Castellare di Cerbaia
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Il Castellare di Cerbaia è una villa in Val di Pesa nei pressi di Cerbaia, nel comune di Scandicci in provincia di Firenze; è circondata da un parco.
La villa del Castellare di Cerbaia ha un ricco passato fatto di potenza, di prestigio e di lavoro. L’edificio fu infatti costruito da Acciaiuolo Acciaiuoli, della celebre famiglia bresciana insediatisi a Firenze due secoli prima e divenuta una delle più importanti del mondo di allora. La costruzione risale agli inizi del 1300 (1320-30) con materiale recuperato da un precedente fortilizio dell’anno mille, probabilmente la rocca di Cerbaia, fortificazione da poco distrutta dall’Imperatore del Sacro Romano Impero Arrigo VII, acclamato da Dante Alighieri e venuto in Italia nel tentativo di rafforzare la causa imperiale[1].
Nel 1340-41 Acciaiuolo morì lasciando il palazzo, come tanti suoi beni al figlio Niccolò Acciaiuoli, mente viva e spregiudicata, uomo chiave e Gran Siniscalco del regno di Napoli, che arrivò ad avere una potenza quasi maggiore degli stessi sovrani del regno Angioino. E proprio in questo contesto il Castellare, bella e sicura dimora signorile, servì da rifugio per il principe di Taranto Luigi, promesso sposo e futuro re consorte della regina di Napoli Giovanna d'Angiò[2].
Alla morte di Niccolò, secondo il suo testamento, nel 1365 il fortilizio (Castrum seu fortilitium Castellari cum viridario) passò ai monaci della Certosa del Galluzzo, anch’essa da lui costruita a sue spese [3]. I frati lo destinarono a Grancia, cioè sede di fattoria e continuarono a gestire e ingrandire le vaste proprietà agricole del territorio attraverso acquisizioni e donazioni da parte delle più famose famiglie d’Italia. All’alba del ‘700 il Castellare possedeva tredici poderi, un mulino e una fornace per la costruzione e manutenzione dei loro tanti possedimenti. Particolare curioso è che il contratto d’acquisto della fornace dalle monache di S. Matteo in Arcetri fu rogato dal nobile notaio fiorentino ser Piero da Vinci[4], padre di Leonardo. Il Castellare rimase ai monaci per più di 400 anni, ad inizio del 1801 però cominciarono i problemi: tutti i monaci della Certosa si rifugiarono per tre giorni nel Castellare impauriti a causa dell’occupazione del monastero da parte dei fanti francesi[5] che avevano occupato la Toscana. Nel 1808 poi, il governo francese della Toscana annessa all’impero Napoleonico, soppresse tutti i beni del monastero, ivi incluso il Castellare e tutte le sue fattorie.
Nel 1814 tornò a Firenze il granduca Ferdinando III; questi permise il ritorno dei monaci nel loro Convento, ma non rese loro i beni sottratti dai francesi, tra cui il Castellare, che venne messo in vendita e acquistato dal conte e generale pisano Gian Giuseppe Conti[6]. Gian Giuseppe ebbe due figli: Maria Anna che si sposò con il cavaliere di gran croce Giovanni Ginori, da cui discendono gli odierni principi Ginori Conti, e Cosimo Maurizio che ereditò tutti i beni del Castellare e sposò donna Adelaide dei principi Corsini. I Conti hanno inciso profondamente sul Castellare, ridandogli l’impronta di dimora signorile risalente ai tempi degli Acciaioli. Alla morte di donna Adelaide il Castellare cambiò molti proprietari e cadde progressivamente in rovina fino al recupero con imponenti lavori di restauro nel 1991 da parte di una cooperativa che ha suddiviso il Castellare in appartamenti venduti a privati.
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