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La famiglia Alione o Allione o Allioni è una delle più antiche famiglie della città di Asti appartenente alle "casane", quel gruppo cioè di famiglie che ottennero la loro ascesa sociale non per discendenza patrizia, ma in seguito al prestito della valuta ed al commercio.
Stemma della famiglia Alione | |
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Blasonatura | |
D'azzurro al grifo d'oro |
«La famiglia degli Alione era certamente tra le più illustri ed antiche dell'astigiano,
giacché nel Codex Astensis noi li troviamo credendarii della città,
o rettori delle quattro associazioni fin dall'anno 1273»
Di probabile origine celtica[non chiaro][senza fonte], in Asti ha dato i natali al famoso commediografo cinquecentesco Giovan Giorgio Alione e nella sua diramazione di Savigliano allo studioso del XVIII secolo di scienze naturali Carlo Allioni, definito il "Linneo piemontese" e famoso in tutta Europa per la sua opera "Flora Pedemontana".[1]
Di origine comune sono anche gli Alioni della Valle Maira e del Saluzzese, la tesi è avvalorata anche dalla medesima arma gentilizia: un grifone in campo d'oro.
Il ramo di Borgo San Dalmazzo, originario di Dronero, divenne feudatario di Brondello e l'ultima discendente della famiglia Marianna Allioni divenne sposa di Giuseppe Bava Beccaris, avo del famoso generale Fiorenzo Bava Beccaris, noto soprattutto per la feroce repressione dei moti milanesi da lui guidata nel 1898.
Secondo il professor Gian Domenico Serra, già nel 739, nella regione delle Alpi Cozie tra la valle di Susa (Italia) ed il Saluzzese erano presenti individui denominati Allioni, Ellioni, Allionicus o Alioni.[2]
Nei secoli successivi si trovarono notizie di Alioni diramati in tutto il Piemonte:nell'Albese (Bonifacius nel 1281), nel Casalese (Johannes nel 1297), nell'Alessandrino e nel Fossanese in cui Bonifacio fu Podestà della città nel 1271.
Il primo Alione che comparve in un documento ufficiale è riferito ad un Alione de Aste in un atto di permuta di beni nell'anno 916.[3] In seguito, nelle stesse carte comparvero altri discendenti della famiglia: uno Scarampo e un Uberto entrambi civis astensis nel XIII secolo. Uberto, venne anche descritto come monetiere di Guido, conte di Fiandra.
La famiglia ricoprì le prime cariche pubbliche intorno alla metà del XIII secolo. Nel Codex Astensis figurano un Guglielmo Alione credendario della città di Asti nel 1250, Bonifacio rettore nel 1271, Giacomino sindaco nel 1313, Scarampo e Pagano credendari all'inizio del XIV secolo.
Guglielmo Alione, venne fatto prigioniero nel 1230 durante la guerra contro Chieri, liberato successivamente oltre alla carica già nominata di credendario divenne "Rector Consilii Societas Burgi Sancte Marie Nove" e nel 1282 divenne "Rector quatorum Societatum " .[4]
La famiglia accrebbe il proprio reddito grazie all'attività feneratizia sia in Italia che all'estero; oltre alla figura di Uberto in Fiandra, anche Giorgio Allione nel 1312 viene indicato come monetierer dell'imperatore Enrico VII.[5]
Il periodo di maggior sviluppo economico della famiglia avvenne intorno al primo quarto del XIV secolo: Domenico Alione, sposando Bastina, la primogenita della facoltosa famiglia Bertramenghi accrebbe notevolmente il proprio patrimonio. Dalla loro unione nacque Gasparone Alione, personaggio di spicco della società astigiana del XIV secolo.
Egli infatti accrebbe i commerci della famiglia in Italia ed all'estero con l'acquisto di beni fondiari e l'apertura di nuovi banchi di pegno.
Fermo sostenitore del governo Visconteo in Asti, divenne sindaco della città nel 1379 investito da Gian Galeazzo Visconti e fu uno degli undici legislatori che riformarono gli statuti comunali della città.
Alla sua morte egli lasciò del denaro per ampliare la cappella di famiglia nella Collegiata di San Secondo.
Il nipote di Gasparone, Tommaso, continuò l'attività dello zio specialmente nel ponente ligure: a Savona risultava tra i principali creditori del comune.
Nel 1442, venne inviato come ambasciatore a Filippo Maria Visconti.
Nello stesso periodo nacque Giovan Giorgio Alione, poeta, drammaturgo e scrittore, è considerato uno dei più arguti e giocondi poeti rinascimentali del Piemonte.[6]
Nel 1508 fu scelto tra i dieci membri del Gran Consiglio di Asti inviati a Milano a giurare fedeltà al Duca Massimiliano Sforza.
Sostenitore dei francesi, il 12 marzo 1518, venne investito da Francesco I del castello di Monterainero nel Borgo Santa Maria Nuova.
Scrisse in francese, italiano e piemontese e la sua opera segnò il passaggio tra Medioevo ed umanesimo.
Nel 1521 egli fece stampare in Asti da Francesco Silva le poesie da lui chiamate "Opera iucunda", parte in lingua maccheronica, parte in francese, parte in dialetto astigiano e in fiammingo.
Giovan Giorgio viene anche ricordato per le sue "Farse" e una commedia in dialetto astigiano, quasi tutte in versi di nove sillabe rimati a due a due.
Nel 1561 viene menzionato ancora un Carlo Alione come membro del consiglio cittadino[7]
Nel 1662, Alfonso Gerolamo Natta, trattando delle famiglie nobili della città, cita quella degli Alione tra le estinte.[8]
Il barone Antonio Manno, bibliotecario di casa Savoia, nella stesura delle linee genealogiche del patriziato subalpino piemontese, scrisse che gli Alioni di Asti diramarono a Savigliano.[9]
La tesi è anche rafforzata dal Turletti e il Novellis che nelle loro opere rispettivamente su "Storia di Savigliano " e " Saviglianesi illustri", citano personaggi della famiglia Alione presenti fin dal XIV secolo.[10]
Gli Alioni di Savigliano appartenevano alla nobiltà popolare e ricoprirono cariche nella Società del Popolo (Giacomo nel 1464) o nell'amministrazione della città (Guglielmo, giureconsulto e sindaco di Savigliano tra il 1473 - 1475).
Il fratello di Guglielmo, Achille, divenne nel 1493 eletto tra i notai della curia civile e nel 1516 partecipò al congresso di Loyssey in Francia come avvocato fiscale e rappresentante del Duca di Savoia. Nel 1522 divenne membro del Senato Piemontese.
Achille Allioni, fu anche studioso di filosofia e divenne grande amico del letterato astigiano Giovanni Nevizzano autore dell'opera "Sylva nuptialis".
Dai due fratelli discendettero Franceschino, nipote di Guglielmo, decurione e sindaco di Savigliano nel 1502 e da Achille il nipote Alessandro capitano dell'esercito savoiardo.
Alessandro, risposandosi in seconde nozze con Anna Crespi, figlia di Ottavio, vide accrescersi notevolmente il patrimonio famigliare ereditate dalla moglie nel 1629.
Direttamente dalla linea di Alessandro nacque il nipote Stefano Benedetto Allioni, medico consulente del Re Vittorio Amedeo III di Savoia e riformatore dell'Università torinese nel 1738.
Il primogenito di Stefano Benedetto fu il botanico Carlo Ludovico Allioni allievo di Bartolomeo Giuseppe Caccia e collaboratore di Vitaliano Donati, la sua opera più importante fu la " Flora Pedemontana, sive enumeratio methodica stirpium indigenarum Pedemontii ", pubblicata nel 1785 in due volumi di testo ed un volume di iconografia, nella quale descrisse le virtù medicinali di 2.813 specie di piante del territorio piemontese, di cui 237 nuove specie.
Tale trattato, considerato ancora oggi una delle più importanti opere floristiche in Europa e la più importante in Piemonte, gli consentì di raggiungere una fama internazionale.
L'ultimogenito di Carlo, Giuseppe, ereditò dal padre l'amore per le scienze naturali e divenne professore universitario presso l'Università di Torino nel 1793.
Il figlio di Giuseppe, Giorgio Allioni, divenne segretario del Consiglio di Stato e venne insignito della croce dell'Ordine Mauriziano, morì a Torino il 13 luglio 1872 estinguendo il ramo Saviglianese.
La città di Borgo un tempo denominata Pedona, apparteneva in tempi remoti alla diocesi di Asti, la sua abbazia benedettina, conservava il corpo di San Dalmazzo.
In seguito ale continue scorribande saracene nel Piemonte meridionale,all'inizio del X secolo il vescovo di Asti Audace, fece traslare il corpo del santo da Pedona a Quargnento.[11]
È probabile che il territorio di Dronero e Pedona che gravitavano sotto la giurisdizione di Asti e la città di Cuneo alleata degli astigiani contro il conte Tommaso di Savoia, accolsero individui astigiani che in quei luoghi si stabilirono[12]
Andrea Allioni di Giovenale all'inizio del XVI secolo abbandonò il proprio paese a qei tempi campo di battaglia degli eserciti di Carlo V e Francesco I, per trasferirsi a Dronero, sposando Luisa Bellenda.
Andrea ben presto venne eletto podestà di Dronero nel 1581 e nel 1584 divenne sindaco di Borgo San Dalmazzo.
Due figli di Andrea, Guglielmino e Nicolao divennero ufficiali dell'esercito savoiardo, Guglielmino ricoprì anche la carica di governatore di Borgo San Dalmazzo.
Anche la discendenza di Andrea e Guglielmino ricoprì cariche di prestigio. Tra i molti giuristi ed amministratori, spicca la figura di Andrea, figlio di Guglielmino, investito nel 1635 della carica di podestà di Borgo San Dalmazzo, membro del Senato del Piemonte e Commissario speciale.
Con l'ascesa politica di Andrea, aumentò anche quella economica. Nel 1611, la famiglia possedeva terre e beni immobili nel cuneese ed a Nizza marittima, dove aveva anche una società per l'appalto dei macelli.
Il figlio di Andrea, Guglielmino, nel 1654 a soli 34 anni divenne Signifer e Luogotenente e nel 1678 capitano e tesoriere della città di Cuneo, nominato della duchessa Maria Giovanna Battista tutrice di Vittorio Amedeo II di Savoia, con uno stipendio annuo di 500 lire.
In seguito alle continue guerre in Piemonte, il duca Vittorio Amedeo II per ovviare all'esborso degli stipendi dei propri funzionari, propose a coloro che ne avevano diritto di acquistare il proprio ufficio, con diritto per la propria discendenza, investendoli anche di un titolo di origine nobiliare.
Fu il figlio di Guglielmino, Gabriele Giuseppe che sposando Virginia Saluzzo della Manta nel 1690 divenne virtualmente signore di Brondello (investitura ufficiale ottenuta il 9 settembre 1701 dal duca di Savoia.
In seguito un ramo della famiglia si trasferì a Torino, mantenendo comunque i propri beni in Borgo San Dalmazzo.
La figlia di Gabriel Giuseppe, Marianna sposò Giuseppe Bava Beccaris e, nel 1799 morendo l'ultimo maschio della famiglia, Carlo Andrea fratello di Marianna, l'eredità ed il titolo passò al ramo degli Allioni di Dronero nella figura di Pietro Giulio Cesare che discendeva dagli Allioni della Valle Maira.
Questi, fin dal XV secolo facevano parte della Confraternita del Gonfalone di Dronero, il capostipite nel XVI secolo fu Giovenale Alione "rationatore" dei conti pubblici di Dronero tra il 1533 ed il 1534.
Dalle carte presenti nel comune di Cuneo, risulta che Giovenale ebbe due figli: Andrea che si trasferì a Borgo San Dalmazzo dando origine poi al ramo dei signori di Brondello e Tommaso, la cui stirpe originò podestà, procuratori, luogotenenti e giudici.
Tra i principali discendenti sono degni di nota:
Secondo il Gabotto, le case degli Alione di Asti erano ubicate nel Borgo Santa Maria Nuova, nei pressi del convento di Sant'Agostino e l'antica chiesa della Confraternita dell'Annunziata tra le attuali via Crispi e Via Fontana.
Queste abitazioni costituivano la contrada Aliona o degli Alioni che era l'asse generatore del sobborgo del Cavallone.[13]
Il Gabiani ipotizza però che queste abitazioni siano sorte dopo il XV secolo e che anteriormente la famiglia avesse un edificio patrizio all'interno del recinto dei nobili.[14]
Nel 1810, a Borgo San Dalmazzo esisteva ancora una casa di proprietà della famiglia Allioni immortalata da Clemente Rovere in un disegno per la Società di Deputazione Subalpina di storia patria.
Discendenza della famiglia Alione linea di Asti e di Savigliano nei suoi personaggi principali[15]
Alionus de Aste 916 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Bonifacio | Guillelmus 1250-82 | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Scarampo 1300 | Pagano 1300 | Giacomino 1313 | Domenico 1300 | Bastina Bertramenghi | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Gasparone †1385 | Linea di Savigliano | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Giovan Giorgio 1460-25 | Tomaso | Guglielmo 1464-01 | Achille 1493-22 | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Carlo 1561 | Tommaso 1501 | Vincenzo | Giuseppe | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Catterina | Maddalena | Franceschino 1512 | Achille †1653 | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Giovanni Battista | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Vincenzo | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Giuseppe | Francesca | Marta | Alessandro | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Gianotta | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Carlo Francesco †1712 | Margherita | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Francesca Ponte Mossetti | Stefano Benedetto Gregorio | Angela Maria Planteri | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Teresa Bianco | Carlo 1728-24 | Giuseppe Ignazio | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Giuseppe | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Giorgio †1872 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Discendenza dei Conti di Brondello nei tratti principali.[15]
Andrea Allioni di Giovinale 1530-00 | Luisa Bellenda | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Anna | Guglielmino †1611 | Nicolao †1669 | Allasina | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Giuseppe | Gaspare †1635 | Guglielmo | Andrea | Dionigi | Costanza | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Guglielmino | Caterina Lucia del Carroccio | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Gabriele Giuseppe | Virginia Saluzzo della Manta †1696 | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Veronica Alinei d'Elva | Carlo Andrea †1757 | Francesco | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Gabriel Giuseppe | Angelica Maria Rovelli | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Giuseppe Bava Beccaris | Marianna 1760-24 | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Carlo Ignazio Bava Beccaris | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
«...ad essi aspettanti da duecento e più anni,
e cioè un griffone d'oro rampicante in campo azzurro
sotto elmetto aperto tenuto da mezzo leone d'oro
portante corona ducale con leggenda al di sopra :
OGNI COSA COL TEMPO»
Scudo :Grifone rampante d'oro in campo azzurro
Cimiero: leone d'oro
Motto: OGNI COSA COL TEMPO
Il simbolo comune a tutti gli Alioni è il grifone o grifo d'oro, compresa la famiglia Aléon di Ginevra e Nassau, agnati del ramo di Savigliano e trasferiti in Francia e Svizzera nel XVI secolo.
Il grifone è una figura immaginaria ispirata dalla sua raffigurazione mitologica. Simboleggia custodia e vigilanza. Di norma il grifone è costituito:
Riunisce quindi, l'animale dominante sulla terra, il leone, con quello dominante in cielo, l'aquila, simboleggiando anche la perfezione e la potenza.
Il Grammatica, il Gorrini ed il Gabotto nei propri studi affermano che gli Alioni di Asti avevano per stemma un grifone d'oro in campo azzurro, la stessa arma gentilizia di Carlo Allioni concessa il 20 marzo 1638 dalla città di Savigliano ai "fratelli Achille, Vincenzo ed Alessandro fu Giuseppe Allioni".[16]
Non esistendo riferimenti iconografici della famiglia Alione in Asti, negli ultimi studi araldici sulle famiglie astigiane si sono posti alcuni dubbi sullo stemma della famiglia, visto che è stato rinvenuto un sigillo di Gasparone Alione contenente uno stemma ripartito da 5 pali.[17]
Nello studio sull'immagine di san Secondo di Asti di Paolo Edoardo Fiora di Centocroci, lo studioso però ipotizza che l'illustre mercante astigiano, che come insegne aveva un grifo d'oro in campo azzurro, abbia utilizzato in varie occasioni l'arma del suo avo Raimondino Bertramengo - Scarampi ( "D'oro a cinque pali di rosso" ) a rappresentare una continuità con l'antica famiglia della madre, visto che la propria sepoltura avvenne nel sepolcro di famiglia dei Bertramenghi.[18]
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