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dicastero della Curia romana Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Il Dicastero per le Chiese orientali (in latino Dicasterium pro Ecclesiis orientalibus) è uno dei 16 dicasteri della Curia romana.
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Si occupa delle materie concernenti le Chiese cattoliche orientali sui iuris, per quanto riguarda le persone e le cose (Praedicate evangelium, 82) | |||
Eretto | 1º maggio 1917 | ||
Mutato nome | 5 giugno 2022 | ||
Prefetto | cardinale Claudio Gugerotti[1] | ||
Segretario | arcivescovo Michel Jalakh, O.A.M | ||
Sottosegretario | monsignore Filippo Ciampanelli | ||
Emeriti | cardinale Leonardo Sandri (prefetto emerito) arcivescovo Giorgio Demetrio Gallaro (segretario emerito) | ||
Sede | Palazzo del Bramante, Via della Conciliazione, 34 - 00193 Roma | ||
Sito ufficiale | www.orientchurch.va | ||
dati catholic-hierarchy.org | |||
Santa Sede · Chiesa cattolica I dicasteri della Curia romana | |||
Le origini di una congregazione per i cristiani di rito orientale risalgono a papa Gregorio XIII che, nel 1573, su impulso delle comunità albanesi del meridione d'Italia, istituì la Congregatio de rebus graecorum, alla quale furono affidate la trattazione dei problemi relativi ai cattolici di rito bizantino, nonché la difesa e la diffusione della fede fra i cristiani d'Oriente.
Nel 1622 fu eretta la Congregazione de Propaganda fide, il cui fine specifico era quello di provvedere sia alle missioni fra i pagani sia alle attività da svolgere nell'Oriente cristiano sotto il giogo degli infedeli[2]. Ben presto fu avvertita la necessità di costituire, all'interno della stessa Propaganda fide, delle commissioni appositamente per gli orientali: nacquero la Commissione super dubiis orientalium (1627) e la Commissione super correctione euchologii graecorum (1636-1645). Quest'ultima, nel 1719, vide estese le proprie competenze e modificata la propria denominazione in Congregazione sopra la correzione dei libri della chiesa orientale (Congregatio super correctione librorum Ecclesiae orientalis).
In seno a questo dicastero, il 6 gennaio 1862 papa Pio IX eresse la Congregatio de Propaganda Fide pro negotiis ritus orientalis con il breve Romani Pontifices. L'organismo venne reso autonomo da papa Benedetto XV con il motu proprio Dei Providentis del 1º maggio 1917 e assunse il nome di Congregatio pro Ecclesia orientali. A capo del dicastero vi era il papa, che delegava le sue funzioni al Segretario (di norma un cardinale). Il principio della delega valeva anche tra Segretario ed Assessore, il terzo livello gerarchico: se il Segretario svolgeva le funzioni del Prefetto della Congregazione, il prelato con il titolo di Assessore ricopriva il ruolo di Segretario. Alla nuova Congregazione furono attribuite, per i riti orientali, le facoltà di cui godevano le varie congregazioni romane per le cose e le persone di rito orientale, ad eccezione delle funzioni disciplinari, che rimasero di competenza dei tribunali della Santa Sede.
Nel 1938, per unificare l'opera di apostolato nelle regioni orientali, la Sacra Congregazione per la Chiesa orientale ottenne piena ed esclusiva giurisdizione sui fedeli, sulla gerarchia, sulle opere e gli istituti, sia di rito latino sia di rito orientale. Ha modificato il proprio nome (Congregatio pro Ecclesiis orientalibus) con la costituzione apostolica Regimini Ecclesiae universae di papa Paolo VI del 15 agosto 1967. Da tale data alla guida del dicastero non vi è più il papa. Sotto il pontificato di Giovanni Paolo II, con la costituzione apostolica Pastor Bonus del 28 giugno 1988, ha assunto una nuova fisionomia.
Con la costituzione apostolica Praedicate evangelium del 19 marzo 2022 ha assunto l'attuale denominazione.
L'ambito di competenza del dicastero è definito dagli articoli 82-87 della Praedicate evangelium.[3]
Il dicastero si occupa di favorire la crescita, di salvaguardare i diritti e il patrimonio liturgico, disciplinare e spirituale delle comunità cattoliche orientali.
Le comunità di rito armeno, bizantino, copto e siro, pur dopo lo scisma del 1054, tornarono in piena comunione col Pontefice Romano, mantenendo però la loro liturgia e il loro diritto canonico.
Nelle seguenti regioni: Bulgaria, Cipro, Egitto, Eritrea, Etiopia settentrionale, Giordania, Grecia, Iran, Iraq, Libano, Palestina, penisola del Sinai, Siria e Turchia il Dicastero per le Chiese orientali ha anche giurisdizione assoluta sui vescovi, sul clero e sui religiosi anche di rito latino.
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