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Il Beacon Explorer B (BE B), a volte citato anche come Explorer 22 o BE-2, è un satellite NASA, lanciato il 10 ottobre 1964 dalla base aerea Vandenberg e non più operativo dal gennaio 1970. Il BE B faceva parte del Programma Explorer e fu messo in orbita con lo scopo di studiare la ionosfera.
Beacon Explorer B (BE-B) | |||||
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Immagine del veicolo | |||||
Il Beacon Explorer B a terra. | |||||
Dati della missione | |||||
Operatore | NASA | ||||
NSSDC ID | 1964-064A | ||||
SCN | 00899 | ||||
Vettore | Scout X4[1] | ||||
Lancio | 10 ottobre 1964, 03:07 UTC[2] | ||||
Luogo lancio | PALC-D Vandenberg AFB, California, U.S.A | ||||
Fine operatività | febbraio 1970 | ||||
Proprietà del veicolo spaziale | |||||
Massa | 52,6 kg[3] | ||||
Costruttore | Applied Physics Laboratory | ||||
Strumentazione |
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Parametri orbitali | |||||
Orbita | Geocentrica | ||||
Apogeo | 1.081 km | ||||
Perigeo | 889 km | ||||
Periodo | 104,8 minuti | ||||
Inclinazione | 79,7° | ||||
Eccentricità | 0,0130 | ||||
Programma Explorer | |||||
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Nel dettaglio, lo scopo principale della missione del Beacon Explorer B era quello di realizzare osservazioni su scala mondiale del contenuto totale di elettroni tra la superficie terrestre e la posizione del satellite stesso. Un altro scopo era invece quello di sperimentare l'utilizzo di un magnetometro a tre assi e di sensori solari per ricevere informazioni sul periodo di rotazione del satellite e sul suo controllo d'assetto.
Il satellite fu progettato e costruito dall'Applied Physics Laboratory dell'Università Johns Hopkins.
Il veicolo, del peso di 52,6 kg, ha la forma di un tronco di piramide a otto facce laterali alla cui base era agganciato un altro prisma retto avente anch'esso otto facce laterali. Da tale corpo centrale partono quattro pannelli solari disposti a croce che alimentavano il satellite.
Oltre ai già citati sensori solari e al magnetometro a tre assi, il satellite è dotato di altri strumenti tra cui alcuni utili a portare a termine il proprio compito principale. Questi sono due sonde di Langmuir, utilizzate per misurare la densità di elettroni e la temperatura, che si estendevano fino a circa 35 cm dal corpo del stellite, e un radiofaro che emetteva un segnale piano-polarizzato alle frequenze di 20,005 MHz, 40,010 MHz, 41,010 MHz e 360,090 MHz; analizzando, al momento della ricezione a terra, le rotazioni attorno al piano di polarizzazione subite dai tre segnali a frequenza più bassa a causa della concentrazione degli elettroni, era possibile stimare il valore di quest'ultima.
Sul satellite non sono presenti registratori a nastro, così le prestazioni del satellite e i dati provenienti dalle sonde elettrostatiche potevano essere osservati solamente quando il satellite arrivava a portata di una delle stazioni telemetriche a terra, ed erano presenti invece due trasmettitori che operavano continuativamente alle frequenze di 162 e 324 MHz per permettere il preciso tracciamento del satellite, volto all'utilizzo in studi di geodetica e di navigazione, da parte delle stazioni riceventi del "Tranet Doppler Network".
Il Beacon Explorer B fu lanciato il 10 ottobre 1964 dalla base aerea Vandenberg grazie a un razzo vettore Scout X4.[1]
Una volta messo in orbita, in particolare in un'orbita terrestre bassa, il satellite era inizialmente stabilizzato utilizzando la tecnica di stabilizzazione di spin, una tecnica di stabilizzazione passiva nella quale l'intero veicolo ruota su se stesso in modo che il suo vettore di momento angolare rimanga pressoché fissato nello spazio inerziale.[5] Il movimento di rotazione è stabile se il satellite gira attorno all'asse che ha momento d'inerzia massimo.[5] Con l'apertura dei pannelli solari, il satellite fu decentrato dal suo asse di rotazione, la seguente ristabilizzazione orientò l'asse di simmetria del satellite con il campo magnetico locale per mezzo di una barra magnetica piuttosto potente e di assi di smorzamento. Come detto, le informazioni sulla frequenza di rotazione del satellite e sul suo assetto venivano ottenute grazie a sensori solari e a un magnetometro a tre assi.[6]
Nell'agosto 1968 l'acquisizione di dati telemetrici dal satellite fu interrotta, con lo spegnimento delle sonde di Langmuir. Nel luglio 1969 Il GSFC interruppe il tracciamento del satellite e la produzione di mappe effettuata grazie ad esso. Il radiofaro del satellite cessò di operare nel gennaio 1970 e nel febbraio dello stesso anno la missione fu dichiarata terminata. Per portare avanti l'opera del BE-B, il 13 febbraio 1970 fu riacceso il radiofaro del Beacon Explorer C (conosciuto anche come "Explorer 27"), in orbita dal 29 aprile 1965, che era stato spento il 6 maggio 1968 e che svolgerà il suo compito fino al 20 luglio 1973, data di spegnimento del satellite.[7]
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