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In meteorologia la depressione d'Islanda, detta anche ciclone subpolare, è un'area di bassa pressione che si forma/staziona in modo semi permanente nell'Oceano Atlantico settentrionale, presso l'omonima isola. La sua gemella sull'Oceano Pacifico settentrionale è la depressione delle Aleutine, che staziona in modo quasi permanente sulle isole omonime, situate a ovest dell'Alaska.
L'area ciclonica è uno dei centri motori delle perturbazioni di origine atlantica che raggiungono il continente europeo; con la sua azione condiziona, pertanto, il clima e le condizioni meteorologiche di una vasta area dell'emisfero boreale.
La sua posizione, a sud del vortice polare, può variare nelle singole stagioni, pur rimanendo comunque generalmente compresa tra il 55º e il 70º parallelo nord, mentre a livello longitudinale i limiti rientrano tra l'11º meridiano est e il 61° ovest, con valori minimi di pressione oscillanti mediamente, al centro del vortice, tra i 990 e i 1000 hPa: mentre i valori isobarici minimi vengono solitamente registrati in inverno, quelli massimi tendono a registrarsi in primavera.
Non è infrequente la fusione, seppur temporanea, tra la bassa pressione d'Islanda e il vortice polare in un'unica grande area depressionaria. In tal caso, la saccatura ciclonica tende a far assumere la disposizione meridiana al suo asse maggiore, con un affondo in direzione nord-sud. Tale disposizione può determinare l'incremento dell'intensità del flusso zonale della corrente a getto lungo i bordi settentrionali della precedente e della seguente area di alta pressione, tendendo a favorire, attraverso il processo di cut off, il distacco e l'isolamento dell'estremità meridionale della struttura vorticosa.
La struttura ciclonica della depressione d'Islanda può uscire temporaneamente dallo scenario meteorologico, in presenza di un'espansione dell'anticiclone delle Azzorre verso latitudini molto settentrionali; in tal caso, la depressione può spostarsi verso ovest in pieno oceano con movimento retrogrado, oppure essere spinta ulteriormente verso nord dalla risalita anticiclonica, fino a diventare parte integrante del vortice polare.
Mentre la sua intensità è rimasta costante nel tempo, la posizione, pressoché immutata negli ultimi due secoli, ha subito invece un lieve spostamento del minimo verso sud-ovest tra il 1870 e il 1890 e tra il 1910 e il 1930.
Ulteriori lievi spostamenti verso sud si sono registrati nelle stagioni invernali comprese tra il 1949 e il 1971, per poi tornare gradualmente alla posizione originaria dal 1982 in poi.
Più significativo risulta invece lo spostamento verso est nella stagione estiva, che ha avuto inizio dal 1972 in poi.
L'indice NAO (North Atlantic Oscillation) è un indice calcolato in base alle differenze di pressione atmosferica che si registrano, in pieno oceano Atlantico, tra il minimo barico della depressione d'Islanda e i massimi altopressori dell'anticiclone delle Azzorre.
Vengono, quindi, misurati gli scarti che si verificano nell'arco di un intero anno, rispetto al valore medio di riferimento, convenzionalmente stabilito in base alle medie pluriennali del passato. Una NAO positiva è caratterizzata da un valore medio di pressione superiore a quello di riferimento, con la depressione d'Islanda caratterizzata da un minimo barico più profondo e un anticiclone più potente per gli elevati valori altopressori; una NAO negativa si riscontra con depressione meno attiva e anticiclone meno potente.
Generalmente, in presenza di indice NAO positivo, il flusso occidentale lungo i paralleli prevale su quello meridiano. Nella stagione estiva una forte alta pressione delle Azzorre può prevalere sull'anticiclone subtropicale africano o unirsi ad esso; il flusso atlantico oceanico, inoltre, può anche portare più facilmente infiltrazioni di aria fresca dall'oceano Atlantico e generare improvvise precipitazioni sull'Italia e sull'Europa centro-meridionale. Nella stagione invernale, invece, l'indice NAO positivo è segnale di un'alta pressione delle Azzorre molto forte sull'Europa meridionale, con un'azione stabilizzante, ma allo stesso tempo è anche responsabile dell'arrivo di aria più mite e umida dall'oceano Atlantico, con clima mite e piovoso sull'Europa occidentale e centro-settentrionale; mentre il bacino occidentale del Mediterraneo rimane più facilmente protetto dall'azione stabilizzante dell'alta pressione delle Azzorre, si può avere ciclogenesi solo sulla parte più orientale del Mediterraneo.
L'indice NAO negativo, al contrario, è generalmente responsabile di prevalenza del flusso meridiano della corrente a getto su quello occidentale (zonale), a causa di azioni più deboli sia della depressione d'Islanda sia dell'anticiclone delle Azzorre. Questo può così generare onde di calore in estate sull'Italia e sull'Europa centro-meridionale, a causa della maggiore espansione verso l'Europa dell'anticiclone subtropicale africano. In inverno, invece, per richiamo di aria polare o subpolare possono generarsi aree cicloniche piuttosto fredde sul continente europeo, anche estese in oceano Atlantico, fino al bacino del Mediterraneo: talvolta, a seguito dell'ingresso di aria umida dall'oceano Atlantico attraverso una delle porte occidentali, si possono avere anche ciclogenesi secondarie (depressione delle Baleari, depressione del Golfo del Leone, ecc.) e si hanno così condizioni meteorologiche più perturbate e instabili anche sull'Europa meridionale e tutto il bacino del Mediterraneo.
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