Stadio Pier Luigi Penzo
impianto sportivo di Venezia Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
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Lo stadio Pier Luigi Penzo, già campo di Sant'Elena, è uno stadio calcistico di Venezia.
Stadio comunale Pier Luigi Penzo | |
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Campo di Sant'Elena | |
Vista dello stadio dalla curva nord (2023) | |
Informazioni generali | |
Stato | Italia |
Ubicazione | Fondamenta Sant'Elena, 5 Venezia |
Inizio lavori | 1913 |
Inaugurazione | 1913 |
Ristrutturazione | 1991, 2007, 2015, 2017, 2021, 2024 |
Proprietario | Venezia |
Informazioni tecniche | |
Posti a sedere | 12 048
Settore Ospiti: 1000 |
Struttura | Pianta rettangolare |
Copertura | Tribuna centrale |
Pista d’atletica | rimossa nel 1991 |
Mat. del terreno | erba |
Dim. del terreno | 105 x 68 m |
Uso e beneficiari | |
Calcio | Venezia |
Rugby | Venezia (fino al 1958) Italia (2 incontri) |
Mappa di localizzazione | |
Ubicato sull'Isola di Sant'Elena, nella laguna veneziana, è dedicato alla memoria dell'aviatore Pier Luigi Penzo;[1] in termini di capienza, è la maggior arena scoperta della città di appartenenza.
Ospita le gare casalinghe del Venezia Football Club, principale sodalizio cittadino. È il secondo impianto più antico d'Italia dedicato alla pratica del calcio tra quelli in uso, alle spalle del solo stadio Luigi Ferraris di Genova[2].
Il "campo di Sant'Elena" (ubicato nelle immediate vicinanze dell'omonima chiesa) fu utilizzato già durante l'autunno 1910; contestualmente la Volontari Venezia inaugurava il 2 ottobre il campo dell'ex ippodromo della CIGA al Lido di Venezia.[3]
Il 7 settembre 1913, dopo i lavori necessari per la costruzione di quelle che le fonti del tempo definirono "ampie e signorili tribune"[4], il campo fu inaugurato con la cerimonia della rottura di una bottiglia contro uno dei pali, officiata dalla signorina Ines Taddia[5]. Seguì una partita inaugurale, persa 7 a 0 contro il Genoa.
Lo stadio disponeva inizialmente della pista d'atletica leggera e di un'unica piccola tribuna coperta in legno, ubicata sul lato occidentale del campo da gioco. A metà anni venti da tale struttura si provvide ad elaborare una tribuna stabile in muratura, cui si aggiunse negli anni trenta un nuovo settore, i popolari, sul lato opposto del rettangolo.
L'ampliamento e adeguamento delle strutture con capienza totale di 15 000 spettatori, su progetto dell'ingegner Bruno Guadagnini con costo complessivo di lire 1 000 000, fu presentato dalle autorità fasciste il 21 novembre 1926 su una pagina del Gazzettino illustrato ridenominando il campo in "Campo sportivo fascista di Sant'Elena"[6][7]. L'inaugurazione ufficiale avvenne l'8 maggio 1927, ma la partita inaugurale fu disputata solo 2 settimane dopo ospitando e battendo il Deutscher Praga 5 a 3.[6]
Non si conosce la data esatta del cambio di denominazione a "Campo Comunale Pier Luigi Penzo", che avvenne fra il 1928 ed il 1931[8], presumibilmente dopo il decennale della celebrazione della vittoria nella prima guerra mondiale. Alcune fonti riportano l'anno 1931[senza fonte].
Nell'estate del 1939 un'ulteriore opera di ristrutturazione ed ampliamento venne implementata per adeguare lo stadio ai canoni strutturali della Serie A, cui il Venezia era frattanto stato promosso: nell'occasione la tribuna centrale e i popolari vennero allungati verso nord e sud con l'aggiunta di propaggini di forma ricurva ed ulteriormente ampliati con posti parterre, sfruttando al massimo lo spazio disponibile a ridosso dei bordi del campo di gioco. Vennero inoltre costruite le prime curve sui lati corti del campo, sotto forma di basse strutture posticce (cinque/sei livelli) in legno.
Altri interventi si resero necessari ad inizio e metà anni sessanta, allorché il Venezia rientrò nella massima serie nazionale: nell'occasione venne ulteriormente ampliato il settore dei popolari mentre le curve vennero ricostruite più capienti in legno e tubolari d'acciaio. In questo modo (complici le regole poco restrittive in materia di sicurezza e limiti di afflusso del pubblico) lo stadio raggiunse la sua massima capienza: in occasione della partita di campionato Venezia-Milan del 1966 vennero staccati 26.000 biglietti totali.
Il 3 novembre 1968 l'impianto ospitò un incontro della nazionale di rugby a 15 dell'Italia, contro la Germania Ovest e terminato con la vittoria degli Azzurri con il punteggio di 22 a 14.[9]
L'11 settembre 1970 una violenta tromba d'aria si abbatté sull'Isola di Sant'Elena, danneggiando gravemente lo stadio: dato lo scarso rendimento della formazione veneziana in quegli anni, i danni vennero riparati solo parzialmente, riducendo la capienza a poco più di 5 000 posti totali.
Nei primi anni 1980, mentre il Venezia tendeva essenzialmente ad ascendere e discendere tra i campionati dell'Interregionale e della Serie C2, lo stadio venne nuovamente ristrutturato: si provvide a chiudere il settore dei popolari, divenuto pericolante a seguito di una pluriennale assenza di manutenzione, che venne di fatto sostituito da una nuova tribuna in tubolari d'acciaio (i distinti) posizionata sopra la pista d'atletica. In tale occasione i gruppi della tifoseria organizzata veneziana, che fino ad allora avevano occupato quest'area degli spalti, decisero di trasferirsi nella curva nord (che venne a sua volta ricostruita con strutture prefabbricate metalliche).
Nel 1987, a seguito della fusione tra Venezia e Mestre voluta da Maurizio Zamparini, il club unitario che ne nacque (che transitoriamente si chiamò Venezia-Mestre) si trasferì allo stadio Francesco Baracca (ubicato nella località di terraferma): nell'occasione alcune delle suddette tribune posticce vennero smontate dal Penzo (che rimase inutilizzato) e rimontate al Baracca.
Nel 1991, a seguito della promozione del Venezia in Serie B, lo stadio Penzo venne preferito al Baracca e quindi radicalmente ristrutturato al fine di poter accogliere le partite del campionato cadetto; gli interventi furono comunque a carattere provvisorio a causa dell'intenzione dichiarata del club di costruire un nuovo stadio in quel di Tessera, presso l'aeroporto Marco Polo (poi mai tradottasi concretamente). Si provvide a smantellare la pista di atletica, ad abbattere i vecchi popolari (chiusi da ormai dieci anni) e a riposizionare i distinti più ravvicinati al terreno di gioco. La maggiore trasformazione riguardò le curve, che vennero ricostruite in tubolari e portate ad una capienza di 4 500 spettatori, con una sensibile sopraelevazione rispetto al resto degli spalti. La capienza complessiva dello stadio raggiunse quindi i 16 500 posti, che nel decennio successivo andarono più volte tutti esauriti.
Nelle stagioni 1998–1999, 1999–2000 e 2001–2002 lo stadio ospitò le partite del Venezia in Serie A.
A seguito dell'uscita di scena di Maurizio Zamparini, il Venezia entrò in una fase di difficoltà economiche che condussero nel 2005 al fallimento e alla rifondazione del club, che successivamente militò stabilmente in Serie C. A fronte di ciò, la capienza dello stadio venne dapprima limitata a 9 950 posti e poi nel 2007 (dovendo ottemperare ai nuovi regolamenti sulla sicurezza) a 7 450 posti: in tale occasione si provvide infatti a ridurre le dimensioni delle curve e dei distinti.
Il primo decennio del XXI secolo vide l'impianto ridursi in condizioni di sempre maggiore degrado, a fronte del quale si seguitò a ridurre la capienza degli spalti. Nel luglio 2012 una nuova tromba d'aria abbattutasi su Sant'Elena fece crollare i muri di recinzione dietro la curva sud e danneggiò le gradinate degli spalti; a seguito di ciò, un mese dopo si provvide a rinnovare parzialmente i seggiolini, sicché lo stadio poté nuovamente ottenere l'idoneità per la Lega Pro (obbligando comunque il Venezia a giocare la prima gara casalinga stagionale, in Coppa Italia, allo stadio Rino Mercante di Bassano del Grappa).
Sul finire della stagione 2012-2013, nel mese di giugno lo stadio viene nuovamente dichiarato inagibile allorché si scoprì un cedimento del terreno alla base di una delle torri dell'impianto di illuminazione: l'attuazione dell'intervento di risanamento costrinse nuovamente il Venezia ad emigrare, disputando le gare interne allo stadio Piergiovanni Mecchia di Portogruaro.
Nel biennio 2015-2016, a seguito di un ulteriore fallimento e rifondazione del club arancioneroverde, la cordata di imprenditori capeggiata dall'avvocato statunitense Joe Tacopina che ne ha rilevato la proprietà ha finanziato un intervento di risanamento delle strutture dello stadio: in tale circostanza è stata rinnovata la barriera tra gli spalti e il campo di gioco, sono state risanate le tribune intervenendo sulle opere edilizie e sostituendo i seggiolini danneggiati, nonché riadattati i locali di servizio e gli arredi[10]. Parallelamente è stata annunciata la ripresa del proposito di edificare un nuovo stadio, più moderno e capiente, nel quadrante di Tessera[2], l'iter per il quale è partito il 24 luglio 2018 con la presentazione presso gli uffici comunali del progetto di fattibilità[11].
Ulteriori lavori si sono resi necessari nell'estate 2017, allorché la promozione del Venezia in Serie B ha imposto un nuovo adeguamento infrastrutturale: si è dunque provveduto a riorganizzare e dotare di tornelli i varchi d'accesso (al fine di filtrare il pubblico e controllare elettronicamente i biglietti), potenziare l'impianto di videosorveglianza, ampliare e ammodernare la tribuna stampa (dotata di cablaggio in fibra ottica e di nuove postazioni per giornalisti e telecronisti), adeguare i locali tecnici (spogliatoi, sale delegati, sala stampa), il sistema di condizionamento dell'aria e l'impianto di illuminazione. L'intervento, progettato dallo studio d'architettura Carrer ed implementato a cura della società Venezia FC, è costato circa 300 000 euro. Parallelamente il municipio ha rinnovato la concessione dell'arena agli arancioneroverdi fino al 2022, dietro pagamento di un canone annuo base pari a circa 25 000 euro[12]. In previsione del protrarsi dei lavori, il Venezia ha indicato come campo interno provvisorio per l'inizio della stagione 2017-2018 lo stadio Friuli di Udine[13]; la concessione dell'omologazione già nel mese di luglio ha tuttavia evitato la necessità di trasferimento.
A seguito di un aggiornamento dei criteri infrastrutturali della Serie B, nell'estate 2018 la società si è fatta carico di un ulteriore adeguamento dell'impianto del valore di 160 000 euro: in tutti i settori degli spalti che ancora ne erano sprovvisti (curva e distinti) vengono installati seggiolini individuali con schienale da 30 cm, secondo uno schema che mischia i tre colori sociali del Venezia (arancio, nero e verde); nei distinti vengono altresì inserite delle sedute bianche, che vanno a comporre il nome della città[14][15].
Il 28 maggio 2021, all'indomani del ritorno in Serie A, prendono il via i lavori di adeguamento dello stadio - terminati già a metà settembre - per portare la capienza a 11 150 posti: si procede a rinnovare il terreno di gioco, a potenziare le quattro torri faro, l'impianto audio e i servizi di connettività, a rinnovare i locali interni compresi gli spogliatoi, a ricostruire i distinti per portarne la capienza che arriva a 3 940 posti, a potenziare le curve (la sud passa a 2 910, la nord a 1 319), a creare un settore ospiti da 1 000 posti e a stabilizzare la tribuna a 1 981, con contestuale implementazione di due settori parterre denominati pitch-view, capaci complessivamente di 150 persone.[16]
Nell'estate del 2024, con il nuovo ritorno in Serie A, si completano dei lavori per portare la capienza a 12.048 adeguandolo al minimo concesso per la seria A.
Lo stadio presenta una struttura a pianta rettangolare: a seguito degli ultimi interventi di ristrutturazione condotti tra il 2017, il 2018 e il 2021 gli spalti possono accogliere fino a 11 150 spettatori (tutti a sedere in posti numerati dotati di seggiolino), suddivisi in quattro settori indipendenti e non raccordati:
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