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lingua parlata in Corea Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Il coreano è una lingua parlata nella penisola coreana. I nomi locali sono Chosŏnŏ (조선어?, 朝鮮語?) o Chosŏnmal (조선말?, 朝鮮말?) in Corea del Nord, e Hangug-eo (한국어?, 韓國語?) o Hangungmal (한국말?, 韓國말?) in Corea del Sud. I diversi nomi derivano dalle diverse denominazioni assegnate dalla Corea del Nord e dalla Corea del Sud al loro Paese.
Coreano 조선말?, ChosŏnmalMR / 한국말?, HangungmalLR | |
---|---|
Parlato in | Corea del Sud Corea del Nord Cina Russia Stati Uniti |
Locutori | |
Totale | 81,7 milioni (Ethnologue, 2022) |
Classifica | 15 (2021) |
Altre informazioni | |
Scrittura | Hanja (raro) Hangŭl/Chosŏngŭl (dal XV secolo) |
Tipo | SOV agglutinante |
Tassonomia | |
Filogenesi | Altaico? Proto-coreanico Coreano antico Primo coreano medio Tardo coreano medio Primo coreano moderno Tardo coreano moderno |
Statuto ufficiale | |
Ufficiale in | Corea del Sud Corea del Nord |
Regolato da | Istituto nazionale per la lingua coreana |
Codici di classificazione | |
ISO 639-1 | ko
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ISO 639-2 | kor
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ISO 639-3 | kor (EN)
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Glottolog | kore1280 (EN)
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Linguasphere | 45-AAA-a e 45-A
|
Estratto in lingua | |
Dichiarazione universale dei diritti umani, art. 1 모든 인간은 태어날 때부터 자유로우며 그 존엄과 권리에 있어 동등하다. 인간은 천부적으로 이성과 양심을 부여받았으며 서로 형제애의 정신으로 행동하여야 한다. | |
Traslitterazione McCune-Reischauer Modŭn ingan-ŭn t'aeŏnal ttaebut'ŏ chayuroumyŏ gŭ chon-ŏmgwa kwollie issŏ tongdŭnkhata. Inganŭn ch'ŏnbujŏgŭro isŏnggwa yangsimŭl puyŏbadassŭmyŏ sŏro hyungjeaeŭi chŏngsinŭro haengdonghayŏyahanda. Latinizzazione riveduta: | |
Diffusione del coreano nel mondo: in rosso, dove è lingua madre; in arancione, dove è usato come lingua ufficiale; in verde le minoranze coreane. | |
Al 2022, è parlata da 81,7 milioni di parlanti totali.[1]
La classificazione della lingua coreana è un tema discusso:[2] taluni sostengono l'appartenenza del coreano al gruppo delle lingue nipponiche, altri che sia legata alle lingue altaiche, ma anche che si possa trattare di una lingua isolata.
Il coreano condivide notevoli tratti in comune con il giapponese dal punto di vista strutturale e grammaticale (anche se non sussistono praticamente somiglianze lessicali).[3][4][5] L'appartenenza alle lingue nipponiche è dibattuta, ma rifiutata dalla maggior parte dei linguisti.[6][7]
La tesi del coreanista tedesco Andre Eckardt, secondo la quale la lingua coreana sarebbe imparentata con le lingue indoeuropee, che ha avuto diversi tentativi di dimostrazione con la somiglianza a prima vista di 500 vocaboli, non è più accettata dalla maggior parte degli studiosi.[8]
Anche una parentela con il cinese è presente. Infatti, l'espansione culturale dell'epoca Han ha esercitato un'enorme influenza nelle aree circostanti. Quasi metà del lessico coreano moderno (come i cognomi) sono dei prestiti dalla lingua cinese, sebbene rappresentino solo circa un decimo del vocabolario di base.[9]
Anche se la teoria che il coreano possa essere inserito nel gruppo delle lingue altaiche ha progressivamente perduto sostenitori,[10][11][12][13][14] i seguenti sono i tratti comuni portati a sostegno di questa teoria:
Lo sviluppo del coreano si suddivide tradizionalmente in quattro fasi:[15][16]
Nam Pung-hyun sostiene che la distinzione tra coreano antico e coreano medio vada spostata più avanti, al periodo delle invasioni mongole della Corea (1231-1270). Divide pertanto il periodo del coreano antico in primo (Tre regni), medio (Silla unificato) e tardo (primo Goryeo).[18][19]
La semantica del coreano antico appare in una stele in lingua cinese classica ritrovata in Corea e datata 441 o 501.[20] La sua sintassi e i suoi morfemi sono documentati per la prima volta nei testi del Silla dal medio al tardo VI secolo,[21][22] ma il loro uso divenne più esteso dopo l'unificazione della penisola.[23] Infatti, quando il regno di Silla sottomise nel 668 gli altri regni coreani e raggiunse l'egemonia sulla regione, si iniziò a parlare una lingua comune che costituì il coreano antico,[24] il quale rappresenta il primo stadio documentato di coreano.[25] Il coreano medio e, di conseguenza, il coreano moderno, sono discendenti diretti del coreano antico parlato nel Silla.[26][27] Sono sopravvissuti pochi dati sulle lingue del Baekje e del Goguryeo, ma la maggior parte dei linguisti concorda che fossero imparentate con quella del loro conquistatore.[28][29][30]
La lingua scritta di Silla sopravvive quasi esclusivamente nei componimenti hyangga riportati nel Samguk yusa del monaco Il-yeon (1285).[31][32] La fonologia non può essere stabilita con assoluta certezza[33] e il suo studio si basa prevalentemente sul rintracciare gli elementi fonologici del coreano medio.[34] Le somiglianze tra il sino-coreano del XV secolo e il cinese medio suggeriscono che il coreano antico avesse una qualche forma di soprasegmentali coerenti con quelle del cinese medio, e forse un sistema tonale simile a quello del coreano medio.[35] Altri linguisti sostengono invece che in origine la prosodia fosse più semplice di quella del coreano medio, e che i toni siano stati adottati in un secondo momento sotto l'influenza cinese.[36] La scrittura prendeva in prestito i caratteri cinesi che meglio si adattavano alla semantica o fonetica coreana,[37] e li riordinava secondo la sintassi coreana.[21]
La fine del coreano antico è tradizionalmente associata al cambiamento dell'assetto politico della regione avvenuto nel X secolo, quando la penisola, che si era nuovamente divisa nei Tre regni posteriori, venne riunificata sotto la dinastia Goryeo.[38] Nel 2003, il linguista sudcoreano Nam Pung-hyun ha sostenuto che il periodo del coreano antico dovrebbe essere esteso fino alla metà del XIII secolo,[39] in virtù delle somiglianze grammaticali tra i testi del periodo Silla e le glosse pre-XIII secolo, che contrastano con le strutture delle glosse successive al XIII secolo e del coreano medio del XV secolo.[40]
Lo sviluppo del coreano medio iniziò circa nel X secolo. Fino all'introduzione dell'alfabeto coreano (hangeul) nel XV secolo, i documenti linguistici sono solo frammentari e redatti nell'allora comune scrittura cinese classica, in particolare usando i sistemi arcaici idu e hyangchal.[41][42] I testi successivi all'implementazione dell'alfabeto descrivono invece la fonologia e la morfologia con dovizia di dettagli,[43] mentre non sono altrettanto informativi sulla sintassi coreana, poiché tendono a usare uno stile ampolloso influenzato dal cinese classico.[41]
Le lettere dell'alfabeto hangeul corrispondono strettamente ai fonemi del tardo coreano medio.[44] Il triangolo vocalico era rigido e divideva le vocali in tre gruppi: yang ("luminoso"), che comprendeva a, o e wo; yin ("buio"), in cui erano incluse e, u e wu; neutrale, per la sola i.[45][46] Il loro preciso valore fonetico è argomento di controversia,[47] così come la dimensione fonetica alla base dell'armonia vocalica: taluni suggeriscono che fosse basata sull'altezza delle vocali,[46] mentre altri la attribuiscono allo stato avanzato o retratto della radice della lingua.[48]
I primi testi in hangeul distinguono tre contorni intonativi su ciascuna sillaba: basso (non contrassegnato), alto (contrassegnato da un punto) e ascendente (contrassegnato da due punti).[49] Il tono ascendente potrebbe aver avuto una durata più lunga, e si ritiene che sia derivato dalla contrazione di una coppia di sillabe con tono basso e alto.[50] I testi in tardo coreano medio non mostrano chiare distinzioni dopo il primo tono alto o ascendente all'interno di una parola, suggerendo che la lingua avesse un accento tonale piuttosto che un effettivo sistema di toni.[51]
La divisione del paese avvenuta nel 1948 ha causato evoluzioni linguistiche diverse.[52] Nella Corea del Sud la lingua standard si basa nella pronuncia e nell'ortografia sul dialetto della capitale Seul, nella Corea del Nord la lingua standard è il dialetto di Pyongyang.[53] Nel lessico della Corea del Sud sono entrati numerosi prestiti dall'inglese americano, mentre la Corea del Nord ha adottato vocaboli russi e tenta di esprimere concetti nuovi tramite la derivazione di neologismi che siano "coreani puri",[54][55] pertanto i rifugiati del Nord apprendono a fatica nella fase iniziale molte parole inglesi a loro sconosciute.[56] La Corea del Nord criminalizza l'uso della lingua del Sud,[57] e i media sudcoreani dipingono spesso la lingua del Nord come aliena e disagevole.[58]
Le differenze esistenti tra i dialetti coreani sono invece marginali, tanto che vengono capiti da tutti i coreani (eccezion fatta per il dialetto parlato sull'isola di Jeju, talvolta considerato dai linguisti un idioma a sé).[59][60]
Hangeul | IPA | RR | MR | Descrizione |
---|---|---|---|---|
ㅏ | /a/ | a | a | A di aereo. |
ㅑ | /ja/ | ya | ya | IA di iato. |
ㅓ | /ʌ/ | eo | ŏ | O di orso, con le labbra non arrotondate (o "distese" o "rilassate") e aperta (cioè con la bocca più spalancata, con il dorso della lingua molto più distante dal palato rispetto alla tipica /o/).
Siccome la vocale è messa in piedi come la ㅏ, si può riprodurre il suono in maniera rudimentale pronunciando la "o" tenendo la bocca spalancata come la "a". Tuttavia la /a/ è vocale centrale, mentre il suono che si cerca di riprodurre è posteriore. |
ㅕ | /jʌ/ | yeo | yŏ | IO di fiore, con le labbra non arrotondate, aperta. |
ㅗ | /o/ | o | o | O di orso chiusa (e quindi con il dorso della lingua vicino al palato) e "procheila", cioè con le labbra arrotondate. |
ㅛ | /jo/ | yo | yo | IO di fiore, chiusa e con le labbra arrotondate. |
ㅜ | /u/ | u | u | U di Ungheria chiusa, con le labbra arrotondate.
La lettera è ribaltata rispetto alla /o/ perché il suono /u/ è più chiuso: per pronunciare la /u/, in generale il dorso della lingua si deve avvicinare di più al palato. |
ㅠ | /ju/ | yu | yu | IU di giudice chiusa, con le labbra arrotondate. |
ㅔ | /e/ | e | ë | E di estate, chiusa. |
ㅖ | /je/ | ye | ye | IE di fieno, chiusa. |
ㅐ | /ɛ/ | ae | ae | E di estate, aperta (cioè con la bocca più spalancata, con la punta della lingua molto più distante dal palato rispetto a /e/). |
ㅒ | /jɛ/ | yae | yae | IE di pieno, aperta. |
ㅣ | /i/ | i | i | I di inno, con la punta della lingua molto vicina al palato perché è una vocale chiusa. |
ㅡ | /ɯ/ | eu | ŭ | U di Ungheria, con le labbra che stavolta sono non arrotondate e il dorso della lingua estremamente vicino alla zona tondeggiante e rigida del palato. Nel pronunciare il suono, le due arcate dentarie di solito sono tenute vicine. |
ㅢ | /ɰi̯/ | ui | ŭi | UI di quinto, sempre con labbra distese, lingua vicinissima al palato e, di solito, una leggera accentazione sulla "i". Quest'ultima in IPA ha un trattino in basso per disambiguare che fa parte di un dittongo o trittongo. /ɰ/ invece è la versione semivocalica di /ɯ/, esattamente come /w/- per /u/ e /j/- per /i/. |
ㅘ | /wa/ | wa | wa | UA di guardare. |
ㅝ | /wʌ/ | wo | wo | UO di uomo, con la "o" non arrotondata e aperta. |
ㅞ | /we/ | we | we | UE di guerra, con la "e" chiusa. |
ㅙ | /wɛ/ | wae | wae | UE di guerra, con la "e" aperta. |
ㅟ | /wi/ oppure /y/ | wi | wi | UI di guidare. Pochi parlanti la pronunciano /y/, cioè "I" di inno con le labbra arrotondate. |
ㅚ | /we/ oppure /ø/ | we | oe | UE di guerra, con la "e" chiusa. Pochi parlanti la pronunciano /ø/, cioè "E" di estate con le labbra arrotondate. |
In coreano esiste un allungamento vocalico, tale per cui in alcune sillabe (sia in isolamento che dentro alcuni vocaboli) si pronunciano con la vocale leggermente lunga invece che breve. Questo fenomeno è presente sia in vocaboli sino-coreani che coreani nativi, ma non è presente nei prestiti in Konglish. L'allungamento vocalico si sarebbe formato dai rimasugli del sistema tonale del coreano medio, caduto grossomodo quando il tardo coreano medio stava volgendo al termine e stava lasciando lo spazio al primo coreano moderno. Viene segnalato nei dizionari con due punti dopo la sillaba in hangeul avente la vocale lunga o con un tratto orizzontale sopra la sillaba scritta in hangeul. L'allungamento vocalico può aiutare a riconoscere una sillaba rispetto a un'altra omofona. Per esempio, 일 se pronunciata breve significa sia "sole/giorno" che "uno", ma se pronunciata facoltativamente lunga 일: significa "lavoro".
Gli allungamenti sono presenti in ogni tipo di sillaba (sia chiusa che aperta, cioè senza e con consonanti a fine sillaba). Tuttavia, le consonanti (perlomeno negli hanja più diffusi) non devono essere degli stop senza rilascio udibile di suono (-p, -t, -k), ma possono essere le nasali -m, -n, -ng. Il fatto che due sinogrammi abbiano in comune la chiave di lettura o abbiano una certa intonazione in cinese moderno non vuol dire che condividano l'allungamento vocalico.
L'allungamento vocalico, se usato, segue le seguenti regole:
In due hanja diffusi, 점 (點) e 사 (社), ha un comportamento a tratti irregolare: in dei casi in cui può apparire, non appare nel dialetto di Gyeongsang.
Hangeul | IPA | RR (iniziale; finale di parola) | Descrizione |
---|---|---|---|
ㄱ | -/ɡ/- e /k/-;
-/k̚/ |
g; -k | G di gancio. Se completamente a inizio parola, è C di cane / K di koala, ma la romanizzazione non varia. Quando è a fine sillaba, indifferentemente dal fatto che questa sillaba sia dentro la parola o anche alla fine, e contemporaneamente è seguita da un'altra consonante (diversa da ㅇ) o da nulla diventa una "consonante senza rilascio di suono". In questo caso, si effettua solo il primo movimento della lingua. Facendo un esempio con "pagare", il dorso della lingua si poggia sulla zona velare senza poi scollarsi. Il suono "a" di "pagare" viene bruscamente interrotto dalla lingua, che ostruisce il passaggio del suono all'interno della bocca. |
ㄲ | /k͈/;
-/k̚/ |
kk; -k | CC di tacca / KK di trekking / CCH di pacchetto. La versione doppia/geminata/tensificata di una consonante si scrive raddoppiando il segno accanto al primo e comprimendoli. Tutte le doppie sono sempre sorde.
Questa è una delle sole due lettere doppie che può apparire a fine sillaba, divenendo "-k" (quindi una consonante senza rilascio). |
ㅋ | /kʰ/-;
-/k̚/ |
k | C di cane / K di koala ma con aspirazione sorda (cioè alla lettera si accompagna uno sbuffo d'aria che la distingue dalla ㄱ).
A fine sillaba, come ogni consonante aspirata in tale posizione, diventa una consonante senza rilascio di suono e il punto di stop è sempre in zona velare. |
ㄴ | /n/ | n | N di nave. Per i suoni nasali e laterali non esiste una grafia doppia/con aspirazione a sé: si scrive infatti la N o M o L o NG seguita poi da una H e non una lettera singola.
In Nordcorea, i prestiti cinesi che iniziano per "N-" conservano questo suono sia in grafia sia in scrittura. Di conseguenza, nella produzione scritta sudcoreana o nei vocabolari sudcoreani, la grafia sarà diversa. Nella parlata molto rapida, il gruppo NB a livello fonetico può assimilarsi in /mb/, mentre NG si pronuncia come "ng" di fango. |
ㄹ | /l/ e -/ɾ/- | l; -r- | L di leva. Se intervocalica, diventa una R di arare monovibrante e si romanizza "-r". Se questa consonante è doppia, si pronuncia /ll/, non è una "r" polivibrante.
I prestiti sino-coreani che iniziavano per "ㄹ-" in Sudcorea sono stati adattati ortograficamente e foneticamente come "N-" (tranne se il prestito, cambiata la grafia, inizierebbe per "Ni-" o "Ny-": in tal caso, in ortografia, è stata eliminata la consonante iniziale). L'ortografia di tali parole in Nordcorea torna ad essere "ㄹ-", pronunciata /ɾ/. Un esempio è "lavoro" - nord: rodong (로동), sud: nodong (노동). |
ㄷ | -/d/- e /t/-;
-/t̚/ |
d; -t | D di dado. Se completamente a inizio parola, è T di tana, ma la romanizzazione non varia. Se a fine sillaba, diventa una consonante senza rilascio di suono e il punto di stop è in zona dentale. |
ㄸ | /t͈/ | tt | TT di atto.
Se la parola a inizio frase inizia per TT, a livello fonetico il cluster si pronuncia scempio. |
ㅌ | -/dʱ/- e /tʰ/-;
-/t̚/ |
t | T di tana, con aspirazione sorda. |
ㅁ | /m/ | m | M di mano.
Nella parlata molto rapida, il cluster NM a livello fonetico può sentirsi "mm" di camminare. |
ㅂ | -/b/- e /p/-;
-/p̚/ |
b; -p | B di burro. Se completamente a inizio parola, è P di palla, ma la romanizzazione non varia.
A fine sillaba diventa "-p" con punto di stop in zona bilabiale. Questo è l'ultimo dei tre stop presenti in coreano. Bisogna distinguere bene, nella parlata curata, tra stop velare, dentale e bilabiale. Nella parlata molto rapida, il gruppo NB a livello fonetico può assimilarsi in /mb/. |
ㅃ | /p͈/ | pp | PP di zappare.
Vale l'assimilazione anche nel caso NPP. Se la parola a inizio frase inizia con PP, si pronuncia scempio. |
ㅍ | -/bʱ/- e /pʰ/-;
-/p̚/ |
p | P di pane, con aspirazione sorda. A fine sillaba è "-p" con punto di stop in zona bilabiale.
Vale l'assimilazione anche nel caso NP. |
ㅈ | -/d͡ʑ/- oppure -/d͡z/-;
/t͡ɕ/- oppure /t͡s/-; -/t̚/ |
j; -t | G di gelato fortemente palatalizzata, cioè con la punta della lingua spinta più in avanti. In altre parole, è come pronunciare il suono sopracitato con la lingua in posizione di "gn" di gnomo. Se completamente a inizio parola, è C di cena, palatalizzata o meno, ma la romanizzazione non varia.
In Nordcorea, si pronuncia come Z di zanzara (/d͡z/ e /t͡s/), sorda o sonora. In altre parole, non viene fortemente palatalizzata. A fine parola diventa "-t" con stop in zona dentale: nonostante la posizione della lingua (con la prima variante di pronuncia) non sia quella di /t/, lo stop avviene con la lingua in questa posizione. Le sillabe "DI" e "DY(+la vocale del dittongo)" scritte come...ㄷ이 e simili (con una risillabazione in mezzo, vedi avanti) si pronunciano /d͡ʑi/ e /d͡ʑj.../ per un fenomeno di palatalizzazione. Nella pronuncia sudcoreana, la N nel cluster NJ può sentirsi assimilata in una "gn" di gnomo. |
ㅉ | /t͈͡ɕ͈/ oppure /t͈͡s͈/ | jj | CC di acciaio. In Nordcorea è ZZ di razzo, sorda (/t͈͡s͈/).
Se la parola a inizio frase inizia con JJ, si pronuncia scempio. Nella pronuncia sudcoreana, vale l'assimilazione anche nel caso NJJ. |
ㅊ | -/d͡ʑʱ/- oppure -/d͡zʱ/-;
/t͡ɕ-/- oppure /t͡sʰ/-; -/t̚/ |
ch; -t | C di cielo, palatalizzata e con aspirazione sorda. In Nordcorea, è Z di zanzara con aspirazione. A fine sillaba è "-t" con stop dentale. Nella pronuncia sudcoreana, vale l'assimilazione anche nel caso NCH
Le sillabe "THI" e "THY(+la vocale del dittongo)" scritte come ㅌ이 (ex. 같이) si pronunciano /t͡ɕʰi/ e /t͡ɕʰj.../ per lo stesso fenomeno. |
ㅅ | /s/- e -/z/-;
/ɕ/i/j- e -/ʑ/i/j-; -/t̚/ |
s; -t | S di sole. Davanti alla vocale "i" o ad un qualunque dittongo che inizia per semivocale /j/, è una SC di sciare fortemente palatalizzata, per lo stesso fenomeno. La romanizzazione è comunque sempre e solo una, anche quando la consonante può sentirsi sonora in mezzo alla parola. Ma in Nordcorea la "S" non è colpita da palatizzazione in questo contesto.
A fine sillaba, nonostante "s" sia un suono sibilante senza alcun contatto tra organi, diventa "-t" con stop dentale. |
ㅆ | /s͈/;
/ɕ͈/i/j; -/t̚/ |
ss; -t | SS di asso, sempre sorda e abbastanza enfatica. Davanti a "i" o dittonghi che iniziano per /j/, è SC di sciare. La romanizzazione non varia e anche la versione doppia è palatalizzata: la punta della lingua va tenuta in una posizione simile a "gn" di gnomo nel pronunciare il suono. In Nordcorea invece la "SS" non è colpita dalla palatalizzazione davanti a /j/.
A fine sillaba diventa "-t" con stop dentale. Se è contenuta all'inizio della prima parola della frase, si può pronunciare tensificata. |
ㅇ | - - -; -/ŋ/ | - - - ; -ng
(se succeduta da vocale, "ng-") |
Se la sillaba coreana inizia con una vocale, sta ad indicare l'assenza di consonante: non ha quindi alcun valore fonetico e non si trascrive.
Se si trova a fine sillaba, indica la NG dell'inglese "king". Quando è ad inizio sillaba, se la sillaba precedente finisce in consonante, questa si sposta al posto di ㅇ, quindi la parola si risillaba e la cadenza resta regolare. Per distinguere suono unico "NG" dalla sequenza "N'G" (due suoni di fila), in romanizzazione si usa un trattino dopo le due lettere nel primo caso (quindi ㅇ NG-). A livello fonetico, indica che la prima in pronuncia finisce in /ŋ/ e l'altra parte direttamente con la vocale. |
ㅎ | /h/ oppure /ɦ/;
/x/ oppure /ɣ/; /ç/ oppure /ʝ/ |
h | H dell'inglese "have". È una fricativa glottidale se seguita da /a, ʌ, ɛ, e/, tuttavia se seguita da /ɯ/ il dorso della lingua è più vicino alla zona velare, quindi l'aspirazione viene plasmata e modellata dalla lingua come /x/; il suono è cioè simile ad una "c" di cane ma senza contatto tra organi. Se poi la vocale che segue è /i/ o /j/, la punta della lingua sarà automaticamente attratta verso gli alveoli, senza toccarli. Quindi il suono si modella come /ç/. Se invece la vocale che segue è /o, u, w/ le labbra, arrotondate, s'avvicinano senza toccarsi, si ha dunque /ɸʷ/. La "w" scritta come apice sta ad indicare che le labbra si protendono in avanti. Se in mezzo a suoni sonori, è normale sentire la "h" sonora: invece di /h, x, ç, ɸʷ/, si può sentire /ɦ, ɣ, ʝ, β/. Quando due coppie di suoni sono interscambiabili, il fenomeno tale per cui non c'è distinzione nel significato si dice "allofonia". |
Il simbolo dell'Alfabeto fonetico internazionale (IPA) <◌͈> si può anche usare per denotare le consonanti doppie /p͈/, /t͈/, /k͈/, /t͡ɕ͈/, /s͈/. Il suo uso ufficiale nelle estensioni dell'alfabeto fonetico internazionale è per l'articolazione "forte", ma si usa nella letteratura per la voce cavernosa o cupa. Le consonanti coreani hanno anche elementi di voce rigida, ma non si sa ancora quanto questo sia tipico delle consonanti cavernose. Esse sono prodotte con una glottide parzialmente ristretta e con una pressione aggiuntiva subglottidale in aggiunta alle pareti tese del tratto vocale, all'abbassamento laringeo, o ad altre espansioni della laringe.[61]
Nel caso in cui si presentino, ci sono 11 micro-cluster doppi a fine sillaba. Oltre la metà hanno il suono /l/ come primo membro: ㄳ ㅄ ㄵ ㄶ ㄺ ㄽ ㄾ ㅀ ㄼ ㄿ ㄻ . In base a cosa segue, ci sono due possibilità di pronuncia:
Per semplificare, la pronuncia del micro-cluster a fine sillaba se seguito da una consonante diversa da ㅇ o da nulla si elenca in tabella:
Microcluster che iniziano per occlusiva o /n/- | Microcluster che iniziano per /l/- | |||||||||
---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
ㄳ | ㅄ | ㄵ | ㄶ | ㄺ | ㄽ | ㄾ | ㅀ | ㄼ | ㄿ | ㄻ |
-k̚ | -p̚ | -n | -n | -k̚ | -l | -l | -l | -p̚ | -p̚ | -m |
Dall'alfabeto coreano sono esclusi suoni come ad esempio /f/ sordo e /v/ sonoro, ragion per cui nel traslitterare nomi stranieri e prestiti si ripiega su altre lettere dal suono simile e si effettuano degli adattamenti. Per la precisione:
Oltre alle parole "puramente coreane" una buona parte di lessico coreano (dal 40 fino al 60%) consta di prestiti stranieri che sono stati presi nel corso della storia dal cinese. Ragioni per questo numero eccezionalmente alto di parole sino-coreane sono i frequenti contatti che la Corea ha curato nel corso di tutta la sua storia nei confronti della sua "grande sorella" cinese, così come la filosofia del confucianesimo, elevata in Corea al rango di religione di Stato. In epoca moderna sono stati presi prestiti dall'inglese particolarmente in Corea del Sud e adattati alla fonologia coreana. Scomparsi quasi del tutto sono invece i prestiti dal giapponese risalenti al tempo dell'occupazione della Corea. Rari, ma presenti, sono prestiti dal tedesco.
La lingua coreana utilizza a partire dal XV secolo una propria scrittura, l'Hangeul (lett. "scrittura del popolo coreano" o, nel significato arcaico, "il grande alfabeto"). La sua creazione risale al 1443, quando il re Sejong il Grande (r. 1418-1450) della dinastia Joseon (1392-1910), insieme ad un gruppo di letterati confuciani del Jiphyeonjeon (lett. "Istituto per la raccolta della virtù", organo poi smantellato dal successivo re Sejo) ideò un sistema di scrittura che aderisse al meglio alla lingua della penisola. Venne così ideato lo Hunmin jeong-eum (in hanja, 訓民正音,lett. "giusti suoni (per) educare il popolo", che avrebbe preso il nome di Hangeul nel 1912). Avrebbe poi subito un periodo di "rodaggio" della durata di tre anni, nei quali ne sarebbe stata saggiata la funzionalità, nonché studiata la recezione da parte del popolo.
L'hangeul non fu il primo sistema di scrittura dei coreani poiché precedentemente erano stati usati gli ideogrammi cinesi, gli hanja. In passato, i burocrati e l'élite nobiliare si distinguevano come status e livello di cultura proprio per la conoscenza della scrittura. Sebbene gli hanja fossero in parte scomodi per scrivere il coreano, quando il re Sejong presentò l'hangeul ci furono delle resistenze da parte dei nobili e dei confuciani perché l'esistenza di un alfabeto dal semplice funzionamento e dalle forme snelle avrebbe potuto allargare la soglia di alfabetizzazione e sveltire le tempistiche di apprendimento della scrittura: l'élite avrebbe quindi perso parte della sua importanza. Per questo motivo l'alfabeto ebbe una circolazione molto più limitata di quella che Sejong aveva in mente. L'élite continuò a preferire gli hanja mentre l'hangeul era utilizzato dalle donne e dai semianalfabeti che non conoscevano gli hanja. In taluni testi antichi gli hanja sono affiancati dall'hangeul scritto in dimensione più piccola per indicare la pronuncia. Questo tipo di utilizzo è analogo al furigana giapponese, che affianca l'hiragana ai kanji.
A partire dalla seconda metà del Novecento la situazione si è rovesciata: l'hangeul è noto a tutti gli alfabetizzati, gli hanja sono poco usati e la grafia che mescola l'alfabeto ai sinogrammi è perlopiù sparita. Alcuni coreani usano gli hanja anche per trascrivere il loro nome in ideogrammi.
La maggior parte degli hanja sono prestiti cinesi, ma i coreani hanno inventato alcuni caratteri autoctoni per descrivere oggetti o entità appartenenti prettamente alla loro cultura. Gli hanja autoctoni si chiamano "gukja", cioè "caratteri nazionali".
Mentre in Corea del Nord gli studenti entrano in contatto con 3000 hanja durante l'istruzione obbligatoria, in Corea del Sud entrano in contatto con 1800 hanja basilari suddivisi tra scuola media e scuola superiore, in base a una lista ufficiale del 1972 aggiornata in modo marginale nel 2000.
La punteggiatura è un'importazione occidentale, e in passato non esisteva: ad esempio, i punti fermi si capivano dalle lettura di intere porzioni di frase e i punti di domanda erano impliciti in presenza delle particelle interrogative. Il coreano utilizza il cerchio 。 in luogo del punto fermo, tuttavia nei quotidiani e siti web coreani spesso si trova anche il punto . . Quando c'è un elenco o una lista di oggetti, in tutte queste lingue non si usa la virgola tipica ma 、che è la "virgola a goccia". In alternativa alla virgola a goccia, si può usare il punto mediano · . Per citare titoli di libri e opere, in Sudcorea si usano le virgolette " " oppure 『 』, cioè una specie di doppia parentesi quadra vuota all'interno. In Nordcorea invece si usano le virgolette a forma di doppio spuntone dette "guillemet", cioè 《》. La tilde tra due numeri o orari (〜) sta ad indicare un intervallo numerico o temporale. Se a fine parola e dopo una vocale, la allunga per dare alla parola un tono di esclamazione e/o un effetto comico. Esistono gli hanja per rappresentare i numeri, ma si utilizzano le cifre arabe moderne. In cinese invece si usano sia gli hanja che le cifre arabe ma, per evitare falsificazioni (ex. 一 → 十), in ambito economico si utilizza la versione tradizionale e più arcaica dei sinogrammi.
Il coreano è una lingua agglutinante. Altre peculiarità sono le rigide regole della morfologia verbale e dei suffissi onorifici. Sia il verbo che il sostantivo possono essere marcati morfologicamente all'interno di una frase a seconda degli atti linguistici utilizzati e dal valore topologico. Per i verbi questo si concretizza essenzialmente con prefissi, suffissi e infissi, nei sostantivi con posposizioni.
Nel territorio della Repubblica popolare cinese è presente una minoranza coreana chiamata Chaoxianzu. Inoltre, il coreano ha lo status di lingua ufficiale minoritaria riconosciuta ed è co-ufficiale nella prefettura autonoma coreana di Yanbian.
Nelle repubbliche dell'Asia centrale già facenti parte dell'Unione Sovietica vive una minoranza coreana denominata Koryeoin (고려인?, 高麗人?) o Goryeosaramdeul (고려사람들?, 高麗사람들?). Altre minoranze di rilievo al di fuori delle due entità statali coreane si trovano in Giappone e negli USA. Anche in Germania sono presenti gruppi rilevanti di coreani. In Argentina vivono 35 000 coreani, ma la comunità coreano-iberoamericana più rilevante è quella presente in Brasile.
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