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moneta italiana Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Cornuto era il nome popolare della moneta d'argento da mezzo-testone d'argento emesso in Piemonte tra la fine del XV secolo e l'inizio del XVI.[1]
Carmagnola | |
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Grand’arma della dinastia dei marchesi di Saluzzo, nel caso blasonata: Scudo a tacca di Saluzzo (d'argento al capo d'azzurro), inclinato; timbrato da un elmo a becco di passero, di profilo, ornato di due lambrecchini terminanti in una nappa, trattenuti da una corona a tre fioroni alternati a due punte; cimato da un’aquila coronata. | Figura equestre di San Costanzo in armatura, al passo verso destra, che sorregge con la destra una lancia cimata da una banderuola a coda, crociata. |
AR 5,65 g; cornuto di Michelantonio di Saluzzo (1504-1538). |
Casale Monferrato | |
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Grand’arma della dinastia dei marchesi di Monferrato, blasonata: scudo a tacca di Monferrato, (d'argento al capo di rosso), inclinato; timbrato da un elmo graticolato, posto in terza, ornato da una mantellina trattenuta da una corona, cimata da un destrocherio con la spada sguainata posto fra due corna di cervo. | Figura equestre di San Teodoro, voltato a sinistra, che brandisce una lancia nell’atto di trafiggere il drago. |
AR 5,46 g; cornuto di Guglielmo IX (1494 - 1518) |
Era detto anche Cornabò, cioè "corna di bue" in piemontese.
La moneta presentava al dritto il ritratto di un santo a cavallo ed al rovescio lo stemma ornato di cimiero.
Fu coniato a Torino e Vercelli dai Savoia, a Casale Monferrato dai marchesi di Monferrato, a Carmagnola dai marchesi di Saluzzo, a Masserano e Crevacuore dai Fieschi, nella zecca abbaziale di Montanaro dall'abate Bonifacio Ferrero e da altri feudatari.
In Svizzera un cornuto fu coniato nel vescovato di Losanna da Sébastien di Monfaucon che fu vescovo al 1517 al 1536.[2] Era in argento, senza data.[1][2] Probabilmente fu coniato per i commerci con il Piemonte e la Savoia[senza fonte].
Le monete rovescio recavano uno scudo sormontato da un elmo con il cimiero a forma di aquila con le ali aperte.
Le ali dell'aquila erano popolarmente dette corna, da cui il soprannome.[1]
In alcuni casi il cimiero era ornato da corna di cervo.
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