Chiesa di Santa Maria Assunta (Albano di Lucania)
chiesa di Albano di Lucania Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
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La chiesa di Santa Maria Assunta, detta anche chiesa di Santa Maria Maggiore, è la parrocchiale di Albano di Lucania, in provincia di Potenza e diocesi di Tricarico[2][3]; fa parte della zona pastorale della Val Basento.
Chiesa di Santa Maria Assunta | |
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L'ingresso laterale | |
Stato | Italia |
Regione | Basilicata |
Località | Albano di Lucania |
Indirizzo | piazza Santa Maria Maggiore[1] |
Coordinate | 40°35′08.57″N 16°02′09.39″E |
Religione | cattolica di rito romano |
Titolare | Santa Maria Assunta |
Diocesi | Tricarico |
La chiesa venne probabilmente costruita nel XIV secolo; nel 1588 ricevette la visita del vescovo di Tricarico Giovanni Battista Santoni[2].
Nel Settecento fu eretta la torre campanaria a nel 1792 la parrocchiale venne dotata dell'altare maggiore e della balaustra, entrambi in marmi policromi[2].
L'intitolazione della chiesa fu mutata nel XIX secolo da Beata Vergine della Neve a Santa Maria Assunta; nel 1857 l'edificio venne danneggiato da un evento sismico[2].
Nel 1924 si procedette all'apertura sul lato meridionale della parrocchiale dell'ingresso secondario e all'edificazione del pronao neoclassico; negli anni quaranta l'interno venne interessato da alcuni interventi di finitura[2].
La cuspide del campanile fu distrutta da una folgore nel 1963, per poi venir ripristinata quattro anni dopo; nel medesimo decennio si provvide ad adeguare la chiesa alle norme postconciliari mediante l'aggiunta dell'ambone e dell'altare rivolto verso l'assemblea[2].
Il terremoto dell'Irpinia del 1980 arrecò alla struttura alcune lesioni, che furono sanate entro il 1987 con un restauro condotto dal Provveditorato alle Opere Pubbliche[2].
La romanica facciata a salienti della chiesa, rivolta a occidente e rivestita in pietra, presenta centralmente il portale d'ingresso a sesto acuto e un oculo circolare, mentre ai lati vi sono due finestrelle a sesto ribassato sormontate da ulteriori due oculi[2].
Sul fianco destro dell'edificio, che volge a mezzogiorno, si apre un secondo ingresso, protetto da un portico tetrastilo le cui colonne, di ordine tuscanico, sorreggono il timpano triangolare[2].
Annesso alla parrocchiale è il campanile a base quadrata, la cui cella presenta su ogni lato una monofora a tutto sesto ed è coronata dalla guglia poggiante sul tamburo circolare[2].
L'interno dell'edificio è suddiviso da pilastri sorreggenti archi a tutto sesto in tre navate, di cui la centrale coperta da capriate sorreggenti il tetto e le laterali voltate con cupolette a pianta quadrangolare; al termine dall'aula si sviluppa il presbiterio, rialzato di tre gradini, delimitato da balaustre, ospitante l'altare maggiore e chiuso dall'abside semicircolare[2].
Qui sono conservate diverse opere di pregio, tra le quali la raffigurante dell'Immacolata, eseguita nel 1581 da Rinaldo Fiammingo[4], la tela con soggetto la Madonna della Neve, attribuita a Cornelio Ferraro[4], la pala ritraente la Madonna del Rosario, firmata da Giovanni De Gregorio detto il Pietrafesa[4], la croce processionale del XVII secolo, il dipinto che rappresenta l'Ultima Cena, attribuibile a Teodoro d'Errico, l'organo, costruito nel 1756[4], e la tela raffigurante la Tentazione di Sant'Antonio Abate, eseguita da Antonio Masini[4].
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