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DMZ è una serie a fumetti statunitense creata da Brian Wood e dal disegnatore italiano Riccardo Burchielli. È stata pubblicata dalla DC Comics per l'etichetta Vertigo dal 2006 al 2012. La storia si svolge in una realtà ucronica in cui negli Stati Uniti d'America è scoppiata una seconda guerra civile[1]. La zona di Manhattan, nel cuore della città di New York si trova tra i due fronti in lotta e viene dichiarata zona demilitarizzata, ovvero "Demilitarized zone", di cui il titolo DMZ è l'acronimo.[1]
DMZ | |
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serie regolare a fumetti | |
Copertina di Vertigo Hits-DMZ vol.1 : Sulla Terra. Edizione italiana RW/Lion Comics. Disegni di Brian Wood.
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Lingua orig. | inglese |
Paese | Stati Uniti |
Testi | Brian Wood (co-creatore) |
Disegni | Riccardo Burchielli (disegnatore principale, co-creatore), Brian Wood (copertine (nn.1-34), tavole aggiuntive, schemi), John Paul Leon (copertine dal n.35), Jeromy Cox (colorista) |
Editore | DC Comics - Vertigo |
1ª edizione | gennaio 2006 – febbraio 2012 |
Albi | 72 (completa) |
Editore it. |
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Collana 1ª ed. it. | Vertigo Hits/Vertigo Book |
1ª edizione it. | novembre 2007 – marzo 2013 |
Genere | guerra |
Il protagonista è l'aspirante fotoreporter Matty Roth che si trova suo malgrado sull'isola di Manhattan e decide di riportare come giornalista quello che realmente accade a chi è rimasto intrappolato su quello che sembra essere un fronte di guerra[1].
L'impegno militare all'estero e la disattenzione per i problemi interni al paese ha portato il Governo americano a sottovalutare le milizie antisistema diffuse in tutto il territorio[1]. Gli Stati Centrali sono i primi a ribellarsi e scatenano una seconda guerra civile americana[1]. Le fazioni in lotta sono l'esercito americano, che rappresentano le istituzioni e le truppe degli Stati Liberi, formate da coloro che disconoscono l'autorità del Governo della Casa Bianca[1]. Nello Stato di New York si assesta un fronte di guerra che vede schierate nel New Jersey le truppe degli Stati Liberi mentre l'esercito regolare è stazionato a Brooklyn, Queens e Long Island[2]. L'isola di Manhattan si trova isolata nella terra di nessuno tra i due schieramenti. In seguito ad accordi tra le parti viene denominata territorio demilitarizzato, ovvero DMZ[2]. La zona è però teatro di continue guerriglie e anarchia. La popolazione qui intrappolata ne subisce le conseguenze ma continua a sperare e sopravvivere[2]. Il canale Liberty News decide di inviare un gruppo di giornalisti durante un precario cessate il fuoco. La speranza è quella di avere un reportage di quanto sta realmente accadendo all'interno della DMZ dopo 5 anni di conflitto[2]. Organizza quindi una troupe formata dal giornalista premio Pulitzer Victor Ferguson, alcuni militari degli Stati Uniti a cui si aggiunge Matthew "Metty" Roth, giovane fotoreporter[2]. Il gruppo viene portato sull'isola atterrando nel Lower East Side ma la situazione è più pericolosa del previsto e la tregua sembra non reggere. A parte Matty vengono tutti uccisi e l'elicottero viene distrutto[2]. Il fuoco ostile viene da più postazioni e i cecchini non sono identificati. Matty riesce a conservare parte della sua attrezzatura e il pass da giornalista ma vorrebbe andarsene e il Liberty News è d'accordo nell'orchestrare un'operazione di recupero. Per mettere in sicurezza la zona di estrazione l'esercito bombarda in maniera indiscriminata una parte della città, disinteressandosi dei residenti[2]. I militari dopo essere atterrati vengono nuovamente attaccati e Matty riesce a salvarsi miracolosamente assistendo personalmente al fallimento dell'esercito regolare nel tentativo di creare una testa di ponte a Manhattan[2]. Viene aiutato a nascondersi grazie a una ragazza di nome Zee che cerca di aiutare i feriti e i malati avendo fatto qualche anno di medicina prima del conflitto. Matty rimane colpito dal caos che regna nella zona DMZ e allo stesso tempo è sorpreso da come la popolazione si sia organizzata per sopravvivere[2]. Zee è l'esempio della forza e dell'altruismo dell'animo umano che permette a Manhattan di mantenere un minimo di vitalità. L'intraprendenza di alcuni cittadini ha poi portato alla edificazione di colture di frutta e verdura sui tetti dei palazzi al fine di raggiungere un’autosufficienza alimentare. Esiste persino una forma rudimentale di commercio e artigianato. Tutto questo ha portato alla formazione di un microcosmo isolato dal mondo dove la volontà di chi vuole riportare l'ordine e una vita civile si scontra con le barbarie delle fazioni in guerra che considerano, di fatto, la zona come un territorio di conquista e mattanza[2]. Matty comunica al Liberty News che decide di rimanere e inviare notizie di cui è testimone, in gran parte ignorato dal resto del mondo[2].
Nella DMZ arriva il caldo afoso dell'estate, una stagione tristemente nota come il "periodo dei massacri"[3]. Matty assiste infatti a un aumento insensato degli attacchi terroristici, dello scontro tra gang e le uccisioni di soldati statunitensi da parte di cecchini[3]. L'apice viene raggiunto dall'esplosione di una bomba sporca nei pressi della statua della Libertà, con conseguente rilascio di radiazioni[3]. In questo scenario caotico viene contattato dalle milizie degli Stati Liberi e portato nel New Jersey. Qui gli mostrano che il giornalista Viktor Ferguson è ancora vivo e lo deve comunicare all'esercito statunitense[3]. Matty è confuso ma esegue quanto gli è stato ordinato e raggiunge a piedi la zona dove stazionano le truppe del Governo a Brooklyn[3]. Qui trova ad accoglierlo anche il padre con il quale ha un rapporto conflittuale e che lo aveva raccomandato per far parte della troupe. Viene fornito di nuovi strumenti quali un computer con un software aggiornato, un nuovo tipo di telefonino, un congegno per segnalare un prelievo immediato, contanti, antibiotici e altri materiali[3]. Gli ufficiali e lo stesso network Liberty News sembrano non fidarsi di lui ma ormai si è inserito e ha preso contatto col loro nemico e diverse fazioni in lotta a Manhattan[3]. Inoltre Matty ha la ferrea volontà di tornare nella DMZ per riportare ciò che sta avvenendo senza censure[3]. Anche lui però non si fida degli esponenti di un Governo sempre di più delegittimato e quindi si disfà di tutto il nuovo equipaggiamento e smette persino di prendere antibiotici per timore che contengano un congegno tracciante. Vuole essere libero e non monitorato[3]. Durante un notiziario in televisione, mezzo gestito dal Governo degli Stati Uniti, assiste incredulo alla dichiarazione che sia lui sia Ferguson sono stati uccisi dai soldati dell'Esercito degli Stati Liberi[3]. Ora gli USA hanno un pretesto per invadere Manhattan e portare le loro truppe a uno scontro diretto coi ribelli nel New Jersey[3]. Matty diviene consapevole di come la propaganda tramite i mezzi d'informazione è l'arma con la quale la Casa Bianca è riuscita a fermare l'avanzata della rivoluzione degli Stati Liberi[3]. Un massiccio bombardamento di notizie che descrive i ribelli e le forze anti-sistema come terroristi, fascisti e/o comunisti, criminali di guerra. La manipolazione dei media è quindi stata una falce che ha tolto consenso e forza propulsiva all'ondata rivoluzionaria che si diffondeva nel Paese. Ferguson riesce a fuggire, con l'aiuto di un infiltrato, dalla zona controllata dagli FSA e si ricongiunge con Matty ma non si rende conto che l'esercito regolare statunitense non può permettere che rimanga in vita e infatti viene brutalmente ucciso da soldati statunitensi da lui creduti i salvatori[3]. Matty riesce a fotografare l'accaduto e capisce che l'unico modo per fermare l'invasione non è quello di divulgare le foto ma minacciare i vertici militari di diffonderle smascherando così la propaganda della leadership politica[3]. Grazie a un telefonino rudimentale (assemblato da Wilson) si mette in contatto con il colonnello Harriman (ufficiale in capo dell'armata USA sul campo) e gli propone un accordo: interrompere i bombardamenti e l'invasione di Manhattan, rendere noto che lui è ancora vivo e che Ferguson è morto per errore ucciso da fuoco amico e non per mano degli FSA[3]. Il colonnello accetta e viene così sventata un'operazione che avrebbe provocato migliaia di morti. Matty decide però di rompere il suo contratto con Liberty News, anch'essa compromessa con il potere centrale, d'ora in poi sarà un reporter indipendente e avrà la possibilità di scegliere il canale tramite il quale diffondere le sue notizie[3].
Il Governo degli Stati Uniti decide di iniziare una serie di lavori pubblici nella DMZ per tentare una ricostruzione di un'area urbanistica ormai devastata da anni di abbandono e guerriglia[4]. Le zone interessate alla ricostruzione e restauro sono l'Empire State Building, Central Park, il Ponte di Brooklyn, Gramercy Park, il Museo Cloisters e la Zona di Ground Zero[4]. L'immensa mole di lavori viene data in appalto alla Trustwell, potentissima multinazionale fornitrice dell'esercito e proprietaria di una milizia privata, principale addetta (per gli USA) alla riedificazione post-bellica, posizione leader acquisita dalle guerre in Medio Oriente[4]. Come sede del quartier generale della ricostruzione viene scelta la parte ancora agibile della sede dell'ONU. Il Governo ha infatti garantito che alle truppe mercenarie della Trustwell si affiancheranno i caschi blu dell'ONU[4].
La reputazione della Trustwell di corporation corrotta la cui storia è macchiata da scandali e truffe è risaputa non solo da Matty ma anche dai newyorchesi. Inoltre è evidente che la scusa della ricostruzione di importanti zone storiche della DMZ è una mossa sia politica sia militare da parte di Washington per riprendere il controllo di una città che ormai è divenuta il simbolo della nuova guerra civile[4]. Gli abitanti però non accettano questa ingerenza e si formano da subito cellule militanti anti-governative, non supportate dall'esercito degli Stati Liberi ma nate apparentemente da volontari che vivono nella DMZ[4]. Matty vuole indagare e grazie alla giornalista Kelly Connoly ha stabilito un contatto con il canale di notizie IWN che gli garantisce piena libertà d'informazione verso il mondo esterno[4]. Kelly è andata personalmente a Manhattan per contattarlo e garantirgli il supporto del suo network. Grazie a lei acquisisce una nuova identità e viene assunto come lavoratore da parte della Trustwell[4]. Una volta all'interno assiste a due violenti attacchi suicidi (con dispositivi esplosivi) da parte delle cellule antigovernative. Tra le vittime ci sono soldati statunitensi, mercenari della Trustwell e anche civili[4]. Il messaggio è chiaro, Manhattan non si riconosce nel Governo centrale di Washington e non vuole più interferenze su quello che ormai vuole essere un territorio indipendente[4]. Matty, con una mossa spregiudicata, si arruola suo malgrado in una di quelle che viene bollata come cellula terroristica dall'informazione mainstream[4]. Una volta avuta la fiducia del leader del gruppo viene scelto per la missione più ardita: colpire il segretario delle Nazioni Unite durante una conferenza stampa alla sede dell'ONU nella DMZ[4]. Il suo compito è portare una donna nelle vicinanze dell'evento, dopo di che la militante di nome Amina viene imbottita di esplosivo ed è pronta a farsi esplodere[4]. Matty non riesce ad andare fino in fondo e strappa il dispositivo di detonazione dal corpo della volontaria[4]. L'atto non porta però a salvare il segretario dell'ONU il cui convoglio viene assaltato mentre esce dalla DMZ, il suo assassinio rende evidente un'agenda occulta dietro la guerra aperta che si sta già combattendo tra la U.S. Army e l'esercito degli FSA[4]. Sembra comunque sospetto che l'obbiettivo sia stato eliminato nonostante il fallimento dell'attentato. Matty è ora costretto a nascondersi insieme ad Amina anche dai componenti della cellula, ma viene contattato da colui che conosce come Il Comandante, massima autorità militare dell'esercito degli Stati Liberi nella zona del checkpoint al Lincoln Tunnel[4]. Questi gli rivela che dietro la morte del segretario dell'ONU e la fornitura di armi alle cellule terroristiche vi è la stessa Trustwell[4]. Causando questi disordini ha portato al ritiro dei caschi blu dalla DMZ è ha avuto carta bianca per poter agire con le sue milizie all'interno della DMZ e probabilmente ha ricevuto aumenti sui pagamenti ricevuti dal Governo. Ma ciò che si rivela più inquietante è la teoria che le stragi causate nella DMZ siano state approvate dalla stessa Casa Bianca per poter così avere delle truppe di mercenari, non appartenenti all'esercito statunitense, e libere di agire all'interno della DMZ senza più neppure le limitazioni delle Nazioni Unite[4].
Vista la situazione il Comandante fa intervenire alcuni soldati dell'Esercito degli Stati Liberi e riesce a catturare diversi esponenti delle cellule terroristiche, grazie anche alle informazioni raccolte da Matty[4]. Questi riesce a filmare (senza autorizzazione del Comandante) le confessioni di alcuni di loro che rivelano il legame tra gli attentati terroristici e la Trustwell, supportata dal Governo ufficiale degli Stati Uniti[4]. Il servizio viene trasmesso dalla Independent World News, il network di Kelly, il nuovo canale usato dal reporter dopo la rottura con Liberty News[4]. La notizia costringe la Trustwell a ritirare le sue milizie private e l'autorità governativa di Washington perde ogni tipo di fiducia e credibilità residua verso il Paese. Matty diviene una specie di eroe per molti degli abitanti di Manhattan, la sua attività giornalistica indipendente diviene la più potente delle armi per garantire autonomia e protezione di quella zona di New York ormai tristemente nota come la DMZ[4].
Liberty News incarica Matty di intervistare il soldato semplice Stevens e il suo comandante (della U.S. Army) in vista del verdetto riguardo a Il Massacro del giorno 204, un momento indelebile nella memoria dei newyorkesi e un punto di svolta per la situazione politico-militare della città di New York[5]. L'evento è avvenuto all'inizio della guerra e le truppe dell'esercito statunitensi sembravano riuscire nel tentativo di prendere il controllo di Manhattan relegando l'esercito degli FSA nel New Jersey[5]. Col passare dei mesi però, nonostante il controllo delle grandi arterie della città, la situazione rimaneva caotica e i soldati dell'esercito regolare si ritrovano impantanati in una guerriglia di strada dove non vi è un fronte ed il nemico da combattere sembra nascondersi dietro ogni angolo[5]. Al giorno 204 la pattuglia del sergente Nunez si imbatte, sotto uno pioggia battente, in una marcia pacifista di cittadini. La visibilità è scarsa e la tensione è alta, girano voci che i ribelli si mischiano ai civili o che diversi newyorkesi si sono uniti alla loro causa[5]. Nella versione ufficiale il soldato Mercer dice di aver visto un uomo armato e Nunez ordina di aprire il fuoco sulla folla in quanto potrebbe essere ostile e pericolosa. Muoiono 98 civili, nessuno appartenente all'esercito degli Stati Liberi[5]. La tragedia porta gli abitanti a rivoltarsi contro lo stesso esercito statunitense e ad assumere posizioni antigovernative. Si assiste in questo momento a un cambio di prospettiva, sia locale sia internazionale, nei confronti della guerra civile in corso[5]. D'ora in poi diventa più difficile per le istituzioni e i media tacciare i soldati ribelli come terroristi, anteponendosi a loro come forza portatrice di ordine e giustizia[5]. Tuttavia la truppa non viene sanzionata in quanto viene ritrovata un'arma e quindi le regole d'ingaggio sono state rispettate. In contrasto al primo rapporto della truppa vi è il soldato Stevens che è l'unico a non aver sparato e non appoggia la versione del sergente Nunez e dei suoi commilitoni.[5]. Stevens sostiene che non vi era certezza della presenza di uomini armati ed è stato lui a dare l'allarme in quanto si trovava in uno stato confusionale e febbricitante. Nunez ha dato l'ordine senza verificare la presenza di una reale minaccia ai suoi uomini. Subito dopo l'eccidio ha ordinato di posizionare un'arma vicino a una vittima e di raccogliere più bossoli possibile per ridimensionare l'enorme mole di fuoco scatenata sulla folla[5]. Dopo tre anni sta arrivando la sentenza e Matty ha modo di recarsi a Long Island al quartiere di Liberty News per sentire le due versioni, quella di Stevens e quella ufficiale di Nunez. La sua sensazione è che il Governo voglia scaricare la responsabilità di quanto accaduto su Stevens e/o Nunez dimostrandosi vicino alla sofferenza causata ai newyorkesi[5]. Stando alle testimonianze raccolte da Matty nella DMZ si è comunque trattato di un massacro di civili dovuto all'enorme stress e confusione di quei giorni, uniti alla volontà politica del Governo di mantenere il controllo della città, anche a discapito di vittime tra i civili[5]. Clamorosamente nel giorno della sentenza non vi è però una condanna ma un semplice congedo punitivo[5]. Gran parte della DMZ insorge e protesta presso i checkpoint dell'esercito e vi sono disordini in tutta la città. Al fine di calmare gli animi Matty assiste attonito mentre un elicottero militare porta il soldato Stevens al centro di una feroce protesta e lo abbandona a una folla inferocita che lo aggredisce, percuotendolo a morte[5]. Dopo tutto questo decide comunque di scrivere un articolo sulla vicenda, sapendo che difficilmente sarà reso pubblico ma lo spedisce alla madre di Stevens[5]. Nel frattempo le rivolte si placano come se la colpa fosse dell'unica persona che, nell'intera vicenda, aveva dimostrato un minimo di integrità e senso di giustizia[5].
In questo arco narrativo l'autore Brian Wood dedica ognuno dei sei capitoli a un diverso personaggio. Tutte le storie riguardano residenti della DMZ e il loro coinvolgimento più o meno indiretto con il conflitto in corso[6]. Si assiste quindi alle vicende che riguardano un attempato disegnatore di graffiti conosciuto come Decade Later, alla ex terrorista suicida Amina, salvata da Matty ma ora perduta e confusa, al Boss di Chinatown Wilson, al DJ Random Fire, e al disertore (degli Stati Liberi) Soames, ora leader del gruppo conosciuto come Fantasmi[6]. Nota particolare riguarda la giornalista Connely, con la quale Matty ha un rapporto sia sentimentale sia professionale, la quale viene trovata morta in seguito del suo ennesimo tentativo di cercare un scoop giornalistico nelle zone di guerriglia[6]. L'intero arco narrativo ci evidenzia attraverso questi personaggi come dietro ogni guerra "ufficiale" esiste una guerra nascosta combattuta per interessi personali o da gruppi politici/economici che sfruttano la situazione per ottenere potere e/o ricchezza[6]. In questo contesto si hanno personaggi come il sino-americano Wilson che pur mantenendo un atteggiamento neutrale assume il controllo di Chinatown, e sta preparando risorse umane ed economiche in attesa dell'inevitabile tracollo (secondo le sue previsioni) degli Stati Uniti[6]. A quel punto saranno i cinesi, da lui indottrinati e inquadrati, a prendere il controllo dell'isola di Manhattan trasformandola in città-Stato[6]. Altra agenda è quella della Corporation Trustwell, compagnia leader nella ricostruzione post bellica, che sta guidando un esercito privato che dissemina caos e causa attentati, come quello che colpisce il club del DJ Random Fire[6]. Il fine è quello di esacerbare gli animi delle parti belligeranti al fine di portare più distruzione e macerie (materiali e umane) possibili. La Trustwell guadagnerà miliardi nella ricostruzione del Paese partendo dalle ceneri di una guerra che sta contribuendo ad alimentare[6].
Inaspettatamente pare esserci una svolta tra i due contendenti riguardo alla DMZ, si stabilisce un cessate il fuoco tra la U.S. Army e gli FSA per arrivare a delle elezioni democratiche al fine di nominare un governatore per la zona demilitarizzata di New York[7]. Ne segue un cessate il fuoco al quale, stando alle notizie dei principali media, hanno aderito anche i gruppi paramilitari della DMZ[7]. Il luogo delle consultazioni e le conferenze stampa si tengono nella zona dell'East Village, all'interno del palazzo della Cooper Union, presidiato dai caschi blu dell'Onu[7]. Tali unità non si vedevano sul territorio dai tempi dell'attentato al Segretario dell'ONU. Matty vuole partecipare alla prima storica conferenza stanza con i rappresenti degli Stati Liberi e degli emissari del Governo di Washington ma per farlo ha bisogno di un lasciapassare che ottiene rinnovando un contratto con la Liberty News, organo d'informazione ufficiale dal quale si era dissociato poco dopo il suo arrivo nella DMZ[7]. Alla conferenza nota subito qualcosa di sospetto in quanto è presente in forma ufficiale la Trustwell Corporation in qualità di garante della ricostruzione delle infrastrutture necessarie alle elezioni. Inoltre i vari gruppi militanti non schierati, e formati principalmente da newyorchesi, sono solo stati invitati come ospiti ma pare che i loro leader siano esclusi da qualsiasi fase delle consultazioni e conseguenti elezioni[7]. Diventa difficile capire le vere intenzioni della Casa Bianca (che sembra mostrare un cedimento nella sua linea politica) e degli FSA, apparentemente pronte a retrocedere nella loro avanzata.
I dubbi di Matty vengono confermati, poco fuori Union Cooper, dal leader carismatico della zona di Uptown, ovvero da Parco Delgado, un personaggio finora irraggiungibile per il giornalista[7]. Parco gli ribadisce che si tratta di una messa in scena che vuole di fatto escludere qualsiasi possibile Governatore che faccia gli interessi della città. Come accadeva prima della guerra tra i Repubblicani e i Democratici, ti spingono a scegliere tra due schieramenti apparentemente opposti ma che sono due teste dello stesso mostro bicefalo, non cambierebbe nulla[7]. Matty è da subito affascinato dal carisma e dalle parole di Parco il quale lo invita nel suo territorio e gli dichiara di volersi candidare autonomamente facendosi pubblicità grazie al consenso sul territorio e all'enorme gruppo di fedelissimi denominati Delgado Nation formato dai cittadini dell'Harlem spagnola (lui è ispanico) e da quelli di Washington Heights[7]. Matty decide di inviare un articolo alla Liberty News dove sottolinea l'importanza che leader autonomi come Parco possano partecipare alle elezioni. Il suo testo viene però completamente stravolto e diffonde la notizia che Matty si è affiliato a un noto terrorista con le mani grondanti di sangue e colpevole di diversi attentati, per questo viene scisso ogni contratto con la Liberty News; agli occhi del mondo sembra passare dall'essere un giornalista indipendente ad affiliato di una grande gang di malavitosi[7]. Suo padre (al soldo della Liberty News) lo chiama e si mette in contatto col figlio per esortarlo a uscire dalla DMZ scortato dall'esercito; la chiamata non giunge inaspettata. Ciò che sorprende Matty è una telefonata da parte della madre (Madeleine Mastro) che sta per arrivare personalmente nella DMZ per incontrarlo e con lei c'è un operatore di una TV indipendente[7]. Prima dello scoppio del nuovo conflitto era un'importante consulente politico privato a Washington ma al via delle ostilità non si è più sentita a proprio agio nei palazzi del vecchio potere politico. Si è quindi trasferita in Europa per evitare di prendere posizioni considerate eversive ma ora ritorna sul campo per conoscere Parco e fare una videointervista al figlio, in maniera che esprima in prima persona la sua versione dei fatti[7]. Nel frattempo il Governo centrale, certo di vincere (in qualche modo le elezioni) e con il suo candidato già al seguito della U.S. Army è preoccupato dalla crescente popolarità del leader ispanico, monitorato da un satellite[7]. Come sottolinea Matty nell'intervista con la madre è l'unico candidato (anche se non ufficializzato) a dedicarsi ogni giorno a girare per le strade parlando alla gente e sottolineando i crimini di guerra commessi nella loro città dall'esercito del Governo di Washington e dalle (auto proclamatesi) forze militari degli Stati Indipendenti e Separatisti[7]. Poco dopo l'intervista un cecchino tenta di uccidere Parco che però non viene colpito a morte e viene portato in una località segreta dove poter essere curato e riprendersi[7]. La madre rivela a Matty che è stata chiamata dallo stesso leader ispanico per aiutarlo nella tormentata campagna elettorale per il nuovo Governatore. Cinicamente rivela a Matty che questo tentato assassinio è una carta vincente perché trasforma il suo candidato in un martire, diviene il simbolo vivente della sofferenza e dei pericoli attraversati dalla popolazione della DMZ[7]. A tal fine indice una conferenza stampa alla Cooper Union dove sottolinea la necessità di non interrompere il coprifuoco e il corretto svolgimento delle elezioni. Allo stesso tempo, indirettamente, sottolinea le interferenze di gruppi di potere intenzionati a sabotarle. Sia il Governo centrale sia gli Stati Indipendenti si affrettano a cercare di stringere un patto con la consulente politica garantendo il loro appoggio a Parco, a patto che non prenda posizioni a loro ostili[7]. Il corpo senza vita del cecchino (di genere femminile) viene ritrovato però da soldati degli FSA. Lo consegnano alla madre di Matty chiedendole di fare di tutto perché Parco venga eletto non dando retta agli inviati della Casa Bianca in quanto (a loro dire) sono i veri mandanti[7]. L'esercito ufficiale USA apparentemente è interessato a scoprire chi sia l'assassino e il mandante, rendendolo noto con i mezzi di informazione che condannano l'accaduto. Sulla scena del crimine viene anche mandato un gruppo qualificato di CSI[7]. Nonostante i disordini e la tensione crescente si arriva al giorno delle votazioni dove vengono invitati osservatori internazionali e i caschi blu per verificare il corretto svolgimento democratico[7]. Vi sono però gruppi apparentemente affiliati alla Trustwell che disseminano attentati e persino molte schede dei votanti vengono distrutte. Gli osservatori sono attoniti e non si azzardano a intervenire, membri dei caschi blu dell'ONU scompaiono e vi sono morti anche tra chi si reca al seggio[7]. Parco, nascosto fino a quel giorno e ancora debilitato si presenta in prima persona per partecipare alle votazioni, esorta i cittadini alla calma e a non alimentare coloro che vorrebbero invalidare l'unica possibilità di eleggere un governo indipendente per la città[7]. Alla fine del conteggio (anche se irregolare) i voti a suo favore sono nettamente superiori a quelli dei suoi avversari. Tra due mesi prenderà la carica di Governatore e dovrà nominare un consiglio cittadino[7]. Chiede esplicitamente a Matty di volerlo al suo fianco per condurre la DMZ alla normalità e a un nuovo futuro per i suoi martoriati cittadini. Il giornalista non esita a rispondere che può contare, senza remore, su di lui[7].
Matty trova un passaggio per raggiungere Staten Island, una zona della città dove ha vissuto in passato per diversi anni. Si tratta di una zona anomala in quanto il giornalista vi ha osservato un notevole movimento di truppe ma da quel luogo non sono mai partite iniziative militari. Eppure la sua zona strategica a sud-ovest dell'Isola di Manhattan e posta tra il New Jersey e Brooklyn la renderebbe tecnicamente una zona del fronte. Una volta giunto sul posto si trova di fronte una situazione del tutto inaspettata in quanto vi si trovano a convivere e commerciare sia soldati degli Stati Liberi sia soldati dell'esercito ufficiale statunitense, che ufficialmente ne ha il controllo militare. Vi sono almeno 39 rappresentanti dei 52 Stati e qui sembra essere in vigore un armistizio, anche se i vertici delle catene di comando ne sono all'oscuro. Come gli viene spiegato, fuori dalle dichiarazioni ufficiali, dal comandante in capo della U.S. Army, qui nessuno crede nella guerra fratricida in atto, una follia destinata presto a passare alla storia. Con la copertura di alcune alte cariche in comando a Staten Island non s'intraprendono manovre militare e i soldati sfruttano l'ufficiosa zona neutrale per effettuare scambi e dialogare. I membri degli Stati Liberi forniscono merci quali alcool, droghe, beni alimentari divenuti rari, musica e DVD. Inoltre forniscono informazioni esterne a quelle fornite dal loro Governo centrale di Washington mentre l'esercito statunitense gli fornisce giubbotti antiproiettile, pasti militari e persino armi e munizioni. Vi è una fratellanza che Matty trova surreale ma che allo stesso tempo lo rincuora in quanto in quei momenti s'illude che possa ancora esistere un'America unita. L'illusione non è però destinata a durare in quanto viene avvicinato da un soldato degli FSA che gli consegna una lettera per Parco, il nuovo Governatore e poco dopo viene sottratta al comandante della U.S. Army una fiala contenente un'arma batteriologica. Si tratta di un atto di guerra che mette in pericolo entrambe le fazioni e determinerebbe un intervento dei vertici militari. Ne seguono imprigionamenti e torture nei confronti dei soldati degli FSA e alla fine chi se n'era impossessato la riconsegna ma viene ucciso brutalmente. Viene così a mancare una fiducia reciproca costruita nel corso degli anni e forse la situazione non tornerà più quella di prima. Matt viene subito allontanato da Staten Island e gli viene intimato che se mai parlerà di quello che è successo gli verrà data la caccia e sarà ucciso. L'istinto animale della guerra sembra ormai inarrestabile e sta contaminando l'intero paese come una piaga, la paura genera nemici, il nemico porta alla violenza e sangue, il cerchio è destinato a ripetersi.
Il nuovo Governatore della DMZ, Parco Delgado, si annuncia con un discorso d'insediamento che ha una risonanza mondiale. Dichiara che ogni soldato appartenente sia all'esercito statunitense (U.S. Army) sia agli Stati Liberi (FSA) ha dieci giorni per abbandonare la DMZ in quanto considerato ostile o d'intralcio al nuovo potere legittimamente eletto, la corporation Trustwell è invece considerata talmente pericolosa e tossica per la società che ha dieci ore di tempo soltanto[8]. Tutti i contratti in essere stipulati dalla compagnia e il Governo di Washington sono nulli. Il nuovo governo della DMZ viene di fatto proclamato autonomo dalle fazioni in lotta, indipendente da influenze straniere e operativo solo nell'esclusivo interesse dei suoi cittadini, assume quindi una forma di Governo assimilabile a una "Città Stato"[8]. Matty si ricongiunge con Delgado solo dopo l'insediamento dopo un allontanamento di qualche settimana e si aspetta di ottenere il ruolo di addetto stampa e consigliere politico di Delgado ma con sua sorpresa quel ruolo è occupato già da sua madre, fondamentale tra l'altro nel portare al potere il nuovo leader[8]. Delgado si giustifica sottolineando come sua madre abbia esperienza nella politica internazionale, ha i contatti e conosce i mezzi migliori per diffondere le informazioni. Questo non significa che Matty sia fuori dai giochi, anzi Parco ha per lui una missione fondamentale per il mantenimento del potere[8]. Il nuovo Governatore conosce bene l'amicizia che intercorre tra Matty e il leader indiscusso di Chinatown, unico distretto a non aver votato e a non riconoscere dichiaratamente il nuovo Governatore, affida quindi al reporter il compito di scoprire dove si trova il tesoro del Quartiere Cinese. Si tratta di un'enorme quantità di soldi e beni preziosi che i suoi abitanti, sotto la guida di Wilson, avrebbero depredato dalla città in preda al caos e all'abbandono dei primi giorni di occupazione[8]. Molti ritengono sia una leggenda urbana ma Delgado pare avere altre fonti. Matty è sconcertato dalla richiesta, un compito che non si sarebbe mai aspettato, ma il Governatore gli spiega che ha bisogno di riserve finanziarie per alimentare una rete di servizi segreti e milizia personale che lo proteggano dagli inevitabili tentativi di toglierlo dal suo seggio di potere al Municipio[8]. I suoi fedelissimi della Delgado Nation sono bastati solo finora ma da adesso la Guerra di Potere assume una nuova scala e richiede nuove risorse[8]. Matty, incapace di sottrarsi alla carismatica personalità di Parco, si reca da Wilson, ambasciatore della pretenziosa richiesta del Governatore[8]. Sorprendentemente il boss di Chinatown ammette l'esistenza del leggendario tesoro e ne svela l'origine. Tali risorse appartenevano alla centrale di una grande impresa bancaria i cui beni e riserve andavano prelevati da una guarnigione dell'esercito statunitense in ritirata dalla città. I soldati preposti decisero però di seppellire tutto sotto gli edifici usando esplosivi per poi tornare a riprenderselo (per loro) una volta calmatosi il primo scontro tra esercito ufficiale e ribelli e la successiva evacuazione di Manhattan[8]. Quando tornarono la comunità asiatica e i nipoti di Wilson si erano già accorti dell'anomala operazione e avevano depredato tutti gli asset del gruppo bancario. Matty è sorpreso che Wilson sia disposto a dargli un'ingente quantità di denaro per finanziare il sistema di potere di Delgado ma l'anziano cinese si dimostra saggio e lungimirante. Non vuole scatenare una guerra con la Delgado Nation e infatti il Governatore ha fatto seguire Matty da un gruppo di uomini armati all'insaputa dello stesso reporter. Wilson è consapevole della caparbietà dell'ex capo gang e quindi stringe un patto il fidato Matty[8]. Per mantenere la pace deve convincere Parco che le risorse versategli rappresentano gran parte del tesoro di Chinatown e Wilson deve essere considerato un alleato disposto a sposare gli obbiettivi del nuovo governo autonomo. Matty, disposto a riferire il messaggio e il tesoro (raccolto in borse piene di lingotti), lascia Chinatown accompagnato da uomini della Delgado Nation, la destinazione è la zona conosciuta come Parco City, area urbana del Municipio e distretto presidiato dai fedelissimi di Parco[8]. Lungo il tragitto sono però vittima di un agguato, forse causato da qualche cecchino ostile al nuovo leader della DMZ. Come già previsto i dissidi e le minacce verso la nuova amministrazione arrivano sia da infiltrati dell'esercito, sia da milizie clandestine della Trustwell e da cittadini newyorkesi ostili a Delgado, da alcuni visto come rappresentante della comunità ispanica e afroamericana[8]. Tale aspetto alimenta un vile razzismo anche all'interno di un'enclave con le stesse problematiche quale la DMZ, a questo si aggiungono vecchie faide di gang che risalgono fino al periodo giovanile di Parco. In soccorso di Matty e degli uomini del Governatore arrivano soldati degli Stati Liberi che sembrano, in questo caso, porsi (non ufficialmente) al fianco di Delgado. Matty riceve la conferma che deve affidare il bottino al loro leader, già conosciuto in passato da Matty al Lincoln Tunnel, punto d'ingresso nella zona degli FSA[8]. Si tratta di un individuo imprevedibile e propenso a commettere qualsiasi azione per portare avanti la sua rivoluzione. Nonostante questo Parco pare fidarsi e condividere con lui obbiettivi comuni. Comunica a Matty che il suo compito non è però finito ma sarà il più delicato dell'operazione e, mentre deve consegnare il tesoro agli uomini arrivati dalla Parco Nation, deve farsi portare dal Comandante ribelle in una località che gli verrà rivelata al suo arrivo. Con sé deve portare una delle borse piene di lingotti con cui effettuare un pagamento (come anticipo) alla consegna di un bene preziosissimo. Matty, con sua sorpresa, viene condotto a Central Park, la zona controllata dagli ex militanti denominatisi I Fantasmi e guidati da Soames di cui il reporter era divenuto amico anni prima poco dopo il suo arrivo nella DMZ[8]. Dopo aver mostrato l'anticipo in oro, viene portato da Soames presso la fossa dove si trova la merce di scambio e, con grande sorpresa di Matty, si tratta di un piccolo ordigno nucleare di fabbricazione militare. In passato è stato sepolto nel Parco e ora I Fantasmi ne sono in possesso, pronti a venderlo a Delgado[8]. Soames dichiara che non vedeva l'ora di liberarsene e nelle strategie future giocherà un ruolo fondamentale per garantire la stabilità e autonomia della città. Negli accordi con Parco rientra anche la concessione di Central Park ai Fantasmi, che rimangono autonomi, e in caso di attacchi o pericoli esterni, gli uomini del Governatore li proteggeranno[8]. Soames suggerisce a Matty che questo è anche il suo momento di avanzare delle pretese visto che l'ordigno deve essere messo in sicurezza e consegnato a lui personalmente, persino il rappresentante degli Stati Liberi deve lasciare la zona e tornare verso il New Jersey a piedi. Matty decide quindi di tentare un azzardo e dopo aver spento le comunicazioni con Parco, invece di dirigersi verso la Parco City, si reca a Times Square e li si ferma in attesa di riprendere le comunicazioni[8]. Quando i due si rimettono in contatto le richieste di Matty per una pacifica consegna dell'arma sono chiare: Parco deve licenziare sua madre (di Matty) Madeleine di cui vuole il ruolo, gli devono essere consegnate credenziali diplomatiche, il suo status di consigliere del Governatore deve essere riconosciuto ufficialmente e pretende inoltre che gli sia affidata una guardia personale ai suoi ordini. Parco ammira il coraggio e la determinazione di Matty di cui ne accetta le condizioni, quasi si aspettasse una mossa di questo tipo da lui[8]. Stiamo entrando nel secondo mese del mandato di Delgado e un primo obiettivo è stato raggiunto, a parte qualche piccolo scontro e dissenso, per ora nella DMZ si è mantenuta la pace. Non vi sono apparenti interferenze esterne ma bisogna sottolineare che a livello internazionale il Canada e la Comunità europea non hanno riconosciuto il nuovo governo autonomo di New York, lo stesso Governatore è ancora dipinto dai media come un ex gangster di strada se non addirittura un terrorista[8]. In seguito al suo nuovo ruolo nell'amministrazione della DMZ, Matty vede interrompere il suo rapporto sentimentale con Zee, la paramedica con la quale stava instaurando una relazione sentimentale dopo la morte della giornalista Kelly Connelly. Si tratta della ragazza che vuole troncare la relazione e abbandona la zona di Parco City, non approva lo schierarsi di Matty all'interno dei giochi politici e di potere della DMZ. Il suo unico interesse è aiutare le persone della sua città indipendentemente dagli schieramenti e infatti i primi soccorsi li porta a una soldata mercenaria appartenente a una delle cellule delle Trustwell ancora operative e/o abbandonate nella DMZ.
«Se osservati dall'esterno eravamo un'insurrezione armata. Ma eravamo aunche un Culto, qualcosa che capisco solo con il senno di poi. Un Culto della Morte composto da uomini morti...cii erano state date i mezzi e il senso di onnipotenza. C'era stato dato il permesso. Ci siamo dati il permesso. Questa era la nostra guerra di caos controllato. Non guardavamo al futuro. Vivevamo solo giorno per giorno...ritenendoci fortunati anche solo per essere vivi ma sentendoci come dei morti che camminano e che nessuna legge (giuridica o etica) di natura socio-politica era applicabile alle nostre azioni...Ci sentivamo come Dei.»
Nonostante il cessate il fuoco e l'insediamento del nuovo regime politico (democraticamente eletto) di Parco Delgado, la DMZ è ancora disseminata di cellule composte da gruppi paramilitari che spesso fanno riferimento a forze esterne (U.S. Army, FSA o Trustwell) o a gang di criminali locali (spesso suddivise per aree urbane ed etnie). Una delle più pericolose, armate, organizzate e attive è disseminata per la Quinta Strada e controlla una delle arterie fondamentali di Manhattan a partire da Washington Square Park, arrivando a coprire la zona famosa per la presenza dell'Empire State Building[9]. In tale zona non riesce a esercitare nessun tipo di potere neppure la forza armata della Delgado Nation. Questo gruppo paramilitare autonomo è formato principalmente da ex agenti del Distretto di Polizia di New York (NYPD), da ex Vigili del Fuoco (FDNY) e altre forze dell'ordine[9]. Dipendono da una catena di comando che ha come leader un enigmatico personaggio chiamato Boss e non hanno denominazioni particolari. Alcuni si riferiscono a tale gruppo come Il Culto[9]. La caratteristica che ne accomuna gli aderenti è l'aver subito gravi lutti durante il primo tentativo di evacuazione della città, spesso si tratta della perdita della famiglia e questo mentre erano nel pieno del loro adempimento del dovere al servizio di quegli stessi cittadini che a un certo punto gli si sono rivoltati contro[9]. Soffrono di disturbo da stress post traumatico e non provano empatia per la situazione in cui versa ora Manhattan, utilizzano invece l'addestramento, la disciplina da caserma e gli armamenti a loro disposizione per procurarsi e depredare tutto ciò di cui hanno bisogno, diventando anche assassini a sangue freddo[9]. Non tollerano l'interferenza di nessun gruppo esterno e arrivano ad abbattere anche gli elicotteri della Liberty News, ad attaccare i caschi blu o qualsiasi altra forza governativa o ribelle. Non vi è poi nessuna pietà per vagabondi o saccheggiatori che vengono uccisi sul posto, non vengono risparmiate talvolta neppure le loro famiglie[9]. La disciplina militare e il controllo strategico (24 ore su 24) di zone nevralgiche seguendo turni e appostamenti di tipo militari li rende temuti da chiunque. Questa disciplina e rigida organizzazione è seguita ogni giorno da sedute di terapie di gruppo nelle quali ognuno può rivivere i traumi e i lutti subiti durante i primi giorni del conflitto e il conseguente caos[9]. Tra di loro il Boss è riuscito a instaurare un legame di tipo familiare e utilizza i loro traumi e la rabbia per dei fini che non vengono mai ben chiariti. Per esempio arriva a usare uno dei suoi soldati migliori, l'ex poliziotto Tony, per trasformarlo in una bomba umana da far esplodere in una zona affollata di Manhattan. Tony viene scelto in quanto ha perso la moglie durante il primo tentativo di evacuazione della città, mentre cercava di mantenere l'ordine i suoi cari sono stati probabilmente calpestati da una folla inferocita dopo che la massa dei fuggitivi ha capito che non vi erano mezzi di trasporto a sufficienza e sarebbero rimasti bloccati a Manhattan[9]. Tony non ha mai superato il trauma di aver trovato rivolti e senza vita i membri della sua famiglia. Il Boss ne sfrutta la precaria condizione psicologica per assecondare i propri fini. Prima di suicidarsi in un'esplosione Tony afferma: «Siamo arrivati alla fine. Ma questa volta è l'ultimo atto. Mi dispiace Meribeth (la moglie), mi dispiace ragazze (le figlie). Sono stato lontano troppo a lungo»[9]. Tony è l'esempio di come i conflitti armati, di ogni natura, aprano cicatrici non solo fisiche ma soprattutto psicologiche che segnano in maniera indelebile la personalità e lo stato emotivo di chi vi si trova coinvolto[9].
«Quattro anni fa, totalmente contro la mia volontà mi sono trovato catapultato nella DMZ. Quattro anni dopo...Ho negoziato il rilascio di ostaggi, ho esposto i legami della Trustwell con il terrorismo interno, rivelato la verità sulla storia del massacro del Giorno 204, ho aiutato la città a eleggere il suo primo legittimo governo, e fondato una fonte di notizie di notizie (su quanto accade nella DMZ). HO anche però perso Kelly Connely, Zee, mio padre, mia madre e probabilmente anche (fiducia e il rispetto) della mio Paese. Ho comprato e venduto un arma nucleare a Parco. Ho lavorato per entrambi i fronti in conflitto. Ho nascosto materiale compromettente e ricattatorio (per il Governo, gli Stati Liberi e i boss di zona) per l'intera città e ho trascorso parte del mio tempo con degli assassini. Non voglio poi neppure pensare ad Amina, Jamal, Angel e Zee, persone che ho manipolato al fine di ottenere una storia (giornalistica). (Di fronte) ho però "La Storia". Suddivisa in un migliaio di articoli, appunti, note e considerazioni, sparsa sulla mia scrivania. Se c'è un quadro (che dia senso all'insieme) da comporre. Non lo riesco a vedere. Ci sono solo molti frammenti (di una visione della verità).»
Sono passati 4 anni da quando Matty è arrivato nella DMZ come report di supporto ad un gruppo di giornalisti della Liberty News, sotto la guida di Ferguson. Matty è l'unico rimasto o sopravvissuto di quel team ma ora la sua posizione e le sue intenzioni sono cambiate radicalmente e ha deciso di prendere le parti di uno dei leader di Manhattan (e boss indiscusso della gang Delgado Nation) che è stato eletto Governatore. Gli era stato promesso un ruolo di primo piano nella nuova amministrazione autonoma della DMZ ma a distanza di mesi dall'insediamento riesce a vedere raramente Delgado che lo esclude dalla sua cerchia di collaboratori ma riesce ancora a manipolarlo per compiere operazioni che pongono la vita di Matty in pericolo e sotto i riflettori dei media[11]. Al check-point della U.S.Army sul ponte di Brooklyn viene affidato a lui il compito di dichiarare al mondo che ora la DMZ possiede un'arma nucleare e si dichiara una città stato autonoma pronta a rispondere ad ogni interferenze esterna, sia da parte del Governo di Washington, sia degli Stati Liberi o qualsiasi altra organizzazione compresa l'ONU o una corporation come la Trustwell[11]. Gli viene affiancato un gruppo di ex-soldati, disertori o fanatici sostenitori di Paco con il quale deve offrire dei soldi a quei boss di quartiere che non sostengono e riconoscono la leadership del nuovo Governatore e anzi considerano le sue politiche una minaccia alla sicurezza della città[11]. Di fatti sono dalla parte della ragione in quanto le minacce di paco di poter usare un'arma nucleare hanno dato la possibilità al Governo di Washington di ritenerlo un terrorista e di delegittimare la sua posizione di Governatore/Dittatore della DMZ. Ora l'esercito statunitense si sente appoggiato dall'opinione pubblica nazionale e internazionale a rompere le leggi che hanno stabilito per la zona demilitarizzata, sono pronti ad un'invasione e cominciano ad usare i satelliti e i droni per individuare l'ordigno nucleare. I piani di Paco per rendere sicura e indipendente la sua città gli si rivolgono contro e Matty diviene presto individuato come il consigliere oscuro di quello che viene dichiarato un leader del terrorismo. L'ex giornalista comincia a perdere anche la fiducia e il supporto dei cittadini che avevano cominciato a vederlo come la loro voce sincera e libera verso il resto del mondo. La sua stessa amante Zee lo ha lasciato e spesso non sa neppure dove si trovi Paco per diverse settimane. Matty viene inoltre usato per dare la caccia ed eliminare gruppi di mercenari della Trustwell che si trovano in città e lui stesso diventa un assassino. La pressione a cui è sottoposto è molto alta e comincia a soffrire di uno stato di stress prolungato e incertezza sulle decisioni prese. Di notte non riesce a dormire per i continui incubi, spesso sulla defunta Kelly e su Amina o gli altri orrori a cui ha assisto. Il collasso nervoso arriva quando inizia l'invasione dell'esercito statunitense che di fatto ribadisce il fallimento delle politiche in cui lui credeva.
Cade tra l'altro vittima di un pestaggio da parte dei soldati che lo lasciano in fin di vita in mezzo ad una strada. Matty vuole vendicarsi e di sua iniziativa decide di attaccare un gruppo di soldati regolari, ma preso dalla sua paranoia e nevrosi dà ai suoi uomini delle indicazioni sbagliate e vittima del loro fuoco cadono i partecipanti civili ad un matrimonio. Ora diviene persino responsabile di crimini contro l'umanità. Inoltre viene individuato il luogo in cui è stata nascosta la bomba atomica, ovvero la centrale nucleare (non più in uso) denominata Indian Point Energy Center, situata al di fuori della DMZ, 58 kilometri a nord di Manhattan nella Contea di Westchester. Rimane un mistero come vi sia arrivato e durante l'invasione della DMZ alla quale non si oppongono neanche i militanti degli Stati Liberi, Paco sembra sparito e non impartisce ordini. L'aviazione distrugge l'impianto nucleare del centro energetico Indian Point sottraendo al Governatore (ormai delegittimato) il mezzo considerato il deterrente più efficace per la sicurezza e la pace della DMZ.
«La maggior parte del tempo che ho passato qui è stato dedicato a cercare di dimostrare quanto sia vitale questa città a dispetto di tutto. (Ho riportato) l'indomito spirito di queste persone contro e nonostante tutto quello che hanno subito. Ma questa è una città morta. Ne ho avuto la prova nelle ultime due settimane. Si tratta di un malato terminale. Tenuto in vita da un supporto vitale che andava staccato parecchio tempo fa...sto perdendo la mia battaglia. Posso sentire il peso che mi sta opprimendo. Mi rende persino difficile respirare.»
A distanza di due settimane dal Fallout in seguito alla distruzione di Indian Point, la DMZ, 25 miglia a sud viene risparmiata dalle radiazioni residue grazie ai venti che sospingono le radiazioni in altre direzioni. In gran parte verso l'Oceano, l'area di Danbury/New Heaven/Bridgepoint, Long Island e parte del Connecticut, tutte zone che vengonono evacuate. A questo punto il Governo centrale convince gran parte degli statunitensi e dell'opinione internazionale che gli Stati Liberi abbiano dato protezione a Delgado che pare sia fuggito verso il New Jersey e viene trasformato nel terrorista e criminale più ricercato al mondo. Al fine di catturarlo e ristabilire l'ordine ed altri episodi simili la U.S.Army gode di un grande appoggio e quindi viola le regole internazionali sulla DMZ sferrando un attacco militare che porta anche all'uso dell'aviazione e di ogni mezzo possibile per eliminare l'esercito degli stati ribelli e i loro "alleati" terroristi della Delgado Nation o gang affiliate. Ci sono bombardamenti che perdurano per nove notti consecutive. Tutto lo staff dell'ex-Governatore Paco compreso Matty Roth è ricercato per crimini contro l'umanità. Matty si rifugia nella porte più a nord di Manhattan che per paura di eventuali ricadute radioattive è deserta. Ormai è isolato e si pente amaramente delle decisioni prese, delle vittime di cui è co-responsabile e del fatto che ha tradito quello che i cittadini si aspettavano da lui, ovvero un giornalista che avesse il coraggio di raccontare imparzialmente la situazione reale della DMZ.
Matty è ormai in uno stato depressivo e privo di un obbiettivo, decide quindi di provare a consegnarsi alle autorità del Governo di Washington sempre che riesca a raggiungere vivo il loro checkpoint al 59th Bridge Street (conosciuto come Queensboro Bridge) attraverso una zona ribattezzata River of Blood (o "fiume di sangue") per la pericolosità e il caos che ne caratterizza la situazione. Sembrerebbe riuscirci ma viene catturato da una piccola fazione della Delgado Nation, guidata da una donna che sostiene di essere la sorella di Paco e di chiamarsi Rose Delgado. Lei è alla ricerca del fratello e crede che Matty sappia dove si trova, lo sottopone e sevizie, torture, minacce di morte ma l'ex-giornalista non è in grado di rispondergli. Rose si rende conto che l'uomo non mente e si trova allo sbando e in uno stato confusionale. Decide quindi di lasciarlo libero ma alla condizione che continui a raccogliere e narrare la storia della DMZ di questi anni ma raccontando con sincerità e imparzialità l'importanza di Paco e della sua reale volontà di mantenere la pace, l'indipendenza e la prosperità per gli abitanti della DMZ. Matty vuole comunque consegnarsi alle autorità e subire le conseguenze delle sua azioni, riesce quindi a raggiungere Queensboro Bridge e si consegna. Sorprendentemente non viene subito arrestaton ma viene portato ad un centro della Liberty News dove viene ripulito e rifocillato per poi incontrare suo padre. Questi ha trattato un'amnistia a patto che lui accetti un incarico molto delicato supportato dal Governo, dalle Nazioni Unite e dai principali gruppi di informazione internazionale. Il supporto e sostegno al pesante intervento militare nella DMZ comincia a non avere più il supporto interno e internazionale di prima, la finestra d'azione per la rappresaglia è destinato a chiudersi. Dopo l'assassinio del presidente delle Nazioni Unite, è fuori luogo l'invio di caschi blu a fare da osservatori così come gli scandali della Trustwell esposti dallo stesso Matty assieme le ingerenze militari non autorizzate lo rendono ancora un giornalista e cronista spendibile per l'opinione pubblica. Vi è poi l'esperienza e i contatti da lui stabili in 4 anni di permanenza. Gli viene persino consegnato un tesserino come osservatore ufficiale dell'ONU. Inoltre sua madre gli comunica che Zee si è messa in contatto con lei e gli ha comunicato di aver salvato tutte le note e i resoconti che Matty aveva abbandonato nel suo vecchio appartamento ad Astor Midtown Manhattan. Matty è colto di sorpresa ma improvvisamente ha di fronte una chance per riscattarsi. Di conseguenza accetta anche se si rende conto di rischiare di essere una mera pedina dei Poteri Forti dello Stato e del sistema militare, ma la sua informazione potrebbe essere l'unica a dare una prospettiva oggettiva agli eventi futuri della DMZ. Pone però una condizione, ovvero che non gli venga concessa l'amnistia, un giorno quando la partita sarà chiusa vuole affrontare un regolare processo soprattutto per rispetto delle 12 vittime civili uccise ingiustamente dietro un suo ordine (fatto su un'errata valutazione) e per aver contribuito a consegnare a Paco un ordigno atomico. Il patto viene siglato e viene quindi riportato nella DMZ dove comunque avrà supporto logistico e mezzi di contatto con l'esterno forniti da Liberty News. Il suo pensiero è guidato da un proposito unico e significativo: «Ci siamo Matty, questa volta si fanno le cose per bene».
L'esercito degli Stati Uniti, prima di perdere il supporto di cui gode a livello interno e internazionale (in seguito alle azioni definite terroristiche di Paco), decide di sferrare sulla DMZ un attacco senza precedenti utilizzando l'aviazione e truppe paramilitari denominate New America Army. Prima però oscura la zona da ogni contatto con l'esterno tagliando il sistema di comunicazione tramite internet e, utilizzando ordigni EMP e Black Out anche le informazioni tramite telefonini. Inizia quindi un bombardamento massiccio mai visto prima che colpisce indiscriminatamente cittadini, zone dominate da gang, quartieri autonomi con una loro leadership quali ad esempio Chinatown e zone in cui si sospetta un'eccessiva presenza di milizie degli Stati Liberi. A tal fine manda nella DMZ nessuna pattuglia facente parte ufficialmente della U.S.Army ma un gruppo eterogeneo formato da ex-criminali, mafiosi, patrioti, tutti disposti ad individuare i punti sensibili e a persuadere i vari boss locali a lasciare il potere e sostenere, se possibile un'evacuazione della loro area di influenza. Gli attacchi aerei sono devastanti, qualcosa di mai registrato storicamente sul suolo statunitense. Uno degli attacchi più drammatici è quello su Chinatown. Essendo la zona più popolosa e ricca della DMZ, il Governo non può permettersi un massacro di queste dimensioni e quindi si rivolge a Wilson usando un gruppo di malavitosi (probabilmente mafiosi) per persuadere colui che viene considerato il boss occulto dell'area (conosciuto come il Protettore Fantasma), a mettere in salvo la sua gente. Colui che pensava di poter ereditare il potere e il controllo di New York una volta finita la guerra civile è incredulo ma conscio di ciò che sta per accadere e decide di far evacuare gli abitanti che si era sempre ripromesso di proteggere ma lui non abbandonerà il suo "regno". Il giorno dell'attacco aereo si fa preparare un ultimo pasto e si mette a tavola mentre aspetta la fine. Wilson è uno dei personaggi preferiti dallo scrittore Wood e scrivere quell'albo lo rattrista ma allo stesso tempo ritiene giusto che la sua uscita di scena avvenga senza compromessi e nel rispetto di ciò che ha rappresentato. Una delle sue ultime frasi è significativa: «Questa è una situazione impossibile e imprevedibile. Si aspettano che anch'io mi pieghi di fronte loro dopo aver sempre camminato a testa alta? Gli americani dovrebbero piegarsi al mio cospetto».
Durante i giorni di bombardamenti non si hanno notizie delle truppe o dichiarazioni delle truppe degli Stati Liberi e Matty si protegge insieme a diversi civili nei sotterranei della città. Alla fine delle rappresaglie dell'aviazione ci viene comunicato che i residenti della DMZ sono 4 mila, questo dopo che diversi abitanti l'hanno abbandonata tramite le vie di fuga messe a disposizione. Il numero dei deceduti è sconosciuto.
«Vorrei che DMZ fosse ricordato come il fenomeno che è realmenta stato: una storia audace e cruda con molteplici riferimenti e critiche alla civiltà occidentale e al mondo in cui viviamo, un racconto distopico di un futuro a noi vicino che ci avverte dei pericoli sulla strada che abbiamo intrapreso nel nostro presente.»
A metà degli anni duemila gli USA si trovano a portare avanti le guerre in Medio Oriente e la paura del terrorismo si è diffusa tra la popolazione[22]. Anche i fumetti riflettono questo clima divenendo più cupi e disfattisti, spesso la demarcazione tra buoni e cattivi risulta essere meno chiara[22]. Questo si evidenzia nella storia Crisi d'Identità del 2004, preludio alla più devastante Crisi infinita dell'anno successivo, due universe-wide crossover che sconvolgono l'universo supereroistico DC[22]. Anche i conflitti che evocano guerre risuonano all'interno delle varie serie, nella miniserie Amazons Attack! la regina Hippolyta guida le Amazzoni contro la città di Washington e in World War III un delirante Black Adam porta morte e devastazione nel mondo[22]. Al di fuori dell'universo supereroistico vedono luce opere che cercano di trasporre le tensioni di quest'epoca in fumetti realizzati con un taglio più realistico e riflessivo[22]. La linea Vertigo della DC, ancora sotto la direzione di Karen Berger, cerca come sempre di dare spazio a queste idee. Nello stesso anno di uscita di DMZ, viene infatti pubblicata da Vertigo la graphic novel Pride of Bagdad, di Brian K. Vaughan (ai tesi) e Niko Henrichon (ai disegni)[22]. L'opera si basa su una storia vera e racconta la brutalità e il dolore causato dalla guerra in Iraq, vincendo il premio "IGN Graphic Novel of the Year"[22]. A sua volta Brian Wood ha quindi la concreta possibilità di narrare una sua visione dei conflitti e delle tensioni sociali che attanagliano il suo paese. Decide di farlo attraverso una storia ambientata in una realtà simile alla nostra ma in cui è scoppiata una seconda guerra civile americana[1]. Il nemico non è solo esterno ma viene anche da una crisi interna agli Stati Uniti[1]. I cittadini statunitensi non assistono ad una guerra sul loro suolo da oltre 150 anni ma la conoscono solo attraverso i media[23]. Supportati dalla propaganda di Governo sono convinti che nonostante i numerosi conflitti al di la dei loro confini, l'invio di forze armate all'estero possa continuare a mantenere questa "bolla di pace e sicurezza" nel territorio statunitense ma Brian Wood vuole rompere questa illusione[23]. Con DMZ si ripropone quindi uno scenario (possibile secondo l'autore) in accordo col quale in un mondo pieno di contrasti ideologici e religiosi, disparità economiche e tensioni sociali (non estranei agli Stati dell'Unione) non si possono escludere conflitti armati che divampino in ogni parte del globo[23].
L'esperienza personale che ha ispirato Wood a creare una serie quale DMZ è stato lo scenario che lo scrittore si è trovato di fronte dopo il crollo delle Torri Gemelle dell'11 settembre 2001[24]. Wood si è ritrovato bloccato a Brooklyn e quando è riuscito a tornare a Manhattan, sceso alla stazione di Delancey, si è trovato di fronte un paesaggio surreale, dominato da un insolito silenzio con le strade piene di polvere e un forte odore di gomma bruciata[24]. Quella che prima era una zona affollata, vitale e (per l'autore) familiare, adesso sembra una terra di nessuno e aliena rispetto a quanto si ricordi[24]. Questo lo ha portato a riflettere su come, nonostante si è abituati a vedere la guerra in diretta ormai dal 1991 con lo scoppio della prima guerra del Golfo, in realtà non si sa nulla di ciò che si prova a vivere in un conflitto[24]. Crea quindi uno scenario in cui Manhattan sia una Zona Demilitarizzata lungo il fronte di un conflitto prolungato e stremante per la popolazione[24]. Il fotoreporter Matty Roth diventa quindi la controfigura del lettore e osserva la vita dei civili sotto il fuoco e le privazioni di una guerra[24]. Perché, come afferma Wood, DMZ è una storia di guerra che parla della gente[24].
Come artista principale e co-creatore dell'opera viene scelto il disegnatore italiano Riccardo Burchielli, una scelta dell'editor Will Dennis che ha modo di osservare alcune sue tavole al Comicon di Napoli del 2003[25]. Dennis rimane impressionato dal suo stile e lo contatta personalmente l'anno successivo per portarlo a lavorare alla Vertigo dove debutta proprio con l'ambiziosa serie regolare DMZ[25]. La scelta è apparentemente azzardata in quanto si tratta di un disegnatore che non ha mai lavorato per casi editrici statunitensi e nel 2003 aveva appena debuttato nel mondo del fumetto con la miniserie John Doe. Non ha quindi esperienza sul mercato anglo-americano, non ha frequentato scuole d'arte, e ha principalmente realizzato storie brevi in bianco e nero e nero pubblicate su riviste per il mercato italiano quali Skorpyo e Lanciostory[25]. Nonostante questo il suo disegno ricco di particolari e molto attento al character design dei personaggi convince sia Brian Wood che la vice-redattrice in capo dell'etichetta Shelly Bond (seconda solo alla Senior Editor Karen Berger). Da notare che il tratto e l'impostazione delle tavole di Burchielli non si rifanno ai canoni dei comic book ma traggono ispirazione dalla tradizione fumettistica latina quale quella italo-spagnola e argentina[25]. Ottiene da subito la fiducia di Wood che gli offre grande libertà nell'impostazione delle tavole, nella creazione di diversi personaggi e nella realizzazione fisiognomica dei vari protagonisti della serie[25]. Tra i due vi è anche una visione comune dell'opera e delle tematiche socio-politiche che si trova a mettere di fronte al lettore[25]. Qui è quindi un feedback e scambio di opinioni sullo sviluppo della storia, elemento che accredita Riccardo Burchielli come co-creatore di una delle opere più longeve e acclamate dell'etichetta Vertigo degli anni duemila. Lo stesso Wood sottolinea come il contributo di Burchielli sia stato troppo sottovalutato dalla critica e stampa specializzata[19]. Nel corso di 6 anni lui ha dovuto sostenere centinaia di interviste da parte delle riviste e siti web sia del settore sia appartenenti a quotidiani e riviste generaliste, mentre le volte che Riccardo è stato intervistato si possono contare sulle dita di una mano[19]. Non ricorda neppure una volta in cui l'artista italiano sia stato invitato a partecipare ai panel dei Comicon e delle fiere fumettistiche statunitensi, con parziale colpa anche del reparto sulle pubbliche relazioni della DC Comics[19]. Eppure Burchielli è stato fondamentale nel creare un'opera visivamente unica e le sue idee sullo sviluppo dei personaggi e delle vicende hanno influenzato le sceneggiature dei vari albi[19]. Probabilmente questo è dovuto a due fattori: uno è endemico nella creazione dell'aetichetta Vertigo (nel 1993) quando Karen Berger, Dick Giordano e Paul Levitz vogliono impostare un imprint che riporta importanza agli autori (intesi come scrittori) in un periodo in cui i disegnatori erano diventati le star del panorama fumettistico[19]. Tale fenomeno si era consolidato con la nascita della Image Comics fondata da artisti transfughi dalla Marvel quali Todd McFarlane, Rob Liefeld, Jim Lee, Marc Silvestri e Erik Larsen. Questi disegnatori rivendicarono il diritto di avere pieno controllo creativo e sulla proprietà intellettuale sui personaggi da loro creati, disegni e di cui scrivevano (in gran parte) soggetto e dialoghi. Agli occhi dei lettori la figura del disegnatore acquista per gran parte del decennio una figura fondamentale e centrale nella scelta del fumetto da acquistare. Si arriva al punto in cui, anche solo per il fatto che una copertina di un albo è disegnata da McFarlane, Rob Liefeld o Jim Lee (i tre deus ex-machina dell'epoca) l'albo o il volume vengono acquistati, soprattutto se tratta di copertina alternative, con la certezza che il loro valore sarebbe lievitato nel tempo. In tale panorama la Vertigo si vuol porre agli antipodi e valorizzare gli scrittori. Esiste poi un secondo fattore che ha oscurato il ruolo di Burchielli all'interno dell'imprint autoriale della DC ed è probabilmente il fatto che non è un artista che vive negli USA e non è di madrelingua inglese al contrario di molti altri autori provenienti dal Regno Unito o altri paesi anglofoni.
A fine 2019 è stato annunciato dalla WarnerMedia (del gruppo AT&T) che è in fase di sviluppo un adattamento in serie televisiva di DMZ[28]. L'opera sarà resa disponibile per la piattaforma Video on demand HBO Max[28]. Ava DuVernay è la regista del pilot e produttrice esecutiva della serie, Robert Platino lo showrunner[28]. Il contesto rimane quello della storia a fumetti ma (inspiegabilmente) vi è un cambio radicale per quanto riguarda il protagonista[28]. Questi non è il fotoreporter/giornalista Matthew Roth ma invece una dottoressa dal nome Alma Ortego e interpretata da Rosario Dawson, il suo obiettivo è quello di infiltrarsi nella DMZ di Manhattan per aiutare feriti e malati[28]. La serie assume così i toni di un medical drama alienando l'aspetto centrale dell'opera di Wood che vuole evidenziare la difficoltà nel riportare le notizie in maniera oggettiva e indipendente soprattutto durante un conflitto[2][28]. A questo si aggiungono le continue interferenze della propaganda politica che vuole rendere i mezzi d'informazione un'arma a servizio delle operazioni militari[3]. Tra l'altro un personaggio simile a quello di Alma Ortego è già presente nella serie a fumetti e si tratta di Zee Hernandez, infermiera attiva nella DMZ dallo scoppio della guerra[13]. Bisogna poi sottolineare che i creatori dell'opera originale Brian Wood e Riccardo Burchielli non risultano coinvolti a livello creativo nell'adattamento per la HBO[28]. DuVernay e Robert Platino sembrano voler ignorare in gran parte le vicende e le implicazioni socio-politiche presenti nel fumetto ma sono interessati più che altro allo scenario che vede New York come il fronte di una seconda guerra civile americana e il conseguente bisogno di assistenza sanitaria[28].
Dopo una gestazione travagliata e ulteriori cambiamenti nella trama (rispetto al fumetto e lo script iniziale per HBO) e nello stesso format dell'opera, l'adattamento TV esordisce sulla piattaforma streaming a pagamento HBO Max il 17 marzo 2022 come miniserie di 4 puntate[29]. Inizialmente il progetto era più ambizioso e prevedeva una serie suddivisa in più stagioni, d'altra parte il fumetto a cui si ispira (marginalmente e liberamente) si è sviluppato in molteplici archi narrativi nell'arco di 75 albi[29]. Rimane la sostanziale differenza nello stesso protagonista che non è il giornalista Roth (outsider, indipendente e non newyorkese) ma la dottoressa Alma Ortega (newyorkese di nascita) che si ritorna in città col pretesto di ricongiungersi col figlio[29]. Cadono quindi le premesse di critica socio-politica alla struttura di governo del Paese e al sistema mediatico che la sostiene, elementi caratterizzanti dell'opera di Brian Wood e Burchielli[29]. La storia originale è un viaggio di scoperta (di Matty Roth) sia di carattere introspettivo sul significato della propria esistenza, sia sulle ceneri materiali e morali di una società che ha perso la sua parvenza di civiltà e perbenismo[29]. Nelle 4 puntate dell'adattamento HBO si assiste invece ad un dramma familiare che si sovrappone ad un vago teatro di guerra dove nessun elemento viene adeguatamente approfondito, dalle fazioni belligeranti alle condizioni dei civili della DMZ[29]. Le recensioni riflettono lo sviluppo della trama e i suoi buchi di sceneggiatura sottolineando come il potenziale dell'opera a fumetti viene compromesso. Il sito Polygon scrive:« (la serie HBO) DMZ riflette il paese che raffigura: pieno di promesse ma lasciato nel caos»[29]. Stessa posizione è presa da altri siti e testate giornalistiche quali The Hollywood Reporter che afferma: «DMZ (della HBO) è un episodio pilota di un'ora allungato in 4 ore mal costruite. Pieno di grandi idee (quelle prese da fumetto) che non si concretizzano mai e personaggi senza spazio per crescere»[29]. La stessa CNN conferma che lo sviluppo della trama appiattisce le potenzialità espresse da una serie a fumetti capace di evidenziare (in una realtà ucronica) le contraddizioni e i limiti della politica attuale di fronte a potenziali o concreti scenari di guerra[29].
La prima edizione italiana è a cura della Planeta DeAgostini che raccoglie l'opera in volumi brossurati replicando quelli dell'edizione originale in Trade Paperback. Il primo volume esce nel novembre 2007. Ne pubblica undici che raccolgono gli albi dal n. 1 al numero 66. L'undicesimo volume viene distribuito nel novembre 2011. In seguito al passaggio dei diritti per la distribuzione italiana dei fumetti DC Comics alla RW Edizioni, rimane da pubblicare l'ultimo arco narrativo della serie, ovvero The Five Nations of New York (nn. 67-72). Lo story-arc finale viene quindi raccolto nel volume "Vertigo Hits - DMZ Vol. 12: Le cinque nazioni di New York" e distribuito da Lion (imprint RW) nel marzo 2013. Da notare che RW Edizioni ristampa i primi due volumi già editi da Planeta: il primo (DMZ: Sulla terra) nel novembre 2013 per la collana Vertigo Hits e il secondo (DMZ: Il corpo di un giornalista) nel novembre 2014 per la collana Vertigo Book. Di seguito la suddivisione dei 72 albi dell'opera nelle raccolte italiane, tra parentesi il titolo del trade paperback originale, poi gli albi contenuti, la casa editrice e la data di distribuzione:
Dal 2020 i diritti per la pubblicazione degli albi DC Comics passano alla Panini Comics che dedica la collana DC Vertigo Complete Collection alla raccolta delle più importanti opere dell'imprint Vertigo[30]. Sul catalogo ufficiale dell'editore, nel magazine Anteprima n. 352 viene annunciata una nuova edizione per DMZ, definita come il capolavoro di Brian Wood e Riccardo Burchielli[30]. L'edizione parte da marzo 2021 tramite la distribuzione di volumi brossurati di 128 pagine circa[30]. Di seguito l'elenco dei volumi distribuiti:
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