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Il bigofono (in francese bigophone, preferito, o bigotphone) è uno strumento musicale a fiato d'origine carnevalesca, d'aspetto decorativo, molto chiassoso, popolare, a buon mercato e facile da fabbricare, perché del tutto primitivo e quindi semplice da realizzare.
Il bigofono è chiamato così dal nome del suo inventore nel 1881, un francese parigino, Romain Bigot[6], venditore di trombe e trombette a bocchino, strumenti musicali a fiato, sui campi di fiera della regione di Parigi.
Nome al quale è aggiunto il suffisso greco fono, voce[7].
Il bigofono si compone di un'imboccatura, chiamato bocchino e d'un cornetto di cartone, al quale si può dare tutte le forme: ve ne sono di stravaganti, dalle proporzioni enormi, e si dona a volontà la forma d'un serpente, del camino d'una locomotiva, d'una proboscide d'elefante, d'una chiocciola gigantesca.
Per suonarlo non c'è bisogno di conoscere le sue note musicali, basta cantare dentro al boccaglio.
Nell'ottobre 2011, il costo di fabbricazione d'un bigofono artigianale è di circa 4 euro, confrontato con l'acquisto d'un kazoo a 3 euro.
Bigotphone è in origine il marchio depositato da Romain Bigot, suo inventore, per il semplice strumento musicale, assai rumoroso, che aveva realizzato.
L'iniziale "denominazione ufficiale" però evolve in seguito, semplificandosi e perdendo la «t» finale del cognome d'origine del suo inventore.
Il termine si usa anche familiarmente oggi in Francia per riferirsi al telefono.
L'invenzione del bigofono è legata al Carnevale di Parigi. In effetti, Romain Bigot esercita come professione la vendita di cornetti a bocchino sui campi di fiera[16], uno strumento di musica allora molto apprezzato al momento di tale festa d'origine pagana.
L'inventore del bigofono si farà presto l'efficacissimo propagatore del suo strumento, che inizialmente egli realizza per il comico "Bienfait" (in italiano Benfatto), che canta «Méli-Mélo» a Ba-Ta-Clan[17], e per la sua invenzione, Bigot s'è ispirato al Mirlitone, piccolo strumento musicale popolare già esistente, che però egli ha perfezionato.
L'uso del bigofono, in più di cinquant'anni, si è estremamente diffuso in Francia e Belgio, ed infatti nei due Paesi, le goguette, a centinaia, s'organizzano in fanfare di bigofoni chiamate società bigofoniche, fanfare di bigofoni, bigofoni o semplicemente fanfare senz'altre precisazioni.
A Rouillac, il complesso bigofonico si chiama: les Bitons de Chant'grole, ed il suo nome non comprende le parole società bigofoniche, fanfare bigofoniche o fanfare.
Ogni fanfara ha il suo costume caratteristico, che può essere anche comico.
Si trovano dei bigofoni nei magazzini di strumenti di musica[18].
Certi magazzini vendono degli assortimenti completi di dodici strumenti musicali per formare delle fanfare[19].
Capita di frequente anche che li si fabbrichi da soli, poiché i bigofoni sono strumenti musicali facilissimi da costruire.
Le fanfare di bigofoni si riproducono allegramente un po' dappertutto, nelle piccole come nelle grandi occasioni, nelle piccole come nelle grandi città, in Europa, in Germania soprattutto, in America del Nord, in particolare negli Stati Uniti, e persino in Nuova Zelanda, nella parte opposta del mondo rispetto alla Francia.
«Strumento musicale di cartone inventato da Monsieur Bigot, si compone d'una imboccatura, detta bocchino, e d'un cornetto di cartone al quale si può dare tutte le forme[8]», in cui canta dentro facendo "tu-tu-tu".
Il suono della voce si ripercuote su un piccolo pezzo di carta sottile, tipo "carta da sigaretta" o "carta di seta" ch'essa fa vibrare, tesa su d'una apertura laterale, da cui si ottiene un'amplificazione deformata e nasale della voce dello strumentista che gorgheggia l'aria, canterellando a bocca chiusa.
Il cartone di cui sono fatti i bigofoni è una "pasta della carta", per cui sono detti "strumenti musicali a pasta di carta", come è precisato negli auguri ironici del giornale Le Gaulois a due nuove goguette nel 1922:
Nel 1898, Maurice Méry scrive[21]:
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