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La Chiesa cattolica in Iran è parte della Chiesa cattolica universale in comunione con il vescovo di Roma, il papa.
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Anno | 2010 | ||
Cristiani | 150.000 circa | ||
Cattolici | 22.000 circa | ||
Popolazione | 69 milioni circa | ||
Nunzio apostolico | Andrzej Józwowicz | ||
Codice | IR | ||
La cristianizzazione in Persia fu opera della Chiesa d'Oriente, una chiesa autocefala e non in comunione con la cattolicità.
La storia della Chiesa cattolica in Iran prese avvio nel XIII secolo con l'arrivo di alcuni frati domenicani nel nord-ovest del paese. L'introduzione del cristianesimo fu favorita dai khan mongoli, che dominavano all'epoca il Paese. La prima gerarchia cattolica venne istituita nel 1318: il 1º aprile di quell'anno, con la bolla Redemptor noster, papa Giovanni XXII eresse l'arcidiocesi di Soltaniyeh, a cui affiancò sei vescovi suffraganei.
La Chiesa cattolica rappresenta in Iran una delle comunità cristiane più antiche, anche se i cattolici nel Paese sono solo una sparuta minoranza: al 31 dicembre 2005, su 69 milioni di iraniani, i cattolici erano 24.565, ossia lo 0,035% della popolazione totale.
I cristiani in Iran vivono principalmente nella capitale Teheran e nelle città di Isfahan e Shiraz.
L'Iran è ufficialmente una repubblica islamica.
La Costituzione (art. 13) riconosce la presenza di tre religioni minoritarie: cristianesimo, ebraismo e zoroastrismo e le tutela anche per mezzo di una rappresentanza ad esse riservata all'interno del Parlamento nazionale, fatto unico all'interno dei paesi islamici contemporanei. Comunque, convertirsi dall'islam a un'altra religione o rinunciare all'islam è considerato apostasia e secondo il Corano è un reato capitale che può essere punito anche con la pena di morte.
La legislazione prevede anche il reato di blasfemia contro l'Islam, punibile persino con la morte. Tuttavia non si hanno notizie di processi per blasfemia in Iran negli ultimi 40 anni conclusisi con tale pena o pene detentive pesanti, a differenza di quanto accade nei paesi sunniti confinanti.
Secondo i dettami del Corano, i cristiani non possono svolgere alcuna opera di evangelizzazione rivolta ai musulmani, ma in Iran spiccano per la loro opera educativa, assai stimata dall'élite economica e sociale del paese.
Le tre comunità religiose riconosciute in quanto "genti del libro" vivono come “protette” secondo i dettami del Corano, a differenza di quanto accade nei paesi fondamentalisti sunniti godono di larga autonomia interna per quanto concerne il restauro dei propri templi ed istituzioni, l'insegnamento della propria lingua sacra e delle proprie tradizioni culturali e religiose, l'attività delle proprie scuole di comunità rivolte prima di tutto ai giovani (riconosciute e finanziate dallo Stato), la gestione degli affari interni alla propria comunità. Un contatto diretto con le tre comunità, che ad esempio nella città di Isfahan condividono una presenza spesso secolare, è per tutti il modo migliore di rendersi conto del singolare equilibrio interreligioso raggiunto in questo antico paese.
La Chiesa cattolica è presente in Iran con 6 diocesi, di tre diversi riti liturgici:
L'Annuario pontificio del 2011 e precedenti, segnala in Iran la presenza di 21.400 cattolici, di cui 3.400 caldei, 8.000 armeni e 10.000 di rito latino; in tutto i sacerdoti cattolici sono 18 e 18 le parrocchie.
Fin dall'Ottocento è esistita nel Paese la delegazione apostolica della Persia, eretta da papa Pio IX distaccandola da quella della Mesopotamia. Il 2 maggio 1953 Santa Sede ed Iran hanno stabilito relazioni diplomatiche, con l'istituzione dell'internunziatura in forza del breve Quantum utilitatis di papa Pio XII. La nunziatura apostolica è stata istituita il 25 marzo 1966 con il breve Amicae necessitudinis di papa Paolo VI.
Elenco dei Presidenti della Conferenza episcopale iraniana:
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