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Hiragana

sillabario giapponese Da Wikipedia, l'enciclopedia libera

Hiragana
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Lo hiragana è un sistema di scrittura sillabico utilizzato per la lingua giapponese.

Kanji

Kana

Utilizzato nel

Braille

Rōmaji

  • Hepburn (uso comune)
  • Kunrei (ISO 3602)
  • Nihon (ISO 3602 traslitt.)
  • JSL (traslitterazione)
  • Wāpuro (tastiera)

Ateji

Punteggiatura

Thumb
Origine dell'hiragana

In Giappone vengono utilizzati tre diversi tipi di scrittura: lo hiragana (平仮名), il katakana (片仮名) e i kanji (漢字). I primi due costituiscono la scrittura autoctona fonetica, detta kana, il terzo è rappresentato dai caratteri ideografici di origine cinese, generalmente non dissimili da quelli utilizzati nel continente.

Lo hiragana è facilmente distinguibile dal katakana per la sua forma corsiva, con tratti arrotondati, ben diversi dalle forme rigide dell'altro sillabario: scritti con i rispettivi sistemi, avremo hiragana ひらがな e katakana カタカナ. "Hiragana" significa "carattere prestato di uso comune", con riferimento all'origine dagli ideogrammi e alla sua forma corsiva.

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Il sistema di scrittura hiragana

Riepilogo
Prospettiva

Nello hiragana, come nel katakana, ogni carattere non corrisponde a un fonema vocalico o consonantico, come avviene in molte lingue occidentali scritte con alfabeti, ma a un'intera sillaba (ad eccezione del carattere , che rappresenta il suono "n"). Vi sono sillabe formate da una sola vocale o da consonante e vocale; si dividono inoltre tradizionalmente in sillabe pure, impure, semipure, contratte.

Le sillabe pure seion sono formate da una sola vocale, da una consonante che precede una vocale, e dalla n sillabica. Facendo seguire dal segno diacritico dakuten ゛(anche detto nigori, "impurità") quelle sillabe pure la cui consonante è sorda, si ottengono le corrispondenti sillabe impure dakuon, nelle quali la consonante iniziale è sonora: per esempio, か ka diventa が ga, し shi diventa じ ji, へ he diventa べ be. Facendo seguire le sillabe che cominciano per h, inclusa fu, dal segno diacritico handakuten ゜(anche detto maru, "cerchio"), si ottengono le sillabe semipure handakuon, che hanno come consonante iniziale p: quindi へ he diventa ぺ pe.

La combinazione fra due caratteri permette a volte di rappresentare una terza sillaba: si tratta delle sillabe contratte yōon, nelle quali una delle sillabe ya, yu, yo (ゃ, ゅ, ょ) è scritta in piccolo dopo una sillaba che ha come vocale terminale la i. La consonante della sillaba risultante sarà palatalizzata: avremo, ad esempio, にゃ nya, りゅ ryu, じょ jo.

Il sillabario hiragana, al pari del katakana, è propriamente composto dai 46 caratteri che rappresentano le sillabe pure, e spesso è detto – arrotondando il numero – gojūon "i cinquanta suoni"; ma a questi si aggiungono le 20 sillabe impure, le 5 sillabe semipure e le 36 sillabe contratte: in tutto 109 sillabe.

Lo hiragana viene utilizzato per parole per le quali non vi sono kanji, cioè particelle come kara から "da", suffissi come san さん "signore, signora". Lo hiragana è anche usato per parole per le quali la forma ideografica kanji non è conosciuta da chi scrive, o si presume che non sia conosciuta da chi legge, o è troppo formale per il contesto in cui si scrive. Le inflessioni dei verbi e degli aggettivi si scrivono in hiragana: ad esempio, in 食べました tabemashita ("mangiare" al passato affermativo in forma gentile), dove tabe- è la radice verbale e -mashita è il verbo ausiliare, -bemashita è scritto in hiragana, mentre solo la sillaba iniziale ta- della base verbale è rappresentata con un kanji. Quest'uso è detto okurigana.

Si chiama furigana un altro frequente uso dello hiragana, quello che ha il fine di rappresentare la pronuncia del kanji quando questo è poco noto, o in ambito didattico: in questi casi il carattere fonetico è scritto in piccolo sopra a quello ideografico (o accanto, se la scrittura è verticale). È utile precisare che i caratteri hiragana sono utilizzati per insegnare ai bambini a leggere e a scrivere nella scuola primaria, prima che essi imparino a riconoscere i kanji, vale a dire gli ideogrammi, di cui esistono (considerando anche quelli poco usati) oltre 50 000 varietà.

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Tabella di traslitterazione dello hiragana secondo i sistemi Nihon e Hepburn

Riepilogo
Prospettiva

La seguente tabella riporta i caratteri hiragana assieme alla loro romanizzazione in stile Nihon.

     48 sillabe pure, di cui due obsolete (in rosso)

     20 sillabe impure

     5 sillabe semipure

     36 sillabe contratte

Ulteriori informazioni あ a, い i ...

Pronuncia in dettaglio

Nella tabella sottostante si spiega la pronuncia in giapponese, suono per suono, tale per cui i suoni sono poi combinabili tra loro. Sotto la tabella si forniscono alcune informazioni sugli allungamenti vocalici, sui dittonghi arcaici e su alcuni accomodamenti dal primo cinese medio.

Ulteriori informazioni Lettera/ dittongo (roomaji, Hepburn), Katakana ...

A questi suoni, si aggiunge la nozione di allungamento vocalico: quando due vocali identiche sono scritte di fila, si pronuncia un'unica vocale che dura leggermente di più: ああ aa /a:/, いい ii /i:/, うう uu /ɯ:/, ええ ee /e:/, おお oo /o:/. Volendo, nel sistema Hepburn l'allungamento vocalico si può anche indicare con un trattino orizzontale detto "macron" sopra una singola vocale: ā, ē, ī, ō, ū. Un ultimo e diffusissimo allungamento vocalico è presente nella combinazione -おう:

おう, どう, とう, こう, ごう, もう, のう, ろう, そう, ぞう, ほう, ぼう, ぽう, きょう, ぎょう, ちょう, みょう, にょう, しょう, ひょう, びょう, ぴょう, りょう .

La combinazione "ou" si romanizza ō/oo e si pronuncia /o:/. la -u finale deriva dall'accomodamento finale di -/ŋ/ in cinese (conservato tuttora dal primo cinese medio e dal cinese antico), reso come */ũ/ nasalizzato, poi /ɯ̃/ e infine assimilatosi. Un esempio famoso è il nome dell'odierna capitale del Giappone, Tōkyō 東京 とうきょう, anticamente detta "Edo" 江戸. Oppure, deriva dalla mutazione di "-au" e "-eu" in "-oo", tale per cui l'accomodamento della pronuncia cinese si allontana da quella originale. Questo allungamento, insieme a "ū/uu", è l'allungamento vocalico più diffuso in giapponese.

Il secondo, "uu" (うう, ゆう), si trova facilmente nei kanji (esattamente come "oo"), cioè i sinogrammi presi a prestito dai giapponesi, e deriva dall'accomodamento dello stop senza rilascio udibile di suono *-p del Primo Cinese Medio: fu adattato come -fu, dopodiché la consonante è caduta ed è rimasta solo a "u", che in svariati casi forma questo allungamento vocalico. La *-p è individuabile in coreano, cantonese, vietnamita e in svariati dialetti cinesi onservativi come il cantonese (famiglia yue) e svariati minnan (es. l'amoy hokkien, il taiwanese, il teochew, il quanzhou, lo shangtou e l'hakka). Altri allungamenti vocalici presenti in parole native giapponesi derivano da cadute di consonanti, sillabe interne o semivocali durante l'evoluzione della lingua.

Molti altri suoni che sono diventati sillabe derivano da accomodamenti della pronuncia del primo cinese medio in giapponese (*-t, *-k) e sono reperibili nei kanji, ma non costituiscono casi particolari da prendere in analisi.

Tutti i dittonghi che iniziano con w-, se reperiti nei kanji, sono pure accomodamenti dal primo cinese medio ed esistevano già durante il giapponese antico (la pronuncia della vocale era unica). Oggi, in tutto il vocabolario giapponese, questi dittonghi sono spariti eccetto per "wa". In katakana, degli esempi di sillabe con questi dittonghi arcaici, utili per fare paragoni con le lingue sino-xeniche, per ricostruire il primo cinese medio o per sbrogliare delle mancate corrispondenze nella pronuncia tra giapponese e lingue sino-xeniche, sono グワ(ン) gwa(n), クワ(ン) kwa(n), グヱ(ン) gwe(n), クヱ(ン) kwe(n), ヱ(ン) we(n), ヰン wi(n).

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Ricostruzione filologica dell'hiragana

Riepilogo
Prospettiva

Un lavoro di ricostruzione analogo a quello svolto nel katakana si può fare anche per l'hiragana, che deriva dalla stilizzazione in blocco di alcuni sinogrammi, che in larga misura corrispondono con quelli che originano il katakana. La pronuncia del kanji in versione on'yomi viene scritta in hiragana per collegarla con la grafia della sillaba, a sua volta collegata al sinogramma. Laddove esistono più lettore on'yomi, viene data quella più simile alla sillaba odierna.

Ulteriori informazioni Hanzi, Romaji ...
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