organo del Partito Comunista di Germania Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Die Rote Fahne (La bandiera rossa) è stato un giornale tedesco fondato nel 1876 dal leader del Partito Socialista dei Lavoratori, Wilhelm Hasselmann[1], e che da allora venne pubblicato a intervalli, a volte clandestinamente[2], dai socialisti e comunisti tedeschi. Karl Liebknecht e Rosa Luxemburg lo pubblicarono notoriamente nel 1918[3] come organo della Lega Spartachista.[4]
Die Rote Fahne | |
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Stato | Germania |
Lingua | tedesco |
Periodicità | quotidiano |
Genere | politica |
Fondatore | Rosa Luxemburg, Karl Liebknecht e Paul Frölich |
Fondazione | 1918 |
Chiusura | 1933 (bandito dal regime nazista) 1942 (clandestinamente) |
Sede | Berlino |
ISSN | 1862-0450 |
Dopo la morte di Liebknecht e Luxemburg, durante la cancelleria di Friedrich Ebert del Partito Socialdemocratico di Germania,[5][6] il giornale fu pubblicato, con interruzioni, dal Partito Comunista di Germania.[7][8] Proscritto dai nazisti dopo la salita al potere di Adolf Hitler nel 1933,[9] la pubblicazione continuò illegalmente e clandestinamente.[10]
Wilhelm Hasselmann del Partito Socialista dei Lavoratori di Germania fondò un settimanale, di breve durata, col nome Die rote Fahne.[1]
Usando il sottotitolo del giornale come indicatore della fedeltà politica, Die Rote Fahne fu successivamente l'organo centrale di:
La pubblicazione fu vietata dall'ottobre 1923 al marzo 1924, come parte della messa al bando del Partito Comunista di Germania. Il giornale continuò ad essere stampato e distribuito illegalmente, a volte ribattezzato "Rote Sturmfahne" ("Bandiera rossa della tempesta") o "Die Fahne der Revolution" ("La bandiera della rivoluzione"). Nel 1926, la sede del giornale venne trasferita nella Karl-Liebknecht-Haus, nella quale venne installata una rotativa nel luglio 1928. Il 23 febbraio 1933, la polizia nazista fece irruzione nella Karl-Liebknecht-Haus e la chiuse il giorno successivo, anticipando il divieto nazista su tutta la stampa comunista e socialista dopo l'Incendio del Reichstag pochi giorni dopo (28 febbraio 1933).
Molti importanti giornalisti tedeschi e di altre nazionalità parteciparono alla redazione del giornale:
Fu bandito dopo la fine della Repubblica di Weimar e l'Incendio del Reichstag nel 1933, e distribuito illegalmente durante il governo nazionalsocialista da gruppi clandestini vicini al Partito Comunista[31] fino al 1942. Wilhelm Guddorf era noto per essere stato un suo editorialista alla fine degli anni '30.[32]
In seguito agli eventi del 1968, nella Germania Ovest sorsero diversi progetti di gruppi ideologicamente divergenti, della cosiddetta vecchia e della nuova sinistra, per costruire un nuovo partito comunista. Oltre al Partito Comunista Tedesco (DKP), che è ampiamente conosciuto come il partito successore del KPD nella Germania occidentale e che pubblica il quotidiano Unser Zeit come organo di partito, furono fondati vari piccoli partiti comunisti concorrenti, i cosiddetti K-Gruppen, ciascuno dei quali era associato a diversi concetti ideologici del comunismo (dal maoismo, allo stalinismo al trotskismo). Di questi raggruppamenti, c'erano diversi progetti di giornali negli anni '70 chiamati Rote Fahne.
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