Chiesa di San Pietro al Po
chiesa di Cremona Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
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La chiesa di San Pietro al Po è un luogo di culto cattolico di Cremona, situato in piazza San Pietro. La chiesa, a tre navate con cappelle laterali, appartenne ad un monastero benedettino e poi lateranense, è ora sede della parrocchia di San Giorgio di San Pietro al Po. Ricostruita nelle forme attuali nel 1573, a partire dal 1579 l'interno venne ricoperto da affreschi e tele realizzati da alcuni dei maggiori artisti locali dell'epoca facendone una galleria del manierismo cremonese (Giulio Campi, Bernardino Gatti, Antonio Campi, Giovanni Battista Trotti, detto il Malosso, e altri).
Chiesa di San Pietro al Po | |
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Stato | Italia |
Regione | Lombardia |
Località | Cremona |
Indirizzo | Piazza San Pietro |
Coordinate | 45°07′52.84″N 10°01′10.55″E |
Religione | cattolica |
Titolare | san Pietro |
Diocesi | Cremona |
Architetto | Francesco Dattaro |
Stile architettonico | Manierista |
Completamento | 1579 |
Risale al 1064 la fondazione del primitivo luogo di culto, accanto al quale sorse un monastero benedettino, sulla riva del Po che ancora nel XVI secolo scorreva nell'avvallamento di fronte alla chiesa. Della primitiva costruzione non rimane quasi nulla, se si esclude il casuale ritrovamento nel 2010 di tre frammenti di un probabile portale rappresentante il ciclo dei mesi, accostabile all'officina di Wiligelmo. Si tratta di Gennaio, che con una pentola sembra affumicare delle carni; Febbraio, che con una lama taglia un tronco; Agosto, che prepara le botti per la vendemmia[1].
Nel 1439 il monastero, fu ceduto dai benedettini alla Congregazione dei Canonici Lateranensi con un accordo approvato da papa Eugenio IV. Il nuovo ordine commissionò, nel quattrocento, la ricostruzione della chiesa, a navata unica, e successivamente il chiostro, realizzato nel 1509 da Cristoforo Solari, con il contiguo refettorio monastico dove si conserva il grande affresco eseguito nel 1552 da Bernardino Gatti[2], raffigurante la Moltiplicazione dei Pani.
Colombino Rapari, religioso e letterato di rilievo nella vita culturale e artistica dell’epoca, divenne abate di San Pietro al Po dal 1549 al 1570. Fu lui a promuovere il rifacimento della chiesa nelle forme attuali, e si fece anche ritrarre all'interno dell’Adorazione dei Pastori da Bernardino Gatti, ancora conservata in un altare laterale[3]. I lavori sivolsero negli anni settanta del Cinquecento su progetto dell'architetto Cremonese Francesco Dattaro[2].
L'interno ha pianta a croce latina, con tre navate, cupola e coro absidato; venne interamente decorato con stucchi e affreschi nel pieno stile manierista cremonese fra il XVI e il XVII secolo. La decorazione ebbe inizio nel 1579, quando furono chiamati i fratelli cremonesi Giulio e Antonio Campi ad affrescare il transetto, e a realizzare la pala dell'altare maggiore con la Vergine in Gloria e Santi.
I Lateranensi lasciarono San Pietro nel 1782. Nell'Ottocento il chiostro maggiore fu adibito a caserma mentre una parte del monastero viene occupata dal palcoscenico del Teatro Concordia[4].
Fra le più importanti opere conservate si ricordano:
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