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medico e scrittore italiano (1933-2020) Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Carlo Flamigni (Forlì, 4 febbraio 1933 – Forlì, 5 luglio 2020) è stato un medico e scrittore italiano, ricercatore nel campo della ostetrica, della ginecologia e considerato tra i pionieri della fecondazione assistita[1].
Si laureò in medicina e chirurgia presso l'Università di Bologna nel 1959, specializzandosi in seguito in ostetricia e ginecologia. Intraprese la carriera accademica presso la stessa Università, prima come libero docente e poi come professore incaricato. Dal 1980 al 2004 fu professore ordinario, sempre presso l'Università di Bologna, di endocrinologia ginecologica e poi di ginecologia e ostetricia, proseguendo poi l'attività di docenza fino al 2008 come docente fuori ruolo.
Nell'ambito medico, tra il 1975 e il 1994 fu direttore del servizio di Fisiopatologia della riproduzione per divenire poi direttore della clinica ostetrica e ginecologica dell'Università degli Studi di Bologna, incarico ricoperto fino al 2001.
Si interessò dei problemi relativi alla bioetica, e fu membro del relativo Comitato Nazionale dal 1990 al 2017. Fece parte del Comitato di etica dell'Università Statale di Milano.
Fu presidente della Società italiana di fertilità e sterilità.
Ricoprì la carica, condivisa con altre nove personalità della cultura, fra le quali Sergio Staino, Laura Balbo e Piergiorgio Odifreddi, di presidente onorario dell'Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti (UAAR).
Fu presidente onorario della Associazione italiana per l'educazione demografica (AIED).
Fu socio onorario della Consulta di bioetica.
Nel campo della pubblicistica e della saggistica, oltre a collaborare con numerose riviste scientifiche, fu autore di un migliaio di memorie scientifiche nonché di molti libri, relativi soprattutto a problemi riguardanti la salute della donna e agli aspetti medici e bioetici legati alla riproduzione e alla fecondazione assistita.
Come scrittore, fu autore di racconti, di storie poliziesche e di libri per l'infanzia. Nel 2011 vinse il premio letterario Serantini per il suo Un tranquillo Paese di Romagna.
Nelle elezioni europee del 2009 si candidò nella lista "Sinistra e Libertà" per il collegio dell'Italia nord-orientale.
Morì a Forlì il 5 luglio 2020 dopo una breve malattia.[2]
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