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giornalista e scrittore italiano Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Arturo Di Corinto (Lanciano, 23 agosto 1967) è un giornalista, saggista e attivista italiano.
È nato a Lanciano e vive a Roma. Si occupa e scrive di diritti digitali, free software, copyright, sicurezza informatica, crittografia, Internet governance [1][2].
Laureato in psicologia cognitiva all'università La Sapienza di Roma e specializzato in psicologia della percezione e della persuasione all'Università di Stanford a Palo Alto[3], negli anni novanta è sysop di una delle prime BBS italiane, Avana BBS.[4]
Dal 1994 ha collaborato con i quotidiani Il Manifesto, Il Sole 24 ore, La Stampa, Liberazione, l'Unità, Aprileonline, Wired [5], Punto Informatico, Apogeonline, L'Espresso, trattando prevalentemente temi relativi a Internet e alla tecnologia. Scrive regolarmente per La Repubblica e Il Manifesto.
È stato responsabile della comunicazione presso il Centro Nazionale per l'Informatica nella Pubblica Amministrazione, CNIPA dal 2005 al 2009 collaborando alla rivista Innovazione[6], e successivamente presso il dipartimento per la digitalizzazione e l'innovazione della Presidenza del Consiglio dei Ministri fino al 2012. È stato direttore del portale italia.it fino alla data delle polemiche dimissioni[7] in cui ha parlato di fatti delinquenziali relativi alla gestione governativa del progetto.[8]
Attivista per i diritti digitali[9] è stato tra i fondatori di Avana BBS, Network, Megachip, Isole nella Rete, Aprile on line, Il Secolo della Rete. Ha collaborato alla realizzazione della trasmissione di RaiNews24 "Salva con nome" sui temi informatici.[10][11][12] Ha scritto il libro Revolution OS II sul tema del software libero.[13] È stato membro del comitato scientifico della Conferenza Italiana sul Software Libero negli anni 2010[14], 2011[15] e 2012[16] Docente a contratto di "Comunicazione Mediata dal Computer" presso la facoltà di Scienze della Comunicazione dell'Università Sapienza di Roma dal 2004 al 2009, ha ospitato in lezione Richard Stallman e Bruce Perens.[17].
Nel 2009 è tra i promotori della Carta dei cento per il libero Wi-Fi[18] Nel 2010 è fra gli attivisti della protesta contro il decreto intercettazioni, la cosiddetta "legge Bavaglio"[19] creando il sito nobavaglio.org attraverso il quale sono state raccolte 250.000 firme contro la proposta.
Ha partecipato nel 2014 come relatore alla quinta edizione della Leopolda di Matteo Renzi[20] per redigere la carta dei diritti digitali.
Nel 2015 diventa editor di CheFuturo, rivista online su innovazione e internet fondata da Riccardo Luna.
Dal 2017 al 2019 è stato Direttore della comunicazione[21] del Laboratorio Nazionale di Cybersecurity del CINI.
Dal 2022 si occupa di comunicazione presso l'Agenzia per la cybersicurezza nazionale.
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