Cash Box

Rivista di industria musicale Da Wikipedia, l'enciclopedia libera

Cash Box (o Cashbox) era una rivista settimanale statunitense, pubblicata dal luglio 1942 al 16 novembre 1996, la cui missione consisteva nella premiazione dei singoli di maggior successo.[1]

Fatti in breve Stato, Lingua ...
Cash Box
StatoStati Uniti d'America
Linguainglese
Periodicitàsettimanale
Generestampa nazionale
Formatomagazine
Fondazione1942
Chiusura1996
ISSN0008-7289 (WC · ACNP)
Sito webcashboxmagazine.com/
 
Chiudi

Cronologia classifica

Riepilogo
Prospettiva

Anno 1960

Negli Stati Uniti, il musicista Percy Faith ha raggiunto per 8 volte consecutive la testa alla classifica con il singolo, Theme from a Summer Place. Elvis Presley invece, primo in classifica vi è rimasto, ma non consecutivamente, con 3 singoli differenti: Stuck On You, It's Now Or Never, Are You Lonesome To-night?.[2]

I musicisti in testa alla classifica nel corso del 1960 sono stati:[3]

1961

Nel 1961 il record di settimane consecutive lo ottiene Jimmy Dean con il singolo, Big Bad John, in testa per 5 volte consecutive: dal 4 al 25 novembre.

I musicisti e le band che hanno raggiunto la prima posizione della classifica nel corso del 1961:[4]

  • Il 7 gennaio Bert Kaempfert & Orchestra con il singolo Wonderland By Night
  • Dal 14 al 21 gennaio Ferrante & Teicher con il singolo Exodus
  • Dal 28 gennaio al 4 febbraio Shirelles con il singolo Will You Love Me Tomorrow
  • Dall'11 febbraio al 4 marzo Lawrence Welk con il singolo Calcutta
  • L'11 marzo Chubby Checker con il singolo Pony Time
  • Dal 18 al 25 marzo Elvis Presley con il singolo Surrender
  • Dal 1º al 15 aprile Marcels con il singolo Blue Moon
  • Dal 22 al 29 aprile Del Shannon con il singolo Runaway
  • Dal 6 al 13 maggio Ernie K-Doe con il singolo Mother-In-Law
  • Il 20 maggio Del Shannon con il singolo Runaway
  • Il 27 maggio Ernie K-Doe con il singolo Mother-In-Law
  • Il 3 giugno Roy Orbison con il singolo Running Scared
  • Dal 19 al 24 giugno Ricky Nelson con il singolo Travelin' Man
  • Dal 1º al 15 luglio Gary (U.S.) Bonds con il singolo Quarter To Three
  • Dal 22 luglio al 12 agosto Bobby Lewis con il singolo Tossin' And Turnin'
  • Dal 19 agosto al 9 settembre The Highwaymen con il singolo Michael
  • Dal 16 al 30 settembre Bobby Vee con il singolo Take Good Care Of My Baby
  • Il 7 ottobre Roy Orbison con il singolo Crying
  • Il 14 ottobre Ray Charles con il singolo Hit The Road Jack
  • Dal 21 al 28 ottobre Dion con il singolo Runaround Sue
  • Dal 4 novembre al 2 dicembre Jimmy Dean con il singolo Big Bad John
  • Dal 9 al 30 dicembre The Tokens con il singolo The Lion Sleeps Tonight

1962

Nel 1962 s'imposero, anche se non consecutivamente, i Four Seasons con 2 singoli, Big Girls Don't Cry e Sherry , in prima posizione, rispettivamente, 6 e 4 volte di seguito. Big Girls Don't Cry è stato anche il singolom più volte e consecutivamente in testa alla classifica.[5]

I musicisti e le band in testa alla classifica nel corso del 1962 sono stati:[5]

1963

Nel 1963 il record di settimane consecutive, 5 volte di seguito, lo ha ottenuto Singing Nun con il singolo, Dominique: dal 30 novembre al 28 dicembre.

I musicisti e le band che hanno raggiunto la prima posizione in classifica nel corso del 1963 sono stati:[6]

  • Dal 5 al 12 gennaio Tornadoes con il singolo Telstar
  • Dal 19 al 26 gennaio Steve Lawrence con il singolo Go Away Little Girl
  • Il 2 febbraio Rooftop Singers con il singolo Walk Right In
  • Dal 9 febbraio al 2 marzo Paul & Paula con il singolo Hey Paula
  • Dal 9 al 16 marzo Four Seasons con il singolo Walk Like A Man
  • Il 23 marzo Ruby & Romantics con il singolo Our Day Will Come
  • Dal 30 marzo al 20 aprile The Chiffons con il singolo He's So Fine
  • Il 27 aprile Andy Williams con il singolo Can't Get Used To Losing You
  • Dal 4 al 18 maggio Little Peggy March con il singolo Will Follow Him
  • Il 25 maggio Jimmy Soul con il singolo If You Wanna Be Happy
  • Dal 1º all'8 giugno Lesley Gore con il singolo It's My Party
  • Dal 15 giugno al 6 luglio Kyū Sakamoto con il singolo Sukiyaki
  • Dal 13 al 20 luglio Essex con il singolo Easier Said Than Done
  • Il 27 luglio Jan & Dean con il singolo Surf City
  • Dal 3 al 24 agosto Little Stevie Wonder con il singolo Fingertips
  • Il 31 agosto Allan Sherman con il singolo Hello Mudduh, Hello Fadduh! (A Letter From Camp)
  • Dal 7 al 14 settembre The Angels con il singolo My Boyfriend's Back
  • Dal 21 settembre al 5 ottobre Bobby Vinton con il singolo Blue Velvet
  • Il 12 ottobre The Ronettes con il singolo Be My Baby
  • Dal 19 ottobre al 2 novembre Jimmy Gilmer & Fireballs con il singolo Sugar Shack
  • Dal 9 al 16 novembre Nino Tempo e April Stevens con il singolo Deep Purple
  • Il 23 novembre Dale & Grace con il singolo I'm Leaving It Up to You
  • Dal 30 novembre al 28 dicembre Singing Nun con il singolo Dominique

1964

Nel 1964 i Beatles molto spesso raggiungono la testa alla classifica, ottenendo sia il record di più presenze consecutive che non consecutivo .[7]. I Beatles, peraltro, sono stati in testa consecutivamente 17 volte, ma con 4 singoli diversi: I Want to Hold Your Hand, She Loves You, Twist and Shout, Can't Buy Me Love.

Nell'elenco i musicisti e le band, che hanno raggiunto la testa della classifica nel corso del 1964 :[7]

1965

Nel 1965 sono sempre i Beatles ad ottenere il record di presenze in prima posizione, ma non consecutive, con 5 singoli differenti: I Feel Fine, Eight Days a Week, Yesterday, Help!, Ticket to Ride[8]

Nell'elenco i musicisti e le band, che hanno raggiunto la prima posizione nel corso del 1965 :[8]

1966

Nel 1966 sono ancora i Beatles,[9] ad imporsi nella classifica di Cash Box per 4 volte consecutive con il singolo, We Can Work It Out.[10]

Nell'elenco i musicisti e le band, che hanno raggiunto la testa della classifica nel corso del 1966 :[10]

1967

Nel 1967 in classifica il tormentone, I'm a Believer dei Monkees, riesce a collocarsi in prima posizione per 6 settimane consecutive.

Nell'elenco i musicisti e le band, che hanno raggiunto la prima posizione nel corso del 1967:[11]

Note

Collegamenti esterni

Wikiwand - on

Seamless Wikipedia browsing. On steroids.