Si hanno scarse notizie biografiche dello scultore, originario di Campione, attivo in lombardia nella seconda metà del trecento. La critica ritiene essere la sua prima opera il monumento al vescovo Lambertini, morto nel 1349, nel duomo vecchio di Brescia[1]. La prima testimonianza certa è l'iscrizione con il suo nome sul sarcofago di Folchino degli Schizzi (morto nel 1357), all'esterno del duomo di Cremona.
Per i Visconti, Signori di Milano, eseguì il monumento funerario di Stefano Visconti e Valentina Doria, cui seguì il celebre monumento funerario di Bernabò Visconti, originariamente posto dietro l'altare maggiore della chiesa di S. Giovanni in Conca, ispirato al Sant'Alessandro a cavallo di Giovanni da Campione sul portale settentrionale di Santa Maria Maggiore a Bergamo. Il monumento, che conserva ancora parte dell'originario rivestimento policromo, testimonia uno stile attardato sui modelli romanici, che non trae ispirazione dalle più recenti opere di matrice gotica toscana presenti anche a Milano.
Il suo stile risultò semplice e schematico e le composizioni non sempre brillano di estro inventivo.[2]
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