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tipo di danza Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
La break dance (grafie alternative: breakdance, break-dance[1]) è una danza di strada sviluppata da teenager afro-americani e latino-americani nel Bronx di New York intorno alle feste casalinghe e di strada organizzate dalla prima comunità hip-hop dal 1973. È conosciuta anche con i termini breaking, b-boying o b-girling.
Kool Herc coniò i termini b-boy e b-girl (abbreviazioni di break-boy e break girl) per identificare chi si scatenava nelle danze durante i break, assoli di percussione che venivano estesi tramite la tecnica del merry-go-round.[2] Si tratta di una danza individuale originariamente svolta all'interno di un cerchio di persone (cypher) e composta da una parte in piedi (toprock) e una serie di movimenti a stretto contatto con il pavimento (footwork, powermove, freeze).[2] Diffusasi a livello globale a partire dalla prima metà degli anni ottanta, insieme a writing, mcing e djing, è considerata una delle discipline che compongono la cultura hip hop.[3]
Le origini di questo tipo di ballo sono incerte. Per convenzione, la sua nascita viene stabilita intorno alla fine degli anni sessanta - prima metà degli anni settanta, ad opera di giovani comunità afroamericane e latine del South Bronx di New York. Prima del fenomeno dei Block Party e della nascita dei breakbeat, alcuni giovani, al ritmo della musica funk e di artisti come James Brown, iniziarono ad abbinare movimenti "in piedi" e "a terra" senza una vera e propria struttura. Secondo Mr. Wiggles, la storia della break dance si può dividere in 3 fasi.
Questa fase pose le basi per il breaking odierno. Fra il 1968 e il 1973 le guerre territoriali fra gang sconvolgevano il Bronx. Se ne contavano un centinaio per un totale di circa 11 000 adolescenti, di cui il 70% portoricani e il resto neri.[4] Dopo una spirale di odio che provocò la morte di numerosi giovani, grazie alla mediazione dei Ghetto Brothers con i rappresentanti delle maggiori gang come i Black Spades (in cui troviamo un giovane Afrika Bambaataa) e Savage Skulls si giunse ad un trattato di pace al motto di Peace between all gangs and a powerfull unity.[5] La carica aggressiva e lo spirito combattivo proveniente dal periodo delle gang fu utilizzato dai primi b-boy per caratterizzare il proprio modo di ballare. Se ne contavano un centinaio. I primi b-boy furono: Klark Kent, The Amazing Bobo, James Bonf, Sau Sau, Tricksy, El Dorado Mike, The Nigga Twins. Questi ultimi nel film-documentario The Freshest Kids (2001) sono identificati con molta probabilità come i primi b-boy in assoluto. Come essi stessi dichiarano, alle origini, la maggior parte dei passi erano in piedi e a terra, senza seguire nessuna struttura di base. In questi anni molti movimenti e molti gesti come ad esempio il tipo di up-rock definito Brooklyn Rocking, riprendevano i combattimenti fra gang e spesso servivano per risolvere pacificamente i dissidi fra vari gruppi.[6] In questo periodo la comunità afro-americana dominava la scena, mentre quella latina (portoricani in prevalenza) era abbastanza emarginata. Il breaking era una cosa prettamente da "neri".[7]
«Vedi, allora le jam erano praticamente novanta per cento roba da neri: i b-boys erano tutti neri, ma per loro la break dance era una specie di fase, una moda. Ti dico questa storia, perché avresti dovuto vedere la loro faccia quando anche noi ci siamo messi a fare la break. Ogni volta che un ispanico si metteva a ballare, dicevano cose tipo: ‘Yo, sarà mica break dance quella?'. Per loro la moda era finita a metà degli anni settanta e si erano messi a fare altre storie, tipo i graffiti o i DJ. Ma noi tiravamo su un casino di gente che veniva a vederci. In disco al centro del cerchio c'era sempre qualche ragazzo ispanico che ballava.»
La seconda fase si apre con l'ascesa del Dj portoricano Charlie Chase che portò alla ribalta lo "stile latino". Tutto ciò permise allo stile di ballo della comunità latina di integrarsi con quello della comunità nera. Molti passi base relativi alle quattro componenti di cui il b-boying moderno è composto, furono introdotti in questi anni da una nuova generazione di b-boy. Prendendo spunto dalla Salsa e dalla capoeira, i portoricani furono i reali creatori della foundation della break dance. Nel 1977 viene fondata la Rock Steady Crew destinata ad essere portavoce delle vere origini del b-boying. Tuttavia nel 1979 erano molti i b-boy che avevano abbandonato la danza per dedicarsi ad altre discipline della cultura hip hop (DJing, Graffiti, Rap) diffondendo non poca crisi e perplessità sul futuro della break dance.
Negli anni ottanta, la Rock Steady Crew di New York, grazie al giovane Crazy Legs, reclutò molti b-boy anche fuori dal Bronx. Ken Swift, Mr. Freeze, Lil Crazy Legs e molti altri, divennero esponenti della Rock Steady nella zona di Manhattan. In breve nacquero molte altre crew fra cui i Dynamic Rockers, protagonisti assieme ai Rock Steady, della celebre sfida al Lincoln Center di New York del 1981. Questa sfida fu la prima ad essere trasmessa via etere dalla ABC e successivamente inserita nel documentario Style Wars (1982) della P.B.S.. Negli anni a seguire, l'esplosione mediatica che la break dance ebbe, offrì l'opportunità a migliaia di giovani di confrontarsi con questa nuova forma d'espressione. Nella West Coast, a Los Angeles, i b-boy si concentrarono molto sulla pratica delle powermove ed introdussero molte evoluzioni. Los Angeles è anche lo scenario di due film storici: Breakin (1984) e Breakin 2: Electric Boogaloo (1985). Televisione, pubblicità, cinema, teatro, festival: la break dance era dappertutto e la sua pratica si diffondeva in tutto il mondo.
Benché la forte popolarità del breaking sia scemata negli anni novanta, è rimasto comunque un fenomeno tradizionale per il grande pubblico, mantenendo una certa esposizione mediatica, attraverso presenze in film, pubblicità e videogame (nel 2006 la Sony lancia sul mercato B-boy: the game, il primo videogioco interamente ambientato nel mondo della break dance). Per molti entusiasti breaker rimane uno stile di vita, per alcuni, uno sport dove competere in esibizioni e gare annuali di livello sia nazionale che internazionale, tra cui The Notorius IBE, Redbull BC One, Battle of the Year e il World B-boy Classic. Dal 2002 circa, il b-boying e le danze hip hop sono tornate alla ribalta in tutto il mondo. Oltre alla scena degli Stati Uniti, è venuta alla ribalta la scena tedesca (già famosa dagli anni novanta), francese, sud-coreana e russa. La breakdance verrà riconosciuta sport olimpico alle olimpiadi estive del 2024, a Parigi.
La "moda" del breaking giunge in Italia nei primi degli anni ottanta grazie al film Flashdance e si sviluppa di pari passo con il movimento hip hop. A differenza degli Stati Uniti, in Italia il movimento si sviluppa anche grazie al sostegno dei centri sociali, in particolare a Roma (Snia e Forte Prenestino) e Bologna (Isola nel Kantiere, Livello 54), oltre lo "stile italiano" anche all'esternonova. A partire dagli anni novanta, b-boy e b-girl iniziano a rappresentare lo "stile italiano" anche all'estero.
Dal 1985 al 1989 uno dei gruppi di spicco del breaking italiano furono gli Street Elite Genova di cui facevano parte Bboy Emilio, Bboy Giorgio, Corrado, Falcon e Roby Fastbreak. Sempre in quegli anni altri b-boy e b-girl hanno caratterizzato la scena italiana, fra i tanti ricordiamo Maurizio, Crash Kid, Mario di Roma, Jimmy di Panama, Atomik, Scacio di Mantova, Papà Break, Ice Mc, Lionell, Alessandra di Torino, Igor Castiglia, Dc Ace, Cioccolata, Sbirolo, Micca, Pezzo, Paki, IronGlass, LilFly, Sean di Milano, Carry D, Dj Gruff, Zero-T, Luca Miniati in arte Led di Firenze e Massimo Angelini.
Nel 1991 Maurizio ed Emilio con la crew Battle Squad vincono il Battle of the Year, e nel 1995 trionfano anche Kid Head e Crash Kid con il gruppo The Family. Fra il 1991-92 i Battle Squad si recano a New York dove "esportano" lo stile europeo e donano nuova linfa alla scena newyorkese che da alcuni anni registrava un calo numerico e qualitativo.[9]
Poiché l'usurata citazione break the beat perdura, la musica continua ad essere ingrediente principale della break dance. La caratteristica più comune della musica per breakdance consiste nei cosiddetti break, o compilation formate da campionamenti presi da differenti brani, collegati e concatenati dal DJ, dove il tempo varia generalmente tra 120 135 bpm. Kool Herc è accreditato come l'inventore di questo concetto, che più tardi generò i breakbeat, brani musicali interamente creati partendo dai break e la cosiddetta musica hip hop. Per creare nuovi breakbeat i dj si rifanno ai generi progressivi di jazz, soul, funk, disco ed R&B. La selezione musicale per praticare break dance non è limitata alla musica hip hop, ma a tutti gli altri generi musicali in cui è presente un beat.
Durante la propria sessione di ballo il b-boy generalmente segue una struttura espressiva, fortemente legata alle categorie tecniche dei passi:
I primi b-boy si ispirarono principalmente ai modelli offerti dai media e dalla propria cultura di origine (afro-americana e latina). La maggior parte degli ispiratori hanno un background africano ed erano personaggi di spicco nel mondo dello spettacolo americano degli anni settanta. Con gli anni ottanta, a seguito della diffusione mediatica del breaking, la trasmissione Soul Train nel ciclo condotto da Don Cornelius diventò la vetrina per numerosi artisti e ballerini, continuando ad influenzare il modo di ballare dei b-boy e di chi praticava altri stili di danza hip hop.
Di seguito riportiamo un elenco di personaggi e pratiche che sono riconosciute come le fonti d'ispirazione "chiave" per la nascita del breaking.[7]
Originariamente il breaking prende vita in strada nei cosiddetti cypher: cerchi di persone dove i b-boy si alternano per eseguire una sessione di ballo. Oltre che un momento di espressione ed allenamento, il cypher rappresenta un modo di socializzazione giovanile. All'interno del cypher può nascere una sfida individuale o di gruppo, chiamata in gergo battle. A partire dagli anni ottanta, si organizzano eventi detti contest, che vedono sfidarsi, tramite criteri prestabiliti, b-boy e crew da varie parti del mondo, in misura alle proporzioni dell'evento. Il cypher e il battle sono una reinterpretazione culturale poiché modificano antiche pratiche rituali adattandole all'ambiente urbano contemporaneo.[11] Oramai il breaking è visibile in: scuole di danza e palestre, contest, videoclip, musical, film di genere hip hop.
Lo studio della tecnica e delle mosse, è abbinato a quello di alcuni fattori che determinano il livello espressivo e spettacolare di una sessione di break dance. I b-boy riscuotono successo nella comunità, quando inventano o innovano mosse e le eseguono in accordo con il ritmo e la melodia. Alcuni termini tipici dell'hip hop, nel gergo strettamente legato al b-boying, identificano altre caratteristiche espressive:
Tutti questi fattori sono caratteristiche imprescindibili per sfruttare a pieno le potenzialità di questa disciplina.
«Like cartoons their wear their fashion with wit and humor. Bright color and heavy color coordination, pants with switched creases, fat laces, clean sneakers, shiny nylon t-shirts, name belts, and nameplates all remind me of the super-realism of cartoon.»
«Come i cartoni, vestono la propria moda con spirito e umorismo. Abbinamento di colori forti e brillanti, pantaloni con la riga in mezzo, lacci grossi, scarpe da ginnastica pulite, magliette di nylon scintillanti, cinte col nome e targhette, tutto ciò mi ricorda il super-realismo di un cartone animato.»
Per molti breaker, lo stile d'abbigliamento definisce il proprio stile di ballo e di vita. Per questo reperire e personalizzare capi d'abbigliamento è una delle attività caratteristiche di chi vive la cultura hip-hop e del breaking.[12] La personalizzazione generalmente avviene tramite l'applicazione di scritte e loghi simboleggianti la crew di appartenenza o il proprio "alias"; l'abbinamento di colori fra i vari capi, utilizzando accessori come larghi lacci da scarpe, t-shirt sportive, cappelli a visiera o cuffia. Oltre che dal fattore estetico, l'abbigliamento è condizionato dal fattore pratico, in relazione ai tipi di movimenti da eseguire. Sono capi d'abbigliamento diffusi: scarpe da ginnastica, tute di nylon, cappelli di lana, pantaloni jeans. Altri marchi molto in uso nel mondo della break dance e sono: Ecko Unlimited, Dickies, Tribal e altri.[13]
Nel corso degli anni le mode all'interno della comunità internazionale di breaking rimandano a specifici luoghi di provenienza e periodi. Allo stesso modo, grandi marchi come Adidas, Nike e Puma, hanno caratterizzato la storia del breaking fornendo capi d'abbigliamento utilizzati dai b-boy di tutto il mondo.
I b-boy oggi vestono in maniera differente, conservando l'ideale del vestirsi "fresh", che non riguarda solo il "cosa" indossare piuttosto il "come" farlo, sfoggiando anche nella moda il proprio attitude. Assieme alla diffusione del breaking come forma d'arte dalle città verso le cinture suburbane e verso differenti gruppi sociali, si sono quindi sviluppati diversi sensi per intendere il termine "fresh".
Il termine b-boy (maschile) e b-girl (femminile) indica chi pratica break dance. La "b" iniziale non ha un significato ben preciso ma è solitamente ricondotta a parole come: break, Bronx, boogie, black. Un b-boy vive il breaking come uno stile di vita e una ricerca espressiva. Col termine breaker o breakdancer s'intende chi pratica solo l'aspetto tecnico ed è completamente distaccato dalla cultura di riferimento.
B-boy e b-girl sono presenti in tutto il mondo e solitamente si incontrano in occasione di battle, jam, party, confrontandosi e socializzando nel cypher.
Inizialmente i b-boy si identificavano come un ristretto collettivo di persone, ovvero i ragazzi che ballavano "a terra" ai party di Kool Herc e non come una vera e propria categoria. Questo la dice lunga sulla natura aggregativa del breaking. Fin dalle origini i b-boy si sono riuniti in crew. Prevalentemente gruppi informali di persone accomunati per ambiente, stile di vita e ideali. Successivamente, con la professionalizzazione della break dance, le crew si formano soprattutto per il conseguimento di un obiettivo (vincere un battle, realizzare una serie di spettacoli, organizzare eventi ecc.).
La crew per antonomasia è Rock Steady Crew di New York, fondata nel 1977 diretta da Crazy Legs. Negli anni ottanta, grazie ad un'esposizione mediatica senza precedenti (Wild Style (film), Flashdance), l'RSC contribuì efficacemente alla diffusione e all'evoluzione del b-boying. Il Rock Steady Crew Anniversary è l'evento simbolo della preservazione della cultura hip hop e della sua evoluzione.[14]
Fra le crew considerate old school, ovvero della "vecchia scuola", ricordiamo:
Per quanto riguarda la new school quindi la "nuova scuola", citiamo alcune fra le maggiori crew in base ai risultati nei battle e notorietà dagli anni novanta ai duemila:
Gli eventi di break dance sono generalmente manifestazioni in cui i b-boy e le b-girl possono ballare in cerchio guidati dalla musica di uno o più dj. Fra i vari eventi ci sono i contest, i block party, le jam ecc. I contest sono i più diffusi, poiché prevedono una competizione a premi e invitano a partecipare b-boy da tutto il mondo, assumendo livelli di portata internazionale.
Il breaking si pone a metà strada fra danza e ballo. È un ballo, poiché utilizzato come pratica sociale ed è una danza poiché implica studio e allenamento. La modalità originale in cui il b-boying si esprime è attraverso il cerchio.[11] Secondo Hugues Bazin (La cultura Hip Hop, 1999), l'ambiente sub-urbano vissuto dai primi b-boy ha permesso alla breakdance di ispirarsi alla vita reale per portare avanti la propria ricerca artistica. Poiché nel breaking vengono reinterpretate pratiche socio-culturali africane, l'elemento rituale è molto forte e ne denota i significati sia estetici sia culturali. La performance di break dance, pur sfruttando i luoghi caratteristici dei balli popolari (strade, discoteche, feste private) dimostrano di essere il frutto di una ricerca espressiva.[11]
Sin dal suo inizio, il breaking ha fornito una cultura giovanile alternativa e costruttiva, rispetto alla violenta realtà delle gang urbane. Oggi, la cultura del breaking è una disciplina notevole che riunisce le abilità di ballerini e atleti. Poiché l'accettazione e la crescita è centrata esclusivamente sulle capacità che si dimostrano, tale cultura è pressoché esente da distinzioni di razza, sesso ed età, ed è stata accettata e praticata universalmente.
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