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calciatore e allenatore di calcio italiano Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Attilio Buratti (Roma, 24 aprile 1894[1] – Contigliano, 3 ottobre 1936) è stato un calciatore e allenatore di calcio italiano.
Attilio Buratti | |||||||||||||||||||
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Nazionalità | Italia | ||||||||||||||||||
Calcio | |||||||||||||||||||
Ruolo | Allenatore (ex centrocampista) | ||||||||||||||||||
Termine carriera | 1936 - giocatore/allenatore | ||||||||||||||||||
Carriera | |||||||||||||||||||
Squadre di club1 | |||||||||||||||||||
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Carriera da allenatore | |||||||||||||||||||
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1 I due numeri indicano le presenze e le reti segnate, per le sole partite di campionato. Il simbolo → indica un trasferimento in prestito. | |||||||||||||||||||
Morì prematuramente in un incidente ferroviario mentre con L'Aquila si recava in trasferta a Verona.
Da calciatore giocava come centrocampista; prima di diventare allenatore, militò nell'Alba Roma[2], società della sua città natale[3].
Allenò, nell'ordine: Reggina dal 1929 al 1932 (venendo sostituito da Ferenc Plemich nel dicembre del 1932[4]), Juventus Roma (da gennaio 1933 a fine stagione[5]), Juventus Trapani (esonerato a novembre 1933[6]), Salernitana[7] e, infine, L'Aquila[7].
«La notizia, nella sua affrettata concisione, sorprende e addolora. L'immagine di Buratti è viva ancora negli occhi di tutti gli sportivi dell'Aquila che sino a ieri l'hanno visto alacre e sereno nel suo lavoro.»
La morte di Buratti coincise con uno dei momenti più tragici della storia della A.S. L'Aquila[9], la cosiddetta tragedia di Contigliano.
Il tecnico romano era stato confermato alla guida dei rossoblù al termine del campionato 1935-1936, concluso con un onorevole ottavo posto in classifica; nelle prime giornate del torneo successivo aveva invece raggranellato solamente due punti in tre partite, frutto di una vittoria all'esordio e due sconfitte.
Il 3 ottobre 1936 Buratti si mise in viaggio verso Verona dove, il giorno successivo, si sarebbe disputata la quarta giornata di campionato; con lui viaggiavano tredici giocatori, due dirigenti e il massaggiatore della squadra. La littorina lasciò la stazione dell'Aquila nella prima mattina diretta verso Terni. Tuttavia, per circostanze ancora da chiarire, nel tratto tra Rieti e Contigliano, il mezzo si scontrò violentemente un vagone postale che viaggiava in senso opposto[9]. Buratti morì sul colpo insieme ad almeno altre 14 persone, mentre tutti gli altri passeggeri del treno rimasero feriti, compresa l'intera comitiva aquilana con diversi giocatori che non poterono tornare a giocare[9].
Fu l'incidente ferroviario più grave tra quelli verificatesi fino a quel momento in Italia, oltre che la prima tragedia legata al mondo dello sport. Il club rossoblù — che decise di continuare il campionato rinunciando alla salvezza d'ufficio proposta dalla federazione — affidò la squadra al tecnico magiario András Kuttik ma, al termine del torneo, per pochi punti, L'Aquila non riuscì a centrare la salvezza retrocedendo così in Serie C. Da quel momento gli abruzzesi non sono mai più riusciti a tornare in serie cadetta.
Alla memoria di Attilio Buratti — oltre che delle altre vittime dell'incidente ferroviario di Contigliano — è dedicata la lapide posta nella stazione laziale il 3 ottobre 2016, in occasione degli ottanta anni dalla tragedia, per iniziativa del Comune di Contigliano e del Supporters' Trust L'Aquila Me', in collaborazione con L'Aquila Calcio.
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