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film del 1932 diretto da Jean Renoir Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Boudu salvato dalle acque (Boudu sauvé des eaux) è un film del 1932 diretto da Jean Renoir.
Boudu salvato dalle acque | |
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Una scena del film con il protagonista Michel Simon | |
Titolo originale | Boudu sauvé des eaux |
Lingua originale | francese |
Paese di produzione | Francia |
Anno | 1932 |
Durata | 87 min |
Dati tecnici | B/N rapporto: 1,19:1 |
Genere | commedia, drammatico |
Regia | Jean Renoir |
Soggetto | tratto dal testo teatrale di René Fauchois |
Sceneggiatura | Jean Renoir, Albert Valentin (non accreditato) |
Produttore | Michel Simon |
Casa di produzione | Les Productions Michel Simon |
Fotografia | Leonce-Henri Burel, Marcel Lucien |
Montaggio | Suzanne de Troeye, Marguerite Renoir |
Musiche | Leo Boulze, Jean Dumoulin, Johann Strauss[non chiaro], Edouard Daniderff |
Scenografia | Hugues Laurent, Jean Castanyer |
Interpreti e personaggi | |
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Doppiatori italiani | |
Doppiaggio tardivo:
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Il personaggio principale è interpretato da Michel Simon; il soggetto è tratto da una pièce teatrale di René Fauchois, a sua volta debitrice dell'atto unico Il coraggio di Augusto Novelli, rappresentato a Firenze nel marzo 1912, che ispirerà l'omonimo film con Totò e Gino Cervi.
A Parigi Boudu è un clochard che decide di uccidersi gettandosi nelle acque della Senna, ma viene salvato da un libraio che lo conduce a casa sua offrendogli conforto, combattendo anche contro l'iniziale resistenza della moglie e della domestica, a causa del comportamento rozzo e ben poco civile del nuovo arrivato.
Boudu però non avrà particolare riguardo per l'uomo a cui deve la vita e non si farà scappare l'occasione di far valere le sue doti di seduttore con le due donne di casa.
Renoir racconta[1]: «Il film successivo a La Chienne lo devo a Michel Simon. Pensavamo entrambi che la commedia di Fauchois Boudu sauvé des eaux potesse fornire una magnifica ispirazione per un film. [...] Quel ruolo di barbone irriducibile sembrava essere stato concepito apposta per quell'attore geniale. Grazie alla reputazione di Michel Simon venne garantito il finanziamento del film».
«Tutte le scene nelle vie di Parigi sono state "rubate", girate con un teleobiettivo che inseguiva un irriconoscibile Simon tra gente ignara».[2]
Renoir continua a raccontare: «Il successo fu superiore alle nostre speranze. Il pubblico reagì con un misto di risa e furori. […] In una scena in cui Boudu si scrostava le scarpe con un copriletto di seta, gli spettatori, soprattutto le donne emettevano grida furiose, ma venivano immediatamente conquistati dalla stramberia della situazione e degli interpreti».
«Tutti gli aggettivi che evocano il riso possono essere impiegati per Boudu: comico, buffo, burlesco, strabiliante. Il tema di Boudu è quello del vagabondaggio, della tentazione di passare da una classe all'altra, l'importanza del naturale e il personaggio di Boudu è quello di un hippy ante-litteram».
«Il personaggio di Boudu è la deliziosa figura di un uomo libero nel senso più ampio e provocatorio del termine. […] È il simbolo di una concezione naturalistica della vita, dell'attaccamento ai piaceri semplici e sensuali dell'esistenza, ma anche dell'insofferenza per ogni vincolo astratto. Personifica insomma la porzione anarchica di Renoir che in questo film raggiunge la sua punta estrema»
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