Budoia
comune italiano Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
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Budoia (a volte scritto Budoja, Budoie in friulano, Buduoia nella variante locale[7]) è un comune italiano[8] di 2 468 abitanti del Friuli-Venezia Giulia.
Budoia comune | |
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(IT) Budoia (FUR) Budoie [1] | |
La chiesa di sant'Andrea | |
Localizzazione | |
Stato | Italia |
Regione | Friuli-Venezia Giulia |
Provincia | Pordenone |
Amministrazione | |
Sindaco | Ivo Angelin[2] (PD) dal 27-5-2019 |
Territorio | |
Coordinate | 46°03′N 12°32′E |
Altitudine | 135 m s.l.m. |
Superficie | 37,36 km² |
Abitanti | 2 468[3] (30-4-2022) |
Densità | 66,06 ab./km² |
Frazioni | Dardago, Santa Lucia[4] |
Comuni confinanti | Aviano, Fontanafredda, Polcenigo, Tambre (BL) |
Altre informazioni | |
Lingue | italiano, friulano |
Cod. postale | 33070 |
Prefisso | 0434 |
Fuso orario | UTC+1 |
Codice ISTAT | 093008 |
Cod. catastale | B247 |
Targa | PN |
Cl. sismica | zona 2 (sismicità media)[5] |
Cl. climatica | zona E, 2 371 GG[6] |
Nome abitanti | budoiesi |
Patrono | sant'Andrea Apostolo |
Giorno festivo | 30 novembre |
Cartografia | |
Posizione del comune di Budoia nella ex provincia di Pordenone | |
Sito istituzionale | |
Il comune si trova nella zona collinare ai piedi del massiccio del Monte Cavallo. È attraversato dal torrente Artugna che è un affluente del fiume Livenza.
"Budoia" è un fitotoponimo derivato dal latino *betullea "betulla". La prima citazione, già nella forma odierna, è del 1299[9].
La zona di San Tomé, a nord dell'abitato di Dardago, fu la sede dei primi insediamenti umani della zona. Infatti molti reperti archeologici (punte, raschiatoi, cuspidi di freccia) testimoniano una presenza umana assai remota (Neolitico).
In epoca medievale Budoia si trovò sotto l'influenza dei conti di Polcenigo che detenevano il potere giuridico e fornivano protezione in cambio di tributi. Nel 1419 Budoia si sottomise insieme a Polcenigo alla Repubblica di Venezia[10].
Sono stati allestiti vari itinerari naturalisti da parte del comune e da gruppi di volontari della zona. È stato recuperato e integrato nel sistema ecomuseale un manufatto in pietra chiamato "Rujal" che in passato aveva funzione di acquedotto[14]. Il Comune di Budoia in questi ultimi anni ha reso fruibili una serie di sentieri di rilevanza naturalistica, come ad esempio il sentiero naturalistico Gor[15]. Molti di questi percorsi sono integrati nella rete dei sentieri del Club Alpino Italiano[16]. Altri Itinerari degni di nota sono il "sentiero di San Tomè"; il percorso attorno all'Artugna; l'itinerario dei "colli di Santa Lucia".
Abitanti censiti[17]
Budoia fa ufficialmente parte dei comuni friulanofoni[18], tuttavia, trovandosi in prossimità del confine regionale, presenta un dialetto fortemente venetizzato. Negli anni 1960 Giuseppe Francescato vi constatava diverse tipicità friulane, ma il contrasto tra vocali deboli e forti era poco percettibile, mentre risultava del tutto perso l'allungamento fonologico delle vocali[19].
Periodo | Primo cittadino | Partito Politico | Carica | |
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1995 | 2009 | Antonio Zambon | coalizione di Sinistra | Sindaco |
2009 | 2019 | Roberto De Marchi | Partito Democratico | Sindaco |
2019 | in carica | Ivo Angelin | Partito Democratico | Sindaco |
La festa dei funghi e dell'ambiente, organizzata dalla Pro Loco è la manifestazione di maggior richiamo. Giunta ormai alla 50ª edizione, la festa si svolge annualmente nei due weekend centrali del mese di settembre.
Oltre alla mostra micologica regionale e alla mostra filatelica, la festa ospita convegni, mostre mercato dei prodotti tipici agroalimentari ed artigianali. La prima domenica si disputa l'Artugna Challenge, gara in mountain bike, mentre nell'ultima domenica la marcia dei funghi fino a 24 km.
Negli ultimi anni la festa dei funghi e dell'ambiente ha inglobato al suo interno altre manifestazioni come mostre fotografiche, esposizione canine, ciclomarcia (in concomitanza con la marcia dei funghi).
Inoltre sono organizzate altre manifestazioni di minor rilievo[20].
Il comune riconosce ufficialmente due frazioni oltre al capoluogo:
Delle località minori si citano San Martin e Fornaci, entrambe caratterizzate da prati, boschi e qualche rara abitazione.
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