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chiesa cattolica di rito antiocheno Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
La Chiesa cattolica sira è una Chiesa cattolica sui iuris, insignita del titolo patriarcale, in comunione con il vescovo di Roma. È formata dai fedeli della Chiesa degli ortodossi siriaci che si sono riuniti con Roma a partire dal 1783, conservando la loro lingua, il loro rito (siriaco-occidentale) e la loro legislazione ecclesiastica.
La Chiesa ha una propria gerarchia, sotto l'autorità di un patriarca, che porta il titolo di Patriarca di Antiochia dei Siri. Dal 20 gennaio 2009 il patriarca è Mar Ephrem Joseph Younan (già vescovo della diocesi di «Nostra Signora della Liberazione per gli Stati Uniti ed il Canada»), che ha assunto il nome di Mar Ignace Youssif III Younan. La sede è a Beirut, in Libano, ma la maggior parte dei fedeli vivono in Iraq (42.000) e in Siria (26.000), mentre 55.000 vivono nella diaspora.
Chiesa cattolica sira | |
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La sede patriarcale di Beirut | |
Classificazione | Chiesa sui iuris della Chiesa cattolica |
Fondatore | Ignace André I Akhidjan |
Fondata | 1663 |
Diffusione | Siria, Iraq e Turchia |
Primate | Papa Francesco Ignace Youssif III Younan |
Sede | Beirut |
Forma di governo | episcopale |
Fedeli | 100.000 |
Il titolo di patriarca di Antiochia è molto disputato ed è portato, oltre che dal Patriarca siro-cattolico, da altri quattro capi di Chiese cristiane.
A partire dal XVII secolo l'opera congiunta dei missionari gesuiti e cappuccini aveva portato diversi singoli e gruppi della Chiesa ortodossa siriaca a convertirsi alla Chiesa cattolica. Nel 1662 la comunità sira di Aleppo, che aveva aderito in massa al cattolicesimo, elesse come patriarca il proprio vescovo Ignazio Andrea Akhidjan (1662-1677); con la mediazione del console francese, egli ottenne dal governo turco il riconoscimento a capo della nazione (millet) siriaca. Il suo successore, anch'egli in comunione con Roma, Ignazio Pietro VI Chaahbadine (1677-1702), subì diverse persecuzioni e fu infine espulso dal governo turco, perché accusato di essere al soldo della Francia.
L'esigua comunità siro-cattolica (nel 1768 si contavano in tutto 200 famiglie uniati) rimase così senza un vertice fino al 1783, quando a Roma quattro vescovi siri proclamarono patriarca Ignazio Michele III Jarweh (1783-1800)[1]. La sua elezione però non fu riconosciuta né dalla Chiesa ortodossa né dal governo turco. Fu eletto un nuovo patriarca ortodosso e Jarweh dovette rifugiarsi nel monastero di Cherfé, in Libano. Tuttavia fu riconosciuto da Roma come patriarca dei siro-cattolici con il titolo di Patriarca di Antiochia (mentre i due precedenti avevano quello di Aleppo).
Nella prima metà del XIX secolo lo sviluppo della Chiesa siro-cattolica fu ostacolato da dissidi interni fra opposte fazioni ecclesiastiche. Grande impulso all'organizzazione della Chiesa fu dato dal patriarca Ignazio Pietro VII Jarweh (1820-1851); egli trasferì la sua sede ad Aleppo e trasformò il monastero di Cherfé in seminario patriarcale per la formazione del clero. Durante il suo pontificato diversi vescovi ortodossi ritornarono all'unione con Roma.
Nel monastero di Cherfé, tra dicembre 1853 e gennaio 1854, si svolse il primo sinodo della Chiesa cattolica sira, sotto la presidenza del delegato apostolico, Benoit Planchet.
Nel 1859 il patriarcato siro-cattolico annoverava 10 diocesi ed un totale di circa 30.000 fedeli.[2] Nel 1898 si registrano questi dati statistici: 9 diocesi, 22.700 fedeli, 24 parrocchie, 42 chiese o cappelle ed 81 preti.[3]
Tra i principali monasteri tuttora esistenti va segnalato Mar Biham, fondato nel IV secolo.
Sono immediatamente soggette alla Santa Sede le seguenti circoscrizioni ecclesiastiche:
Elenco dei Presidenti del Sinodo della Chiesa sira cattolica:
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