Il Citrus bergamia Risso o bergamotto ha un'ampia letteratura scientifica che ne testimonia le notevoli proprietà di fitoterapico.
Diversi sono gli ambiti medici cui è stato studiato.[1]
Usi clinici
Anestetico
Essenza defurocumarinizzata: (su parti non escoriate) miscelato tra 1% e il 5% in vaselina o alcool, come blando anestetico locale per lenire i dolori reumatici e da contusione.[2]
Antisettico e antibatterico
Essenza defurocumarinizzata: può essere usata pura come lenitivo naturale ed in miscela al 10% con l'alcool etilico come forte disinfettante. Gli estratti flavonoidi di Citrus bergamia mostrano notevole attività antibatterica sui batteri Gram-negativi Escherichia coli, Pseudomonas putida, Salmonella enterica, sui batteri Gram-positivi Listeria innocua, Bacillus subtilis, Staphylococcus aureus, Lactococcus lactis ed anche sul lievito Saccharomyces cerevisiae.
Le concentrazioni minime inibenti delle frazioni e dei flavonoidi puri, neoesperidina, esperetina (aglicone), neoeriocitrina, eriodictiolo (aglicone), naringina e naringenina (aglicone), sono risultati essere nell'intervallo da 200 a 800 mcg/ml. La buccia di bergamotto è quindi una potenziale fonte di antimicrobici naturali attivi contro diversi batteri.[3]
Antimalarico
Storicamente è stato usato in Calabria, come rimedio popolare nel trattamento della malaria.[2][4]
Antidislipidemico
Il Citrus bergamia Risso o bergamotto, ha mostrato un notevole grado di attività ipocolesterolemizzante e antiossidante sui ROS, ciò per la presenza di alcuni flavanoni che possono agire come statine naturali.[5]
Meccanismo d'azione
Infatti, il Citrus bergamia si differenzia dagli altri agrumi per il particolarmente elevato contenuto di alcuni composti. La sua attività ipolipemizzante è attribuita a diversi flavonoidi, ma gli esatti meccanismi coinvolti nella sua capacità di ridurre i lipidi circolanti nell'uomo rimangono poco chiari.[6]
La neoesperidina (PHN) contenuta nel Citrus bergamia mostra di ridurre, in un modello animale (topo), significativamente il glucosio a digiuno, la glicemia, e le proteine sieriche glicosilate, insieme ai trigliceridi sierici, colesterolo totale e il livello di leptina serica. L'attivazione della via AMPK e la regolazione dei suoi geni bersaglio, tra cui SCD-1, FAS, e Acox, può giocare un ruolo importante negli effetti ipoglicemici e ipolipemizzanti della neoesperidina in vivo, essa può avere un grande potenziale nella prevenzione del diabete e delle sue complicanze.[7]
Nel 2007 ricercatori giapponesi hanno dimostrato su topi, che l'esperetina e la naringenina hanno l'effetto fisiologico di aumentare l'ossidazione epatica degli acidi grassi attraverso una sovra-regolazione (upregulation) dell'espressione genica degli enzimi coinvolti nella beta-ossidazione dei perossisomi nei topi. Ciò può spiegare la capacità di questi flavonoidi nell'abbassare i livelli di trigliceridi, colesterolo, fosfolipidi e acidi grassi liberi.[8]
I flavonoidi coniugati: brutieridina e melitidina sono stati recentemente estratti dal bergamotto e identificati come analoghi strutturali delle statine, hanno infatti la stessa relazione struttura-attività delle statine. Come queste sono capaci di ridurre la concentrazione dell'enzima chiave HMGR (3-Hydroxy-3-methylglutaryl-CoA Reductase).[9]
Su ratti si è visto che estratti di Citrus bergamia hanno inibito l'attività della HMG-CoA reduttasi e migliorato la vasodilatazione reattiva; suggerendo così un approccio fitoterapico efficace nella lotta contro i disturbi iperlipemici e nell'iperglicemia.[10]
Applicazione clinica
In alcuni pazienti, specie quelli con sindrome metabolica non riescono a raggiungere con la terapia con statine, i loro obiettivi di colesterolo LDL raccomandati, inoltre, vi possono essere molti effetti collaterali gravi.[5] Ciò ha spinto nel 2013 ricercatori, dell'Università degli Studi Magna Græcia di Catanzaro dell'Università di Roma Tor Vergata e dell'IRCCS San Raffaele di Roma, a dimostrare che nelle iperlipemie miste l'associazione tra una statina e gli estratti di Citrus bergamia (CBF) è in grado di far raggiungere il target lipidico al paziente dislipemico. L'associazione si è mostrata più efficace della sola statina «nel ridurre i biomarcatori utilizzati per rilevare il danno ossidativo vascolare, suggerendo un multi-azione maggiore potenziale di BPF in pazienti in terapia con statine.» I biomarcatori di danno vascolare ossidativo valutati dai ricercatori sono stati: malondialdeide, ossiLDL recettore LOX-1 e fosfoPKB. Inoltre, secondo gli autori, della sperimentazione condotta su 77 uomini, l'associazione statina e Citrus bergamia estratti è utile per ridurre i dosaggi utili della statina, limitandone così i frequenti ed importanti effetti collaterali.[11]
Un'ulteriore conferma clinica è data dalla somministrazione, in 80 soggetti, di 150 mg/die di un preparato in succo di frutta a base di estratti di Citrus bergamia (Bergamot fruit juice). Questo ha migliorato in modo altamente significativo, dopo 6 mesi, il profilo lipidico e il profilo lipoproteico.[12]
Uso in combinazione
Altri ricercatori suggeriscono un approccio di combinazione tra vari fitoterapici con meccanismi differenti e complementari e verosimilmente sinergici tra loro. Tra questi si suggeriscono per ridurre l'assorbimento dei lipidi dal intestino e/o aumentare la loro escrezione le fibre solubili, gli steroli vegetali, e i probiotici vitali. Altri sono capaci di migliorare la captazione epatica di colesterolo tra questi la berberina, le proteine di soia. Altri ancora sono capaci di inibire idrossi-Metil-Gglutaril coenzima A reduttasi e di conseguenza la sintesi epatica del colesterolo tra questi: la monacolina, il policosanolo, allicina, le proteine della soia e il bergamotto.[13]
Note
Bibliografia
Voci correlate
Collegamenti esterni
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