su Melchiorre Gioia in particolare (1870-1871) e nel campo dell'economia l'opera fondamentale rimasta incompiuta: Trattato sull'economia politica dei popoli e degli stati (5 volumi 1874-1884).
Si interessò anche di storia, soprattutto di storia veneta[8].
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