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Codici di riciclaggio dei rifiuti

identifica il materiale di cui è fatto un oggetto Da Wikipedia, l'enciclopedia libera

Codici di riciclaggio dei rifiuti
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I codici di riciclaggio sono dei simboli che permettono di riconoscere in modo chiaro ed immediato il tipo di materiale del quale è costituito un oggetto riciclabile.[2] Non tutti i paesi del mondo hanno adottato gli stessi simboli, anche se molto spesso questi si somigliano. I codici di riciclaggio vigenti in Europa sono stati istituiti con Decisione dalla Commissione Europea del 28 gennaio 1997.

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Un esempio dell'uso dei codici su una confezione di crema idratante.
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Il simbolo relativo al tipo di materia plastica utilizzata stampato sul fondo di un bicchiere di plastica monouso.
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Un esempio dell'uso del simbolo N° 41 ALU, stabilito dalla direttiva europea.
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Un esempio dell'uso di simbolo diverso da quanto stabilito dalla direttiva europea. Sebbene il codice dell'alluminio sia effettivamente 41, il simbolo è quello della direttiva CEN/CR 14311:2002.[1]
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Un esempio dell'uso dei codici su una confezione di latte a lunga conservazione, in Tetra Pak.
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Normativa europea

Riepilogo
Prospettiva

Il loro uso è volontario, come stabilito dall'articolo 3 della Decisione. La numerazione e le abbreviazioni che costituiscono ogni codice sono riportate negli allegati I-VII della Decisione.

Benché i materiali dove compare tale simbolo siano tutti teoricamente riciclabili, per alcuni di essi i processi di recupero e di trasformazione risultano alquanto difficoltosi e quindi economicamente svantaggiosi; pertanto qualche consorzio di raccolta dei rifiuti urbani chiede di non gettare nel contenitore per il riciclaggio dei tipi di materiale che invece, in un certo senso, "ne avrebbero diritto". Inoltre c'è anche un problema legislativo: la normativa europea e italiana prevede infatti l'obbligo di riciclaggio solo per i prodotti in plastica che rappresentano imballaggi. Nel prezzo degli imballaggi messi in commercio è previsto quindi un contributo che i produttori devono versare al consorzio che si occupa della gestione delle operazioni di recupero e riciclo (CONAI per l'Italia).

A partire dal 1º maggio 2012, è possibile conferire, negli appositi cassonetti, piatti e bicchieri di plastica monouso, sino a quel momento destinati all'indifferenziato. Restano invece esclusi dalla raccolta degli imballaggi in plastica le posate e piatti e bicchieri durevoli, non usa-e-getta, anche se in plastica.[3]

La decisione è stata comunicata ufficialmente da parte del Comitato di Coordinamento ANCI-CONAI (Associazione Nazionale Comuni Italiani-Consorzio Nazionale Imballaggi).

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Codifica europea

Riepilogo
Prospettiva

Nella tabella seguente sono riportati codici di riciclaggio secondo la decisione della commissione 97/129/CE (allegati dal I al VII):

Ulteriori informazioni Simbolo, Codice ...

Nel caso dei materiali composti, la sigla corrispondente è "C" seguita dalla sigla del materiale preponderante.[2] Ad esempio nel caso di un materiale costituito da carta e alluminio con maggiore concentrazione di carta, la sigla da utilizzare è "C/PAP".

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Codifica giapponese

In Giappone sono utilizzati i seguenti simboli per il riciclaggio dei rifiuti:

Ulteriori informazioni Simbolo, Descrizione ...

Codifica Taiwanese

Note

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Altri progetti

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