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diplomatico francese Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Augustin Marie Camille Jordan (Parigi, 10 dicembre 1910 – Saint-Léger-sous-Beuvray, 24 marzo 2004) è stato un militare e ambasciatore francese, paracadutista dello Special Air Service britannico nel corso della seconda guerra mondiale, decorato con l'Ordre de la Libération[2].
Augustin Marie Camille Jordan | |
---|---|
Nascita | Parigi, 10 dicembre 1910 |
Morte | Saint-Léger-sous-Beuvray, 24 marzo 2004 |
Dati militari | |
Paese servito | Francia Francia libera |
Forza armata | Fanteria |
Arma | Armée de terre FAFL |
Anni di servizio | 1929-1962 |
Grado | Comandante |
Guerre | Seconda guerra mondiale |
Campagne | Campagna di Siria (1941) |
Decorazioni | vedi qui |
Pubblicazioni | vedi qui |
dati tratti da Augustin Jordan[1] | |
voci di militari presenti su Wikipedia | |
Nacque a Parigi, nel VII arrondissement, il 10 dicembre 1910, figlio di Jean Luis, segretario generale della Banca franco-serba.[N 1] e di Marie Augustine Blanchet.[1] Dopo aver compiuto gli studi in lettere e giurisprudenza al Collège Stanislas, si laureò in diritto pubblico ed economia politica alla Scuola Libera di Scienze Politiche.[1] Prestò servizio militare nell'Armée de terre in cavalleria (1931-1932) presso il 4° Dragons Portés a Verdun, e poi divenne collaboratore di Louis Joxe al Centro di studi di politica estera e di Pierre Brossolette all'Europe Nouvelle dal 1934 al 1937.[1][2] Nel dicembre 1937 fu nominato segretario generale del Comitato centrale degli industriali a Casablanca, Marocco.[1] Nel 1939 fu mobilitato a Marrakech come maresciallo nel 2º Reggimento Spahis marocchini che prese posizione nelle Ardenne dal novembre 1939 al gennaio 1940.[1] Frequentò un corso per aspirante ufficiale a Saumur e, promosso ufficiale, fu inviato nuovamente a Marrakech.[1] Il 18 giugno 1940 ascoltò l'appello del generale Charles de Gaulle agli ufficiali francesi per continuare a combattere contro i tedeschi e ottiene rapidamente di essere smobilitato.[1] Dopo aver ottenuto un visto spagnolo, via Tangeri e Gibilterra, si unì alle Forces françaises libres a Londra il 19 settembre 1940, dopo un viaggio di tre settimane.[1][2] Fino al febbraio 1941, lavorò inizialmente nei servizi civili a Carlton Gardens (quartier generale delle FFL), dove, in particolare con Joseph Hackin e Pierre Olivier Lapie, lavorò alla costituzione dei primi comitati della Francia libera che apparvero in tutto il mondo dall'estate 1940, a sostegno dell'azione del generale de Gaulle. Desiderava un incarico in una unità da combattimento e nel maggio 1941 entrò a far parte del 2° Ufficio di Stato Maggiore della 1ª Brigata FFL posta agli ordini del generale Paul Legentilhomme.[1] Nel giugno 1941 prese parte alla campagna di Siria contro le forze di Vichy al comando del generale Henri Dentz.[1][2]
Dal luglio al dicembre 1941 fece parte dello stato maggiore della Siria del Sud (Damasco), e poi si unì ai ranghi della 1ª Compagnia cacciatori paracadutisti delle Forces aériennes françaises libres (futuro 2º Reggimento cacciatori paracadutisti) come tenente e ufficiale in seconda.[1] Dopo aver stazionato a Beirut e Damasco, il 2 gennaio 1942 l'unità si stabilì a Kabret, sulle rive del canale di Suez.[1] Era integrata nella Brigata dello Special Air Service comandata dal maggiore David Stirling.[1][2] Le SAS francesi divennero le French Squadron e si distinsero con violente incursioni compiute nelle retrovie nemiche e sugli aeroporti tedeschi, ottenendo risultati di grande rilievo; a Creta, nel giugno 1942, e, contemporaneamente, in Libia dove lui e i suoi uomini operarono attaccando gli aeroporti di Derna-Martuba.[1]
Il mese successivo, ai suoi ordini, il mese successivo le SAS francesi operarono in Cirenaica, distruggendo numerosi aerei tedeschi e depositi di munizioni a terra.[1][2] Nell'agosto 1942 fu promosso capitano.[1] A settembre comandò il distaccamento francese che avrebbe dovuto operare contro il porto di Bengasi, ma scoperta dai servizi segreti nemici, l'operazione fallì.[1] In Tunisia, il 27 gennaio 1943, durante un'incursione dietro le linee nemiche, fu fatto prigioniero mentre cercava di rientrare nelle linee alleate.[1][2] Inviato in Germania fu rinchiuso nel castello di Colditz, vi trovò il maggiore Stirling e il capitano Bergé, il primo capo dei paracadutisti francesi catturato a Creta nel giugno 1942.[1] Rilasciato nell'aprile 1945 concluse la guerra con il grado di comandante.[1] Dopo la fine del conflitto entrò al Ministero degli Affari Esteri come primo segretario.[1] Dopo due primi incarichi ad Atene e a Bonn, nel 1954 fu nominato capo di gabinetto di Christian Fouchet, Ministro degli Affari tunisini e marocchini nel governo Pierre Mendès-France. L'anno successivo divenne direttore dell'amministrazione centrale del Ministero degli Affari Esteri.[2] Concluse la sua carriera diplomatica come ambasciatore francese a Varsavia (1970-1973), e poi a Vienna (1973-1975).[1][2] Si spense il 24 marzo 2004 a Saint-Léger-sous-Beuvray (Saône-et-Loire) dove è sepolto.[1][2]
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