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arcidiocesi della Chiesa cattolica in Italia Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
L'arcidiocesi di Perugia-Città della Pieve (in latino Archidioecesis Perusina-Civitatis Plebis) è una sede metropolitana della Chiesa cattolica in Italia appartenente alla regione ecclesiastica Umbria. Nel 2021 contava 253.000 battezzati su 283.000 abitanti. È retta dall'arcivescovo Ivan Maffeis.
Arcidiocesi di Perugia-Città della Pieve Archidioecesis Perusina-Civitatis Plebis Chiesa latina | |||
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Regione ecclesiastica | Umbria | ||
Diocesi suffraganee | |||
Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino, Città di Castello, Foligno, Gubbio | |||
Arcivescovo metropolita | Ivan Maffeis | ||
Vicario generale | Simone Sorbaioli | ||
Arcivescovi emeriti | cardinale Gualtiero Bassetti | ||
Presbiteri | 196, di cui 112 secolari e 84 regolari 1.290 battezzati per presbitero | ||
Religiosi | 106 uomini, 256 donne | ||
Diaconi | 38 permanenti | ||
Abitanti | 283.000 | ||
Battezzati | 253.000 (89,4% del totale) | ||
Stato | Italia | ||
Superficie | 1.900 km² | ||
Parrocchie | 154 (7 vicariati) | ||
Erezione | II secolo (Perugia) 25 settembre 1600 (Città della Pieve) in plena unione dal 30 settembre 1986 | ||
Rito | romano | ||
Cattedrale | Metropolitana di San Lorenzo | ||
Concattedrale | Santi Gervasio e Protasio | ||
Santi patroni | San Costanzo Sant'Ercolano | ||
Indirizzo | Piazza IV Novembre 6, 06123 Perugia, Italia | ||
Sito web | www.diocesi.perugia.it | ||
Dati dall'Annuario pontificio 2022 (ch · gc) | |||
Chiesa cattolica in Italia | |||
L'arcidiocesi comprende in massima parte comuni della provincia di Perugia, a cui si aggiunge il comune di Monteleone d'Orvieto in provincia di Terni. I comuni della provincia di Perugia sono[1]: Perugia, Castiglione del Lago, Paciano, Panicale, Piegaro, Città della Pieve, Tuoro sul Trasimeno, Lisciano Niccone, Passignano sul Trasimeno, Magione, Corciano, Marsciano (eccetto la località di Ammeto[2]), Deruta (eccetto la frazione di Ripabianca[2]), Torgiano, Bastia Umbra (la sola frazione di Ospedalicchio[3]) e Umbertide (le sole parrocchie delle frazioni di Badia di Montecorona, Pierantonio, Preggio e Romeggio[4]).
Sede arcivescovile è la città di Perugia, dove si trova la cattedrale di San Lorenzo. A Città della Pieve sorge la concattedrale dei Santi Gervasio e Protasio. Nel territorio si trovano anche tre basiliche minori: la basilica di San Domenico e la basilica di San Costanzo a Perugia, e la basilica del Santissimo Salvatore dell'abbazia di Montecorona.
Il territorio si estende su 1.900 km² ed è suddiviso in 154 parrocchie, raggruppate in 7 zone pastorali.
La provincia ecclesiastica perugina, istituita nel 1972, comprende 4 suffraganee:
L'odierna arcidiocesi nasce nel 1986 dall'unione di due antiche sedi episcopali, Perugia, attestata dal II/III secolo, e Città della Pieve, istituita nel 1600.
La diocesi di Perugia sarebbe stata eretta secondo la tradizione nel II secolo, e il primo vescovo attestato dalla tradizione agiografica e dal martirologio geronimiano è Costanzo, il cui «episcopato riposa sopra una tradizione abbastanza seria» (Lanzoni). Tuttavia il primo vescovo di cui esista un riscontro storico certo è Massimiano (o Massimiliano), che partecipò ai sinodi romani indetti da papa Simmaco tra la fine del V secolo e l'inizio del VI; a lui segue Ercolano, ucciso da Totila tra il 548 e il 549 e ricordato da Gregorio Magno.
Incerta e discussa è la collocazione dell'antica cattedrale perugina. La tradizione la colloca presso la chiesa extraurbana di San Pietro, luogo di sepoltura del vescovo Ercolano; più recentemente viene collocata all'interno delle mura cittadine, presso l'antica chiesa scomparsa di San Giovanni Rotondo, dove è stato scoperto un sarcofago cristiano della fine del IV secolo, che risulta essere a tutt'oggi la più antica testimonianza archeologica sulla presenza del cristianesimo a Perugia.[5]
Nel X secolo, all'epoca del vescovo Onesto, le reliquie di sant'Ercolano vennero traslate nella nuova cattedrale dedicata a San Lorenzo, sul sito dell'odierna chiesa. L'antica chiesa di San Pietro divenne sede di un importante monastero benedettino, fondato dall'abate Pietro attorno al 965. Altri insediamenti monastici che si svilupparono in questo periodo sono il monastero di Santa Maria di Val di Ponte (Montelabbate) e il monastero camaldolese di San Salvatore di Monteacuto (o di Montecorona).
Tra XI e XII secolo il capitolo della cattedrale, composto per lo più da appartenenti alle nobili famiglie cittadine, assunse un ruolo centrale nella vita perugina e crebbe d'importanza grazie all'acquisizione di un notevole patrimonio e la giurisdizione patronale su diverse chiese. Questo contribuì ad accrescere i contrasti con l'autorità del vescovo, con gli altri monasteri, che in questo stesso periodo acquisirono l'esenzione dalla giurisdizione vescovile, e con il comune di Perugia.[5]
Nel XIII secolo la città divenne una delle principali sostenitrici del guelfismo. Ospitò frequentemente i pontefici; papa Innocenzo III vi morì e vi fu sepolto (1216), come pure papa Martino IV; tra il 1216 e il 1305 a Perugia si tennero i conclavi che elessero Onorio III, Onorio IV, Celestino V e Clemente V. In questo secolo, la città e la diocesi videro la fondazione di diversi monasteri degli ordini mendicati, francescani e domenicani, ma anche agostiniani, Servi di Maria e carmelitani, e i monasteri femminili delle clarisse e delle cisterciensi.[5]
Nel 1305 si svolse l'ultimo conclave a Perugia, che portò all'elezione di papa Clemente V, che trasferì la sede papale ad Avignone; si deve a questo papa l'autorizzazione alla fondazione dell'università perugina (lo Studium generale). Nel 1320 il vescovo Francesco Poggio celebrò un sinodo diocesano, il primo di cui sono noti gli atti, che si adoperò per la riforma del clero. Nel 1462 fu istituito il primo monte di pietà.[5]
Al principio del XVI secolo, durante l'episcopato del cardinale Agostino Spinola, il capitolo della cattedrale di Perugia, che dal XII secolo seguiva la regola di sant'Agostino, fu secolarizzato. Nel 1564 Fulvio Giulio della Corgna istituì formalmente il seminario diocesano, che era stato avviato già dal 1559 da un sacerdote e da un laico, e celebrò il primo sinodo post-tridentino. Importante vescovo riformatore fu Napoleone Comitoli (1591-1624), «rappresentativo dell'attività pastorale post-tridentina, per i numerosi sinodi, la cura della liturgia e la promozione del culto di santi locali».[5] Cospicua fu anche la presenza e la diffusione delle confraternite; solo a Perugia se ne contavano quasi quaranta alla fine del Cinquecento.[6]
Il 27 marzo 1882, in forza della bolla Universae Ecclesiae regimen, Perugia fu elevata al rango di arcidiocesi immediatamente soggetta alla Santa Sede da papa Leone XIII, che dal 1846 al 1880 ne era stato vescovo. Papa Pecci «si trovò a gestire la Chiesa perugina in momenti di crisi politica, sostenendo fermamente le istituzioni ecclesiastiche e guidando clero e popolo soprattutto con la promulgazione di importanti lettere pastorali. Egli svolse sette visite pastorali, riformò il seminario e fondò l'Accademia di San Tommaso; promosse l'istruzione femminile e la devozione alla Madonna delle Grazie in cattedrale e alla Madonna della Misericordia nel nuovo santuario a Ponte della Pietra.»[5]
All'inizio del Novecento, l'arcidiocesi visse un profondo periodo di crisi quando, in seguito ad una visita apostolica, il direttore e il vicerettore del seminario furono accusati di seguire le idee moderniste e destituiti dai loro incarichi; lo stesso seminario venne chiuso e il vescovo Dario Mattei Gentili costretto alle dimissioni nel 1910.
Il 15 agosto 1972 l'arcidiocesi di Perugia fu ulteriormente elevata al rango di sede metropolitana per effetto della bolla Animorum utilitati di papa Paolo VI; alla nuova provincia ecclesiastica vennero assegnate le diocesi di Assisi, di Città di Castello, di Città della Pieve, di Gubbio, di Foligno e di Nocera Umbra e Gualdo Tadino.
Il 25 settembre 1600 fu eretta la diocesi di Città della Pieve con la bolla In supereminenti di papa Clemente VIII. Con la bolla Super universas del 9 novembre 1601[7], il pontefice definì i possedimenti e i limiti della diocesi, separata da quella di Chiusi, ed istituì il capitolo dei canonici. Il primo vescovo eletto, Angelo Angelotti, morì l'anno stesso della sua elezione senza poter essere consacrato; la morte di Clemente VIII e del suo successore Leone XI ritardarono la nomina e la consacrazione del primo vescovo, Fabrizio Paolucci, che avvenne solo nel 1605.
La diocesi era piccola e dotata di scarse rendite, a tal punto che i primi vescovi dovettero investire il proprio personale patrimonio per dotare la diocesi delle strutture necessarie per l'azione pastorale. Il vescovo Fabrizio Paolucci (1605-1625) istituì il seminario vescovile, che tuttavia ebbe vita irregolare fino alla riforma operata da Giovanni Evangelista Stefanini tra il 1771 e il 1775. Riginaldo Lucarini (1643-1671) impegnò le risorse di famiglia per «ingrandire la cattedrale, istituire la biblioteca pubblica e irrobustire la rete delle istituzioni di assistenza e beneficenza».[5]
Tra i vescovi pievesi si segnala in particolare Giuseppe Angelucci, che governò la diocesi per quasi tutta la prima metà del Novecento (1910-1949). Convinto sostenitore del governo fascista, ne appoggiò tutte le iniziative, coinvolgendo il clero dell'arcidiocesi. Al termine della guerra, si scagliò contro l'ideologia comunista, imponendo ai parroci l'osservanza scrupolosa delle disposizioni di Pio XII in questo campo.
Il 15 agosto 1972 la diocesi di Città della Pieve, fino a quel momento immediatamente soggetta alla Santa Sede, divenne suffraganea dell'arcidiocesi di Perugia.
Nel 1973, per far coincidere i confini delle diocesi con quelle delle regioni civili, la diocesi di Città della Pieve cedette il territorio della frazione di Trevinano nel comune di Acquapendente alla diocesi di Acquapendente nel Lazio il 24 marzo[8] il 16 luglio le parrocchie di Camporsevoli e di San Lazzaro alle Piazze nel comune di Cetona alla diocesi di Chiusi e Pienza in Toscana.[9] Per lo stesso motivo nel 1977 la parrocchia toscana di Santa Fiora e quelle delle sue due frazioni Bagnolo e Bagnore passarono alla diocesi di Sovana-Pitigliano.[10]
Al momento della piena unione con l'arcidiocesi perugina, la diocesi di Città della Pieve comprendeva 19 parrocchie nei comuni di Città della Pieve (4), Piegaro (1), Panicale (4), Paciano (1), Castiglione del Lago (8) e Monteleone d'Orvieto (1).[11]
Il 3 giugno 1977 Ferdinando Lambruschini, già arcivescovo di Perugia, fu nominato anche vescovo di Città della Pieve, unendo così in persona episcopi le due sedi.
Il 30 settembre 1986 la diocesi assunse l'attuale nome con il decreto Instantibus votis della Congregazione per i Vescovi, che sancì la piena unione delle due sedi vescovili.
Si omettono i periodi di sede vacante non superiori ai 2 anni o non storicamente accertati.
L'arcidiocesi nel 2021 su una popolazione di 283.000 persone contava 253.000 battezzati, corrispondenti all'89,4% del totale.
anno | popolazione | presbiteri | diaconi | religiosi | parrocchie | ||||||
---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
battezzati | totale | % | numero | secolari | regolari | battezzati per presbitero | uomini | donne | |||
arcidiocesi di Perugia | |||||||||||
1950 | 166.036 | 166.036 | 100,0 | 294 | 229 | 65 | 564 | 80 | 465 | 193 | |
1970 | 185.000 | 187.144 | 98,9 | 329 | 217 | 112 | 562 | 123 | 596 | 201 | |
1980 | 187.600 | 189.800 | 98,8 | 293 | 200 | 93 | 640 | 1 | 102 | 428 | 205 |
diocesi di Città della Pieve | |||||||||||
1950 | 45.000 | 45.000 | 100,0 | 45 | 45 | - | 1.000 | - | 110 | 33 | |
1970 | 28.558 | 28.558 | 100,0 | 41 | 41 | - | 696 | - | ? | 34 | |
1980 | 24.700 | 24.700 | 100,0 | 32 | 32 | - | 771 | - | 54 | 28 | |
arcidiocesi di Perugia-Città della Pieve | |||||||||||
1990 | 228.600 | 230.800 | 99,0 | 280 | 196 | 84 | 816 | 1 | 127 | 521 | 155 |
1999 | 229.500 | 232.500 | 98,7 | 233 | 155 | 78 | 984 | 7 | 120 | 450 | 154 |
2000 | 229.500 | 232.500 | 98,7 | 235 | 154 | 81 | 976 | 7 | 119 | 399 | 154 |
2001 | 229.500 | 232.500 | 98,7 | 230 | 149 | 81 | 997 | 10 | 119 | 399 | 154 |
2002 | 229.500 | 232.500 | 98,7 | 241 | 149 | 92 | 952 | 8 | 130 | 399 | 154 |
2003 | 229.500 | 232.862 | 98,6 | 234 | 151 | 83 | 980 | 11 | 113 | 399 | 154 |
2004 | 229.500 | 232.500 | 98,7 | 227 | 146 | 81 | 1.011 | 12 | 111 | 399 | 154 |
2013 | 256.000 | 286.645 | 89,3 | 195 | 119 | 76 | 1.312 | 27 | 103 | 424 | 155 |
2016 | 255.000 | 285.000 | 89,5 | 223 | 119 | 104 | 1.143 | 34 | 130 | 292 | 155 |
2019 | 258.515 | 284.580 | 90,8 | 205 | 121 | 84 | 1.261 | 37 | 107 | 266 | 155 |
2021 | 253.000 | 283.000 | 89,4 | 196 | 112 | 84 | 1.290 | 38 | 106 | 256 | 154 |
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