Timeline
Chat
Prospettiva

Apofonia latina

fenomeno fonetico della lingua latina Da Wikipedia, l'enciclopedia libera

Remove ads
Remove ads

Con l'impropria espressione di apofonia latina si intende un particolare fenomeno di indebolimento vocalico (fenomeno analogo, per certi versi, a quello della lenizione) riscontrabile nella lingua latina. Contrariamente ad altri fenomeni apofonici, come ad esempio l'apofonia indoeuropea (comune a tutte le lingue indoeuropee compresa la lingua latina medesima), caratterizzati da una natura funzionale (queste trasformazioni possiedono, cioè, sia un valore fonetico sia un valore morfologico-semantico), la cosiddetta apofonia latina è un fenomeno puramente meccanico (ossia ha un valore esclusivamente fonetico). Essa si verifica, infatti, ogniqualvolta una vocale breve si trova a cambiare posizione all'interno della parola; questa trasformazione dà vita a vari esiti a seconda dei suoni coinvolti.[1]

L'apofonia latina si è verificata in un'epoca anteriore al III secolo a.C. ed è stata probabilmente causata dall'accento protosillabico di epoca preletteraria.[2]

Remove ads

Descrizione

Riepilogo
Prospettiva

L'apofonia latina consiste in "mutamenti del timbro vocalico, che hanno luogo quando una sillaba con vocale breve, originariamente in posizione iniziale o finale di parola, viene a trovarsi, per composizione o derivazione o flessione, in posizione interna".[3] Questi mutamenti si realizzano diversamente a seconda che la vocale colpita si trovi in sillaba aperta o in sillaba chiusa, cioè che sia seguita da una sola consonante o da più consonanti.

Thumb
Schema dell'apofonia latina in sillaba interna aperta

In sillaba interna aperta[4], salvo davanti ad r e dopo i, le vocali brevi tendono a chiudersi in ĭ o in ŭ, più precisamente:

  • in ĭ davanti a d, t, n, g, c;
  • in ŭ davanti a l seguita da vocale diversa da i (l velare, [l]), ma in ĭ davanti a l seguita da i (l palatale, [ʟ])[5];
  • in ĭ o in ŭ indifferentemente davanti a b, p, f, m.

Davanti a r e dopo i le vocali brevi si chiudono in ĕ.

Ulteriori informazioni esempio (originariamente a inizio parola), esempio (originariamente a fine parola) ...
Thumb
Schema dell'apofonia latina in sillaba interna chiusa

In sillaba interna chiusa[6], la chiusura delle vocali brevi è ostacolata dalla presenza della consonante di chiusura, che agisce da "scudo protettivo" contro la riduzione del timbro vocalico:

  • ă si chiude in ĕ, con successivo passaggio ad ĭ davanti a n seguita da consonante velare (n velare, [ŋ]) o ad ŭ davanti a l seguita da qualsiasi consonante (l velare, [ʟ]), o con chiusura del dittongo risultante (*ăi (>ae) > *ĕi > ī; ău > *ĕu > ū);
  • ŏ si chiude in ŭ a partire dalla fine del III secolo a.C., ma tale chiusura dopo u vocalica o consonantica avviene solo a partire dall'età augustea.
Ulteriori informazioni esempio (originariamente a inizio parola), ă > ĕ ...
Remove ads

Eccezioni

Esistono verbi composti o sostantivi declinati completamente sottratti all'apofonia latina[7]: tipicamente si tratta di ricomposizioni analogiche (es. compăro < păro, ma impĕro) o di assimilazioni al vocalismo originario (es. Caesăris < Caesăr anziché *Caesĕris), oppure può trattarsi di giustapposti (es. il giustapposto cale-făcio < făcio, mentre confĭcio è un composto) o di composizioni tardive, posteriori al verificarsi dell'apofonia latina (es. perăgo < ăgo, ma exĭgo).

Remove ads

Note

Bibliografia

Loading content...
Loading related searches...

Wikiwand - on

Seamless Wikipedia browsing. On steroids.

Remove ads