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decreto emanato in Germania nel 1933 Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Il decreto dei pieni poteri, conosciuto anche come legge dei pieni poteri (in lingua tedesca: Ermächtigungsgesetz), è il termine con cui venne indicato il provvedimento approvato dal parlamento tedesco (Reichstag) il 24 marzo 1933. Questo decreto rappresentò il secondo passo – il primo fu il Decreto dell'incendio del Reichstag – compiuto dal Partito Nazionalsocialista Tedesco dei Lavoratori (e controfirmato dal Presidente Paul von Hindenburg) per dichiarare lo stato di emergenza e nei fatti instaurare una dittatura utilizzando gli strumenti legali messi a disposizione dalla Repubblica di Weimar.
Decreto dei pieni poteri | |
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Discorso di Hitler per la promozione della legge presso il teatro Kroll, essendo il Palazzo del Reichstag inagibile a seguito dell'incendio. | |
Titolo esteso | Legge a rimedio dell'afflizione sofferta dal Popolo e dal Reich |
Stato | Germania |
Tipo legge | Decreto |
Legislatura | IX |
Proponente | Adolf Hitler |
Schieramento | NSDAP |
Promulgazione | 24 marzo 1933 |
A firma di | Paul von Hindenburg |
Abrogazione | 1º marzo 1937 |
Testo | |
Testo legislativo (PDF), su dircost.unito.it. |
Quando il neocancelliere Adolf Hitler presentò il progetto di legge al parlamento della repubblica di Weimar, egli non possedeva la maggioranza assoluta dei voti (non aveva quindi, neanche la possibilità di formare un governo); per assicurarsi l'approvazione del piano, fece arrestare o comunque impedì con la forza di partecipare alla seduta a tutti i deputati comunisti e ad alcuni socialdemocratici, minacciò fisicamente ministri ed esponenti del Centro e fece disporre le SA, squadre paramilitari del Partito nazionalsocialista, attorno e all'interno del Reichstag durante la votazione.[1]
Il primo atto preso nell'ambito del decreto dei pieni poteri fu l'ordine di scioglimento del Partito Socialdemocratico di Germania, che aveva votato contro il decreto stesso.[2]
Il testo del decreto è di ridotta estensione. Qui viene riprodotto integralmente in lingua tedesca e in italiano:[3]
«Gesetz zur Behebung der Not von Volk und Reich
Der Reichstag hat das folgende Gesetz beschlossen, das mit Zustimmung des Reichsrats hiermit verkündet wird, nachdem festgestellt ist, daß die Erfordernisse verfassungsändernder Gesetzgebung erfüllt sind:
«Legge a rimedio dell'afflizione sofferta dal Popolo e dal Reich
Il Reichstag ha approvato la seguente legge, che è promulgata col consenso del Reichsrat, essendo stati rispettati i requisiti per l'emanazione di una modifica costituzionale:
Segue l'esito del voto che ha portato all'approvazione del decreto:
Secondo alcuni storici, il consenso dato dal Partito del Centro all'approvazione della legge dei pieni poteri fu concesso in cambio della promessa di Hitler di stipulare un concordato con la Santa Sede; tuttavia, dai documenti dell'archivio vaticano non risulta che la Santa Sede fosse stata preventivamente informata sulle trattative intercorse tra Hitler e i parlamentari del Centro; sembra invece che questi agirono autonomamente senza il mandato del Vaticano. Inoltre, dal rapporto inviato dal nunzio Cesare Orsenigo in Vaticano il 24 marzo non risulta che durante tali trattative si fosse fatto cenno a un possibile concordato tra Santa Sede e Governo tedesco.[4]
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