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classe di sommergibili della Regia Marina Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
I sommergibili da trasporto classe R furono progettati dall'ingegner Virginio Cavallini nel 1943 per trasportare materiali di impiego bellico in Italia dal Giappone.
Classe R | |
---|---|
Descrizione generale | |
Tipo | sommergibile da trasporto |
Numero unità | 2 |
Proprietà | Regia Marina |
Cantiere | Tosi, Taranto OTO, La Spezia CRDA, Monfalcone |
Impostazione | 1942 |
Varo | 1943 |
Entrata in servizio | 1943 |
Caratteristiche generali | |
Dislocamento | |
Lunghezza | 87 m |
Larghezza | 7,8 m |
Pescaggio | 6,13 m |
Profondità operativa | 100 m |
Propulsione | 2 motori diesel 1.300 hp + 2 motori elettrici 450 hp |
Velocità | |
Autonomia | 12 000 miglia a 9 nodi (22 220 km a 16,67 km/h) |
Capacità di carico | 600 t |
Equipaggio | 7 ufficiali, 56 tra sottufficiali e marinai |
Armamento | |
Artiglieria | 3 mitragliere da 20/65 Mod. 1940 |
Siluri | 2 tubi lanciasiluri anteriori (2 siluri) |
dati presi da[1] | |
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Nell'ultima parte del secondo conflitto mondiale, quando Italia e Germania compresero che l'idea di una guerra veloce ed in discesa era ormai solo un'illusione, il problema fondamentale era quello di procurarsi le risorse quali materiali per l'industria militare. L'unico Paese alleato in grado di fornire i materiali necessari era il Giappone, che a quel tempo aveva esteso il suo controllo sino a Singapore.
L'unico mezzo in grado di navigare tra l'Italia e Singapore lungo migliaia di miglia di mare dominato dagli Alleati sembrava essere il sommergibile. Tuttavia i sommergibili di impiego bellico non avevano autonomia sufficiente per arrivare a destinazione, se si escludono i classe Ammiragli. Più importante ancora, non avevano spazio significativo per imbarcare i materiali necessari.
Nella primavera del 1943 alcuni sommergibili da guerra, dislocati a Betasom, vennero modificati per permettere loro di trasportare 150 tonnellate di materiali, una quantità esigua ma era impossibile fare di meglio, limitando notevolmente la loro capacità bellica. I sommergibili partivano da Bordeaux fortemente appoppati, tanto che in caso avessero dovuto effettuare un'immersione rapida avrebbero dovuto effettuare tale manovra a marcia indietro.
Per affrontare in maniera più utile il problema la Regia Marina commissionò all'ingegnere Virginio Cavallini la progettazione di un sommergibile in grado di trasportare almeno 600 tonnellate di materiali. Il risultato fu il battello subacqueo più grande mai costruito in Italia: con 2000 tonnellate di dislocamento. Vennero ordinati 12 unità per formare una classe battezzata "R", 6 unità da costruire a Taranto, 3 a Muggiano e 3 a Monfalcone. Tali sommergibili erano muniti di quattro stive collocate a centro nave, provviste di portelloni e alberi di carico smontabili[2][3].
Solamente due battelli fecero in tempo ad essere consegnati, il Romolo ed il Remo di Taranto, ambedue affondati alla loro prima missione. Nessuno degli altri (da R. 3 a R. 12) venne completato. Più specificamente:
La torretta dell'R. 12, tuttora esistente, è stata conservata per anni ad Ortona (anche abbandonata in un cantiere delle Ferrovie dello Stato[5]) per poi essere restaurata e spostata sul lungomare di Gaeta come "Monumento nazionale al sommergibilista".[6]
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