Si tratta di faleneeteroneure appartenenti ai Ditrysia, di dimensione da medio-piccola a molto grande (apertura alare compresa tra 22e162mm), con abitudini tendenzialmente notturne o crepuscolari, e solitamente dotate di buona capacità di volo. Il corpo tende ad essere alquanto robusto e in particolare il torace e l'addome appaiono spesso ricoperti da una fitta peluria.[3][4][8]
Le antenne dei maschi sono bipettinate fino all'apice, ma talvolta anche tripettinate, nel caso in cui l'asse centrale dell'antennomero, che di norma è rivestito di fitte scaglie, presenti un'ulteriore dentellatura ventrale più o meno pronunciata; nelle femmine, al contrario, la struttura delle antenne può essere affine a quella dei maschi, oppure, a seconda dei casi, anche unipettinata o dentellata, o addirittura pressoché filiforme.[3][4][8]
Le appendici boccali sono solitamente ridotte oppure del tutto assenti. Le setole dei lobi piliferi sono relativamente sviluppate solo in Munychryia, mentre altrove sono assenti o fortemente ridotte. I palpi mascellari sono vestigiali, mentre quelli labiali possono essere da ridotti a molto sviluppati, e diritti o ascendenti (di solito più lunghi nei maschi); il primo articolo non rivela la presenza di un organo con struttura simile a quella dei chaetosemata. La spirotromba è di regola ridotta o del tutto assente, con la sola eccezione di Munychryia, in cui è allungata, priva di scaglie e provvista di sensilli carenati.[3][4][8]
Torace
Il processo ventrale della tegula può talora terminare con una punta alquanto acuminata. Non sono presenti organi timpanici toracici. Nelle femmine di diverse specie di Pterolocera è presente il fenomeno del micropterismo.[3][4][8]
Nell'ala anteriore, di solito si può notare la presenza di un'areola allungata, dal cui apice dipartono le sezioni distali di Rs1, Rs2, Rs3 ed Rs4; nel genereGephyroneura, la suddetta areola risulta più corta poiché Rs1, Rs2, Rs3 ed Rs4 si uniscono a livello più prossimale; nella parte distale dell'areola, sono spesso presenti due nervature trasversali: una prima tra Rs1 ed Rs2, oltre a una seconda, spesso incompleta o sostituita da una plica, tra R ed Rs1. M2 corre di regola più ravvicinata a M3 che a M1. CuA1 e CuA2 sono chiaramente separate e distinguibili, mentre manca CuP. 1A+2A mostra una netta biforcazione nella regione basale.[3][4][8]
Nell'ala posteriore, provvista di una venulazione decisamente più ridotta, Sc è connessa al margine superiore della cellula discale tramite una nervatura trasversale, solitamente molto sottile o comunque di lunghezza ridotta. Rs ed M1 sono spesso unite per un breve tratto, e come nell'ala anteriore, M2 parte in posizione più ravvicinata a M3 che a M1. Manca CuP, mentre 3A è presente e ben definita.[3][4][8]
L'accoppiamento alare è del tipo "frenato" nei maschi e amplessiforme nelle femmine, col mantenimento della sola parte basale del frenulum.[3][4] La spinarea è assente[9] e di solito l'apice è arrotondato o lievemente appuntito, ma solo in poche specie appare falcato, come nel caso di alcune Anthela.[3][4][8]
Nelle zampe, l'epifisi è sempre presente nei maschi, ma di solito è fortemente ridotta o assente nelle femmine, mentre gli speroni tibiali, solitamente non molto lunghi, possono avere formula 0-2-2, oppure 0-2-3 o anche 0-2-4, come in Chelepteryx e Munychryia; fatta eccezione per quest'ultima, le tibie possono rivelare la presenza di diverse spinule, così come i tarsomeri. Arolio e pulvilli sono sempre presenti, questi ultimi provvisti di un lobo dorsale o di processi setiformi alquanto sviluppati. Le unghie hanno struttura semplice, priva di dentellatura ventrale.[3][4][8]
Addome
L'addome è alquanto tozzo in entrambi i sessi e, come il torace, risulta privo di organi timpanici; è rivestito da fitte scaglie piliformi.[3][4][8]
Ai lati del primo tergite si osservano due ispessimenti che, nel maschio, proseguono postero-lateralmente fino a terminare con due processi conici, situati caudalmente rispetto al primo paio di spiracoli. Il secondo sternite non presenta strutture di connessione con i tergiti, ma è provvisto di brevi apodemi anteriori, benché di solito non siano ravvisabili venulae ben sviluppate. Nei maschi, inoltre, lo sternite del segmento VIII è spesso appiattito, ma talvolta appare ridotto e poco sclerificato.[3][8]
Nell'apparato riproduttore maschile, tegumen e vinculum sono sclerificati assieme; le valvae sono alquanto sviluppate; lo gnathos può essere presente, come in Chelepteryx, oppure vestigiale o del tutto assente, così come i socii; l'uncus può avere una forma semplice oppure tronca, o ancora divisa in due lobi; l'edeago è cilindrico e di solito provvisto anteriormente di un coecum penis e di un cornutus.[3][8]
Nel genitale femminile, la bursa copulatrix non è mai molto grande, e sul corpus bursae è talvolta presente un signum ricurvo; l'ostium bursae è posizionato nella parte anteriore o centrale della superficie ventrale dell'VIII somite; le gonapofisi non sono di norma molto allungate; le papille anali possono essere ben sviluppate, oppure fortemente ridotte, come in Munychryia.[3][8]
Uovo
L'uovo è del tipo appiattito, con una forma grosso modo ovoidale; una delle due estremità, lievemente più scura e allargata dell'altra, regge il micropilo. Il chorion appare liscio, in alcuni casi traslucido oppure punteggiato di piccoli segni più scuri.[3][8]
Le uova vengono deposte singolarmente o in piccoli gruppi, talvolta con una geometria molto caratteristica.[8][10]
Larva
La larva di I età può presentare parecchie setole secondarie, come nelle Anthelinae, oppure poche, come nelle Muniychryiinae. Al contrario, la larva matura presenta sempre numerose setole secondarie, che possono essere a forma di spine oppure piumose, nel caso delle Anthelinae (peraltro provviste di verrucae ben definite), ma anche piccole e a forma di spatola, come nelle Munychryiinae.[3][4]
Capo
Il capo è di solito non molto grande rispetto al resto del corpo, soprattutto negli ultimi stadi di sviluppo, con un apparato boccale di tipo ipognato. Sono presenti sei stemmata per lato, di solito disposti su un arco più o meno regolare.[11]
La sclerificazione è alquanto marcata, e spesso si osserva una pigmentazione più o meno accentuata, con una zona mediofrontale più chiara.[8]
Torace
Nel torace, i segmenti hanno tutti dimensioni alquanto simili, e sono rivestiti di una fitta peluria, spesso urticante. Le zampeprotoraciche sono più sviluppate delle altre.[10]
Addome
Nell'addome delle Anthelinae si osserva una coppia di verruche dorsali in A1, due coppie (D1 e D2) sui segmenti A2-A7, e una sola verruca in posizione mediodorsale in A8.[3]
La larva matura presenta cinque coppie di pseudozampe, robuste ma non molto allungate, sui segmenti III-VI e X; l'ultimo paio di pseudopodi, quello anale, appare spesso più sviluppato dei precedenti, e nelle Munychryiinae appare nettamente appuntito.[3] Nelle pseudozampe, gli uncini sono di regola robusti e disposti su linee ellittiche incomplete, costituite da due o più ordini nelle Anthelinae, ma su un singolo ordine nelle Munychryiinae.[4][11][12]
Pupa
Nelle Munychryiinae la pupa è obtecta, alquanto tozza e ben sclerificata, con le appendici fuse tra loro e col resto del corpo. I palpi mascellari sono assenti, mentre la spirotromba raggiunge la punta delle ali. Le antenne sono relativamente corte (circa i tre quarti della lunghezza dell'ala) e i palpi labiali risultano esposti. L'addome è munito di due soli segmenti mobili, A5 e A6, facilmente distinguibili; può terminare con una coppia di brevi processi appuntiti, ma non sono presenti setole del cremaster.[3][8]
Nelle Anthelinae, la pupa è obtecta, decisamente tozza e provvista di un capo arrotondato. I palpi mascellari sono assenti e la spirotromba è rappresentata da un paio di piccoli lobi. Le antenne sono corte (circa i due terzi della lunghezza dell'ala) e solo una piccola porzione dei palpi labiali è esposta. Il cremaster è assente, ma si osservano poche setole uncinate all'estremità anale.[3][8]
Il bozzolo è opaco, e spesso incorpora parte delle setole della larva; in alcune specie può essere rinvenuto sotto terra.[3]
Ciclo biologico
Gli adulti sono prevalentemente notturni, con un'attrazione per la luce più accentuata nei maschi; va tuttavia segnalato che i maschi di Anthela connexa sono al contrario attivi durante il giorno, tanto da essere talvolta confusi con delle Satyrinae.[13]
Nella fase immaginale delle Munychryiinae, la spirotromba è ben sviluppata e presumibilmente funzionante, sebbene le abitudini alimentari di queste falene siano poco note. Al contrario, nelle Anthelinae lo stadio adulto è incapace di alimentarsi.[8]
È probabile che l'accoppiamento avvenga subito dopo l'emersione delle femmine dai bozzoli, considerato che quelle che vengono attratte dalle fonti luminose, tendono a deporre immediatamente uova già fecondate.[8]
Tranne poche eccezioni, anche le larve sono principalmente attive nelle ore di buio, e non si registra il fenomeno del gregarismo.[4][8]
L'impupamento può aver luogo in un bozzolo fissato alla pianta nutrice, oppure nella lettiera superficiale del sottobosco.[4][11][14] In Pterolocera il bozzolo viene prodotto tra gli strati superficiali del terreno.[8]
Il bozzolo ha una struttura a doppio strato, essenzialmente costituito da fibre sericee estruse dalla larva e intessute grazie alla filiera; esso può anche contenere setole secondarie oppure spinule irritanti di protezione, incorporate dalla larva durante le fasi di tessitura.[4][8]
Periodo di volo
Le specie appartenenti a questo taxon hanno di regola un ciclo univoltino, con il periodo di volo solitamente compreso tra aprile e giugno.[8]
Gli Anthelidae sono presenti essenzialmente in Oceania: la maggior parte delle specie occupa un areale compreso nei confini dell'Australia continentale, e poche specie sono state rinvenute in Tasmania e in Nuova Guinea; fa eccezione la sola Anthela brunneilinea, che è stata descritta per le isole Kai (Molucche orientali, Indonesia), comunque a poca distanza dalle coste della Nuova Guinea.[3][4][8][11]
Il taxon è stato considerato una sottofamiglia dei Lymantriidae da Turner (1904),[1] all'atto della sua istituzione; in seguito, lo stesso Autore lo elevò allo status di famiglia (1920[18] e 1921[13]), benché nel 1947[19] lo abbia inserito all'interno dei Noctuoidea. In seguito, nel 1970,[20]Common incluse gli Anthelidae nei Bombycoidea sensu lato (ossia comprendenti anche i Lasiocampidae), soprattutto in base alla perdita dei caratteri anatomici nello stadio adulto.[3][4][8]
Chiave dicotomica per la determinazione delle sottofamiglie
Viene di seguito riportata una chiave dicotomica per il riconoscimento della sottofamiglia di appartenenza, ricavata da quella proposta da Claude Lemaire & Joël Minet (1999):[3]
1Spirotromba di solito lunga; ala anteriore provvista di nervatura trasversale completa tra R ed Rs1
1' Spirotromba sempre ridotta o assente; ala anteriore provvista di nervatura trasversale incompleta tra R ed Rs1, oppure in molti casi di una semplice plica
L'analisi genetica svolta da Heikkila et al. (2015)[29] ha portato alla luce alcune relazioni tra le famiglie di Bombycoidea, così da giungere a un cladogramma da cui è stato ricavato quello riportato qui sotto:
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