Bassa tensione
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La bassa tensione (BT) viene utilizzata nella maggior parte degli impianti elettrici privati, sia in ambito civile che industriale come pure nelle reti di distribuzione secondaria. Circuiti a bassa tensione possono essere alimentati mediante tensioni > 50 e ≤ 1000 V in corrente alternata oppure > 120 e ≤ 1500 V in corrente continua, tra i poli o tra i poli e la terra. Questi valori consentono di avere delle correnti relativamente basse (rispetto alla bassissima tensione) e una maggiore sicurezza (rispetto alla media e all'alta tensione dove sussiste il rischio di archi voltaici), ciò nonostante la bassa tensione può essere molto pericolosa.
Definizione
Si definisce bassa tensione l'intervallo di tensione elettrica compreso:
Corrente alternata:
tra 50 e 1.000 volt
Corrente continua:
tra 120 e 1.500 volt
Valori normalizzati
Secondo la normalizzazione elettrica europea (CENELEC): Valori di bassa tensione normalizzati AC:
- 230, 400, 500, 690 volt
Valori di bassa tensione normalizzati DC:
- 220, 440 volt
Da questi valori normalizzati ne derivano le tensioni di fase = 230 V ± 10% per la tensione alternata monofase (fra conduttore polare e neutro) mentre per la tensione di linea = 400 V ± 10% per la tensione alternata fra due conduttori polari. Esistono altri standard elettrici nel mondo.
Distribuzione secondaria
L'approvvigionamento con energia elettrica richiede tra l'altro linee che conducano la corrente elettrica alle utenze, a seconda delle tensioni si distinguono i vari tipi di rete. Le reti di distribuzione a bassa tensione fino a 1000 V in corrente alternata sono chiamate reti di distribuzione secondaria. Nelle cabine di trasformazione locali, la tensione di distribuzione primaria viene trasformata in bassa tensione, normalmente 230/400 V.[1] Le linee secondarie a bassa tensione alimentano le abitazioni, le aziende artigianali e tutti gli altri piccoli consumatori
Note
Voci correlate
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