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Zanella cresce in Valdonega, quartiere di Verona in cui Giovanni Mardesteig, il principe degli stampatori secondo la definizione di Gabriele D'Annunzio, aveva trasferito nel 1927 l'Officina Bodoni, fondata cinque anni prima a Montagnola e, nel 1948, la Stamperia Valdonega. L'elegante ricercatezza dei volumi stampati da Mardesteig sicuramente stimolarono tante private press tra cui quella di Franco Riva dal 1954 cui si devono le Editiones Dominicae (il nome fa riferimento al giorno in cui l'allora direttore della biblioteca Civica di Verona riusciva a dedicarsi all'arte nera), quella di Gino Castiglioni e Alessandro Corubolo dal 1960 stampatori all'insegna della Chimera, dal 1963 quella di Renzo Sommaruga che Giovanni Guareschi ribattezzò stampittore (appellativo poi ripreso da Vanni Scheiwiller)[1] dal 1971 il Californiano Richard Gabriel Rummonds e la sua Plain Wrapper Press che pubblica a Verona dal 1971 al 1982.[2] e dal 1982 Anna Ziliotto con la sua Gibralfato.
Nel 1976 Zanella conosce e diviene allievo di Rummonds, lo segue alla University of Alabama dove Rummonds tiene dei corsi di stampa, storia del libro e biblioteconomia. In seguito diventano soci. Con lui, nel 1977, stampa la sua prima opera Will and testament. A fragment of biography, un racconto di Anthony Burgess illustrato dalle serigrafie di Joe Tilson[3]
Nel 1982, quando Rummonds decide di tornare in America e la società viene sciolta, Alessandro Zanella sceglie per sé il torchio Stanhope[4] e apre la sua stamperia Ampersand da cui usciranno centonovanta titoli[5]
La stamperia è collocata inizialmente in via Santa Maria in Organo, poi in Piazza Pradaval e a partire dal 1992, in Santa Lucia ai Monti (Valeggio sul Mincio).
Ampersand,[6] iche dentifica anche la marca tipografica scelta da Zanella, compare per la prima volta nel 1990 sul frontespizio di Persefone, un lungo poema in neo greco di Ghiannis Ritsos, con la traduzione italiana a fronte di Nicola Crocetti e con la traduzione inglese a fronte di Nikos Stangos. “La scelta di questo logogramma come marca tipografica esprime a pieno la cifra intellettuale e artistica di Alessandro Zanella non un aut aut superbo ed escludente, ma un et che significa attenzione alla diversità e alla molteplicità delle opzioni con cui l'arte tipografica persegue il raggiungimento di una forma perfetta”[7]. Entrambe le tirature sono costituite da ottanta esemplari e sono accompagnate da due xilografie originali, motivi decorativi nel testo e due serigrafie a più colori di Joe Tilson.
I primi due testi stampati come Ampersand sono Sul teatro delle marionette (1984) e Un coup de dès jamais n'abolira le hasard (1987).
Le prime composizioni di Zanella sono di autori stranieri con traduzione italiana, la svolta nel 1994 con la pubblicazione della collana Le carte del cielo una raccolta di autori italiani del ventesimo secolo selezionati dal bibliotecario e collezionista Sandro Bortone.[8]
Dalla fine degli anni Novanta, Zanella per supplire alla indisponibilità di nuovi caratteri in piombo, decide di apprendere la tipografia digitale e inizia a comporre i testi con il computer, testi che saranno poi da lui stesso riprodotti in matrici di polimeri. Questo gli permette di lavorare sugli alfabeti adattandoli alle proprie necessità. In particolare, per l'opera di James JoyceAnna Livia Plurabelle, stampata nel 2001 con i colleghi Gino Castiglioni e Alessandro Corubolo, fondatori della Chimèrea officina, Zanella digitalizza un alfabeto maiuscolo disegnato, ma mai realizzato tipograficamente, da Bruno Munari negli anni Trenta, che sarà utilizzato per il frontespizio e i titoli.[9]
La sperimentazione non si ferma ai caratteri, ma coinvolge i supporti su cui stampare e gli inchiostri.[10]
Nel 2006 esce dai torchi di Zanella Ecce video, una raccolta di poesie di Valerio Magrelli, per frontespizio e titoli della quale Zanella crea un set di caratteri, che nomina Monitor, ispirati alla scritta Brionvega, storico marchio di produzione di apparecchi radiofonici e televisivi. Per rendere l'idea di modernità del contenuto, inoltre, Zanella sceglie di stampare non su carta ma su una fibra di polietilene bianca, Tyvek® di DuPont, in cui anche la ricerca di un inchiostro in grado di imprimersi su supporto è frutto di lunghe ricerche e sperimentazioni. Il volume, a leporello, in cui il polimero bianco poggia su un cartoncino nero, reca impressi i testi solo sul recto (bianco) lasciando libero il verso (nero). Due incisioni di Lucio Passerini sono in nero su fondo bianco nel piatto anteriore e in bianco su nero nel piatto posteriore, le altre sei sono nel testo e quindi nero su bianco. Il volume è contenuto in una custodia in plexiglas[11].
Scrive di lui Alessandro Corubolo “Tutt'altro che uomo del passato, egli, interessato ad ogni innovazione, sia nel design grafico che nella tecnica, si teneva aggiornato e adattava al proprio linguaggio tipografico prodotti e tecniche dell'oggi, come nel caso dei caratteri digitali, che a volte ritoccava nei tratti o negli spessori anche per renderli adeguati alla stampa tipografica a rilievo una volta ottenute matrici di polimero”.[12]
L'interesse per la sperimentazione anima Zanella fino alla fine, ne è dimostrazione il volume M2. uscito postumo a cura della moglie Carla Bellini, di Alessandro Corubolo, del bibliofilo Alessandro Soldini e dell'artista Marina Bindella[13] seguendo fedelmente le precise indicazioni lasciate dallo stampatore. Questo doveva essere il primo di una serie di libri d'artista per cui Zanella aveva scelto come forma una tavola di un metro quadrato appunto intelata e ripiegata come le carte geografiche dell'Ottocento. Il volume è composto da una poesia inedita di Valerio Magrelli e da una xilografia di Marina Bindella.
All'attività di stampa Zanella affiancò quella di docenza in cui condivise con studentesse e studenti universitari, colleghe e colleghi, e semplici appassionati e appassionate il suo sapere.[14] Ha tenuto i corsi:
Composizione e Stampa (C&S) dal 2000 fino al 2010 per un totale di dodici corsi e altrettanti volumetti.
SIDVS IVLIARIVM RESVRGIT
Ventun laboratori di tipografia, promossi da Gian Paolo Marchi, per studentesse e studenti del corso di laurea in Lingue e Culture per l'Editoria dell'Università di Verona. In ogni corso tra maggio 2003 e novembre 2009 furono composti e stampati piccoli volumi, in 24 esemplari numerati spesso con inediti come Fernando Bandini, Norbert Kase,Franco Loi, Mario Luzi, Daniele Piccini, Edoardo Sanguineti e Jean-Charles Vegliante. Il nome della collana fa riferimento alla stamperia del conte Bartolomeo Giuliari che sul finire del Settecento (1795) nel palazzo di famiglia, oggi sede del rettorato dell'Università di Verona, fondò una sua tipografia.[15]
Tipografia e Xilografia (T&X) Tra il 2006 e il 2011 da cui nacquero quattro titoli.
Tipografia e Fotopolimeri (T&F) due corsi nel 2010.
ZEROKILOWATT workshop tipografici offerti da Alessandro Zanella a chiunque volesse avvicinarsi alla pratica della tipografia con carattere di piombo e della stampa eseguita con il torchio a mano.[17].
Carte del cielo (1994-2002) dieci autori italiani selezionati da Sandro Bortone tra il 1994 e il 1998, cui si aggiunge un ultimo titolo nel 2002.[18]
All'attività di stampa in proprio Zanella affiancò quella su commissione in cui lo stampatore, pur limitato dalle richieste dell'ordinante seppe sempre e comunque ricavarsi un tratto di originalità[19]
Cento Amici del Libro per loro Zanella stampa, tra il 1979 e il 2011, nove titoli, il primo con Rummonds.[20]
2001 Two Private Presses from Verona Officina Chimèrea | Ampersand. University of Washington, Seattle; University of Oregon, Eugene; University of San Francisco, San Francisco; University of Nevada, Reno; University of Utah, Salt Lake City. Le mostre si sono tenute, in varie date e durate, dal 22 febbraio al 31 maggio 2001
2002 Ampersand. Edizioni limitate di libri illustrati, Biblioteca Salita dei Frati, Lugano, 1 marzo– 12 aprile 2003.[21]
2004 SIDVUS IVLIARIVM RESVRGIT. I libri stampati al torchio dagli studenti del Corso di laurea in Lingue e cultura per l'editoria dal maggio 2003 al giugno 2004, Biblioteca centrale Arturo Frinzi, 25 ottobre-13 novembre.
2009 Stampare ad arte. Alessandro Zanella tipografo ed editore, a cura di Marina Bindella, Biblioteca Vallicelliana, Roma, 10-23 novembre 2009[22]
2010 SIDVUS IVLIARIVM RESVRGIT, Collana di libri stampati in torchio dagli studenti del Corso li laurea in Lingue e culture per l'editoria dal maggio 2003 al maggio 2009, Biblioteca centrale Arturo Frinzi, 27 gennaio-5 marzo[23]
2010 Stampare ad arte. Alessandro Zanella tipografo ed editore, Biblioteca civica "G. Tartarotti" di Rovereto, 17 settembre - 15 ottobre 2010
2013 Alessandro Zanella. Tipografo editore 1978-2012 a cura di Gino Castiglioni e Alessandro Corubolo, Biblioteca Civica di Verona, 24 aprile-18 maggio 2013[24]
2014 Con il torchio: Alessandro Zanella tipografo ed editore a cura di Alessandro Corubolo, Carla Bellini, Anita e Francesca Zanella, Biblioteca Braidense di Milano, 17 maggio-6 giugno. <ref> Il catalogo che reca lo stesso titolo della mostra è stato curato da Alessandro Corubolo e contiene testi dello stesso e di Claudio Zambianchi </ref
2015 In Biblioteca Frinzi intitolazione di una sala ad Alessandro Zanella il 16 aprile e da quella data all'11 maggio, esposizione delle ventuno sidus e alcuni materiali iconografici che ricordano la relazione di Zanella con l'Ateneo di Verona
2015 Alessandro Zanella stampatore (1955-2012) al Museo di Castelvecchio, 18 aprile al 6 maggio
Deve essere un'aria particolare quella che si respira Verona, città tutta speciale soprattutto se parliamo di libri quella che tra le altre eccellenze (gli scriptoria nella tarda latinità e nel Medioevo, la presenza attiva ancora oggi-dopo 1500 anni della biblioteca Capitolare), ha visto nascere ed operare nel secolo XV Felice Feliciano, suor Veronica, Liberale da Verona e Giovanni da Verona (scriptores e miniatori i primi, editore, tipografo del primo libro a stampa con illustrazione l'altro), che ha fatto crescere nel corso dei secoli successivi botteghe come quella dei Nicolini, del Tumerman, del Giuliari [...] La città che, più vicino a noi, ha saputo far fruttare quella straordinaria eredità accogliendo un grande maestro come Hans Mardersteig e la sua officina Bodoni [...] E soprattutto gli editori/tipografi che nel giro di pochi anni hanno di fatto creato quella che Franco Riva aveva definito la city of book, un unicum - almeno in Italia - per il numero di private press attive”. CONTÒ, 2013, p. 1 e 2015, p. I.
“Nel 1966, a Quito, in Ecuador il giovane californiano Richard-Gabriel Rummonds stampò con un tiraprove il suo primo libro: Eight parting poems, poesie da lui stesso composte e impresse per gli amici, raccolte e cucite in una copertina di colore bruno, un’anonima carta da pacchi, ossia una plain wrapper, il nome che di lì in avanti distinguerà le future edizioni”. Con il torchio p. 21. Per una narrazione in prima persona del rapporto tra lo stampatore statunitense e Zanella si veda RUMMONDS, 2013 e ID, 2015 p. 419.
A Valeggio sul Mincio Alessandro Zanella aveva due Stanhope che usava per stampare le edizioni Ampersand e anche per i corsi nei quali trasmetteva le sue conoscenze tipografiche ad altri. Entrambi i torchi recano la targa di Amos Dell'Orto, hanno basamenti in ghisa a zampe di leone e, come per tutti gli Stanhope famiglia Dell'Orto, i contrappesi sono in forma di zucca. Il primo torchio di Alessandro Zanella risale al 1854 e fu acquistato dalla Plain Wrapper Press da una tipografia di Castagnaro, nella bassa Veronese, che lo adoperava per stampare gli annunci funebri.
Al momento della chiusura della Plain Wrapper Press nel 1982, mentre Gabriel Rummonds decise di riportare negli Usa il Washington Press, egli chiese ad Alessandro di scegliere per sé uno dei due altri torchi: un Albion costruito da Luigi Ghisi a Milano nel 1884, oppure lo Stanhope costruito da Amos Dall'Orto nel 1854. Alessandro optò per lo Stanhope.
Più di vent'anni dopo Alessandro si rese conto che gli sarebbe servito un secondo torchio nella sua officina di Santa Lucia ai Monti per corsi di tipografia che stavano diventando una parte importante della sua attività. Avendo ricevuto notizie da un privato di uno Stanhope in vendita a Livorno, egli fece un sopralluogo per ispezionare Il torchio - appartenuto originariamente all’Antica Tipografia Poccetti - che giaceva in un garage, arrugginito e smontato. Così il secondo torchio venne prelevato il 25 aprile 2007 e portato per un restauro presso l'officina di Stefano Piccardi a Guidizzolo di Mantova”. CLOUGH,2013, pp. 26-27
Nati da committenze private o da personali scelte editoriali, i libri realizzati da Zanella si muovono liberamente tra fine books - ovvero libri che trovano la loro ragione d'essere nella cura assoluta di ogni dettaglio relativo alla presentazione fisica del testo- e libri d'arte, intesi come occasione di incontro tra parole e immagini fuse insieme in un rapporto inscindibile di potenziamento reciproco PERIA, 2009, p. 35
Ampersand è il sostantivo che nella lingua inglese indica la congiunzione latina “et” ossia & 🙲 & e che non trova un corrispondente termine in italiano. Nel dizionario della lingua inglese appare quale corruzione della frase and per sé and con cui a metà del xix secolo si indicava l’ultima lettera dell’alfabeto: “e di per sé e”. Il termine ampersand, quindi, quale segno di congiunzione e di unione, intreccio e nesso, legame e accavallamento è diventato, dapprima il nome della stamperia e delle edizioni e quindi, quale segno grafico disegnato con tratto calligrafico appositamente da Golda Fishbein, è apparso per la prima volta nell’edizione Persefone a indicare l’insegna tipografica. In seguito è stato la marca che ha contraddistinto le edizioni di Alessandro Zanella. Con il torchio p. 35
“Frontespizio e titolo parziali [sono stampati] con un carattere decostrutto che richiede grande attenzione da parte del lettore così come il complesso registro linguistico imposto dallo scrittore dublinese. Elaborato negli anni Trenta da Bruno Munari, come parte di un esperimento sulla leggibilità, questo carattere ancora una volta frutto dell'abilità di Zanella: l'esito della contaminazione è di grande fascino”. FONTANA 2013, p. VIII
“Progettare nello spazio perimetrato della carta e inventare una nuova grammatica, una struttura che le dia forma significa, infatti, per Alessandro Zanella penetrare il mondo poetico racchiuso nelle "possibili forme" del libro. Ogni volta si svelano nuovi equilibri, in cui il foglio acquista un suo corpo (ci fermiamo ad osservarne la trama, a riscoprirne la qualità tattile), la composizione del testo si dispone secondo equilibri estetici misti di rigore e di "colore" del bianco e nero e le immagini (mai illustrazioni didascaliche, ma sempre interpretazione ad hoc) si confrontano con l'aspetto immaginativo della parola. Tutto questo - la carta, i colori e le forme, i caratteri tipografici - circoscrive il territorio entro cui Alessandro conduce le proprie operazioni logiche e formali decifrandole attraverso il codice della tradizione tipografica, quella autentica che rinuncia alle complicazioni retoriche e rifiuta di negare la propria identità per approdare ad una forma che esprima bellezza. La “pratica del libro” diviene infatti, strumento e soluzione di un'idea creativa, in cui aspetti estetici e tecnici si incontrano, dando vita ad un oggetto complesso dalle forme molteplici in cui nulla si disgrega ma tout se tien. Alessandro sperimenta, modifica queste forme, trovando in ciascuna edizione armonie ed equilibri nuovi che si reinventano, si trasformano alla luce delle diverse occasioni editoriali che si offrono”. MERCANTI 2009, pp. 37-38
“La qualità della tipografia di Zanella è esemplare: ogni libro gli pone un problema nuovo: la forma non è data una volta per tutte, ma ogni volume (od ogni collana, composta di titoli scelti e tirati in poche copie) richiede una diversa risposta. Se un editore industriale deve, per esigenze di riconoscibilità immediata, adottare una linea visivamente uniforme, collana per collana, affinché i suoi libri siano identificabili nella concorrenza quotidiana sugli scaffali delle librerie, Zanella, titolare di una private press, può porsi la domanda su come sviluppare in una forma di volta in volta reinventatala possibilità di dialogo fra testo e immagine. Nel dispiegarsi di una varietà di risposte agli interrogativi specifici posti da ogni volume risiede la qualità sperimentale del lavoro di Alessandro: le sue opere sono sempre, naturalmente, libri, ma possono essere orizzontali o verticali, gli sfogli possono essere di due facciate, o anche di tre o di quattro. Le immagini possono stare da una parte e il testo dall’altra, ovvero mescolarsi alle parole, rincorrersi sulle due metà dello sfoglio, i testi possono essere rigorosamente incolonnati, ovvero seguire nel loro andamento il profilo delle illustrazioni. […] Un libro illustrato nasce per essere letto e guardato: lettore e riguardante coincidono e possono quindi invertirsi i ruoli. Ciò non sarebbe possibile senza un regista molto creativo che, di volta in volta, diriga con mano sicura i suoi attori e l’attenzione del pubblico” ZAMBIANCHI 2014, p. 13.
Marina Bindella, che con Zanella collabora in Poesie verticali, racconta come lavorare con lui le abbia fatto conoscere nuove prospettive da cui guardare il rapporto tra immagine e testo stampato e come il loro rapporto da lavorativo si sia fatto amicale in BINDELLA 2013
“I suoi lavori per la didattica, pur rivolti all'insegnamento a persone digiune o quasi delle tecniche di progettazione di stampa, sono stati contraddistinti dalla massima libertà progettuale. Edizioni modeste come numero di pagine e tiratura gli hanno dato un'insperata possibilità di esprimersi con il massimo di creatività e fantasia. La particolare predisposizione di Alessandro Zanella a sperimentare, variare soluzioni grafiche nella composizione, impaginazione, illustrazione, sino alla confezione presentazione del libro ha trovato in questi “piccoli” lavori la sua maggior possibilità espressiva. L'insieme di questi progetti, qualche dozzina, -una summa di esercizi di stile-nessuno uguale all'altro, compone una sorta di "manuale tipografico", dove i saggi di realizzazione del libro avrebbero potuto essere per lo stampatore un repertorio di modelli in analogia con i quaderni di disegni nei quali pittori da Jacopo Bellini a Emilio Vedova, appuntavano le loro idee, gli spunti, le forme da sviluppare in più grandi opere compiute”, CORUBOLO 2014, p. 9
Il legame con la Tipoteca Italiana Fondazione risale al 2010 con il documentario Stampare ad arte. Alessandro Zanella (riprese e montaggio Claudio Panighel - Operofilm) girato nella stamperia di Santa Lucia ai Monti in cui il tipografo, sotto lo sguardo della telecamera, racconta il suo lavoro con le parole e con i gesti per lui familiari, ma che conducono in una dimensione oggi ai più sconosciuta.
Il corso avrebbe dovuto partire nell’agosto 2012, Zanella lo presentava così: “Comporre a mano, accostare un segno dopo l’altro, parola dopo parola, fino al verso, alla pagina, al libro, tutto ciò è una lettura in sospensione del tempo è lentezza smisurata. Imprimere poesia con un torchio a mano, in poche e privatissime copie è un’azione di bellezza che muove in direzione ostinata e contraria. Stampare un libro con la sola forza del corpo e della volontà, in assenza d’elettricità è un gesto poetico è caparbia resistenza. Tutto questo è tipografia. Zerokilowatt è il programma dei workshops tipografici offerti da Alessandro Zanella per chiunque voglia avvicinarsi alla pratica della tipografia con carattere di piombo e della stampa eseguita con il torchio a mano
“Oltre novanta sono stati i titoli stampati per privati. Essi riflettono le occasioni per cui sono nati, il tipo di collana, le scelte editoriali, l’invasività, la collaborazione, il grado di mimesi tra committente curatore e stampatore, il grado di libertà di iniziativa progettuale lasciato a Zanella. Per chi si sia fatto l’occhio sul suo lavoro non è difficile identificare i progetti nei quali l’apporto dello stampatore era lasciato più libero, i suoi consigli erano più accettati. Questo vale anche nell’ambito di una committenza prestigiosa e preparata come quella dei Cento Amici del Libro”. CORUBOLO 2014, p. 9
Vittorio Sereni - Ruggero Savinio, Stella variabile, con sette litografie a colori tirate da Giorgio Upiglio Verona, Richard-Gabriel Rummonds e Alessandro Zanella, per Cento Amici del Libro, Milano 1979; Publio Cornelio Tacito - Floriano Bodini, La Germania, con sette litografie a colori tirate da Giorgio Upiglio Santa Lucia ai Monti (Verona), Alessandro Zanella, per Cento Amici del Libro, Milano 1993; Umberto Saba - Sandro Martini, Preludio e canzonette, con undici litografie e incisioni a colori, ventiquattro litografie e incisioni in bianco nero tirate da Giorgio Upiglio Santa Lucia ai Monti (Verona), Alessandro Zanella, per Cento Amici del Libro, Milano 1999; Clemente Rebora - Enrico Della Torre, Canti anonimi, con otto incisioni a colori all’acquaforte, all’acquatinta e ceramolle tirate da Giorgio Upiglio, Santa Lucia ai Monti (Verona), Alessandro Zanella, per Cento Amici del Libro, Milano 2000; Lucio Piccolo - Mimmo Paladino, Canti barocchi, con tredici litografie a colori tirate da Giorgio Upiglio Santa Lucia ai Monti (Verona), Alessandro Zanella, per Cento Amici del Libro, Milano 2005; Mario Luzi - Walter Valentini, Vetrinetta accidentale, con incisioni a colori tirate da Gianfranco Sardella Santa Lucia ai Monti (Verona), Officina Alessandro Zanella, per Cento Amici del Libro, Milano 2005; Eugenio De Signoribus - Nino Ricci, L’acqua domestica, con dieci acquetinte tirate da Pierluigi Puliti Santa Lucia ai Monti (Verona), Alessandro Zanella, per Cento Amici del Libro, Milano 2007; Carlo Gozzi - Tullio Pericoli, La semplice in cerca di spirito, con quattro acqueforti tirate da Pierluigi Puliti Santa Lucia ai Monti (Verona), Alessandro Zanella, per Cento Amici del Libro, Milano 2010; Andrea Zanzotto - Joe Tilson, Il vero tema. Poesie inedite di Andrea Zanzotto con intervento artistico di Joe Tilson. Le quattro incisioni all'acquatinta di Joe Tilson sono state tirate da Roberto Gatti e sui fogli sono stati poi impressi i testi da Alessandro Zanella con il torchio a mano nella sua Officina in Santa Lucia ai Monti, per Cento Amici del Libro, Milano 2011. Per i titoli e le immagini si rimanda a https://www.centoamicidellibro.com/wp-content/uploads/2018/09/ParoleFigurate100AmiciLibro_e_integrazione2017.pdf
Per l’occasione venne stampato un catalogo delle opere esposte con testi di Corubolo e Soldini, si veda AMPERSAND 2003. In quell’occasione il curatore della mostra, Soldini, scrive: “Le pagine dei libri stampati con Il torchio manuale da Zanella trasmettono così una rara sensazione di equilibrio compositivo non soltanto nella scelta dei caratteri e della carta e nel tipo di legatura, ma soprattutto nell'armonia con cui viene risolto il delicato rapporto tra testo e immagine. L'armoniosa naturalezza dell'equilibrio raggiunto dei libri di Zanella e lì a trovare che i volumi delle edizioni Ampersand non sfuggono al controllo del tipografo che dimostra di tenere ben saldo in mano Il timone di saper condurre il gioco, pur ricco di sperimentazioni, entro i limiti di una classicità risalenti agli albori della stampa, senza mai scadere nel vezzo di una mera giustapposizione di testo e immagine, sovente riscontrabile in molti pur apprezzabili libri d'Artista del nostro tempo”, SOLDINI 2003, p. 41
In quell’occasione Zanella stampò un piccolo catalogo delle opere con una introduzione sua e una di Gian Paolo Marchi e le schede a cura di Alessia Parolotto
Il catalogo della mostra appartiene alla collana I sedicesimi della Biblioteca Civica e porta la firma di Gino Castiglioni e Alessandro Corubolo. L’introduzione è di Agostino Contò. Scrive Fontana: “La mostra scaligera ha presentato fedelmente il suo modus operandi; non può sfuggire all’occhio anche del non esperto, come l’identità estetica dei manufatti risieda più nella filosofia attuativa che nella manifestazione di uno stile unitario, in grado di identificare le sue creazioni in base a regole compositive. La pulizia dei frontespizi, dove prevale il vuoto sul pieno, l'utilizzo mai banale dei blocchi di testo sulla doppia pagina, in cui l'armonia degli ampi margini ben si sposa con le spaziature regolari nelle righe di testo, è bilanciata - quasi a voler negare una dimensione monumentale- dal rompere giocoso delle illustrazioni mosse a volte dal colore, altre volte dal ritmo dettato dalle incisioni nero e commissionata gli artisti che più amava. Per Zanella la tipografia è divertimento e innovazione. FONTANA 2013, p VI
The Open & Closed Book: Contemporary Book Arts, Victoria and Albert Museum, London 1979.
Elenco dei libri stampati da Richard-Gabriel Rummonds & Alessandro Zanella alla Plain Wrapper Press: 1966-1980, con una nota sulla stamperia di Kenneth I. Pettitt, Verona 1980.
A Checklist of books Printed by Richard-Gabriel Rummonds & Alessandro Zanella at the Plain Wrapper Press: 1966-1980, with a note on the Press by Kenneth I. Pettitt, Verona 1980.
CAROL JOYCE, Binding Limited Editions, «Guild of Book Workers Journal», vol. xix, nn.1, 2, 1980-1981.
Il libro figurato d'autore– Esemplari della Biblioteca Comunale di Milano, Milano, Electa, 1981.
GINO CASTIGLIONI, Un'eredità di Mardersteig: i torchi tipografici in Giovanni Mardersteig stampatore editore umanista, Verona, Edizioni Valdonega, 1989, pp. 177-195.
RALPH JENTSCH, I libri d'artista italiani del Novecento, Torino, Umberto Allemandi & C., 1993
Plain Wrapper Press, 1966-1988: an illustrated bibliography of the work of Richard-Gabriel Rummonds, with bibliographic descriptions by Elaine Smyth and a foreword by Decherd Turner, W. Thomas Taylor, Austin 1993.
Mille anni di libri– un possibile percorso tra i tesori della Biblioteca Civica, a cura di Gino Castiglioni, Agostino Contò, Alessandro Corubolo e Ennio Sandal, Verona, Biblioteca Civica, 1994, n. 62, p. 145.
ALESSANDRO CORUBOLO, Private, stamperie, in Manuale enciclopedico della bibliofilia, Milano, Edizioni Silvestre Bonnard, 1997, p. 508.
Stampatori torchi libri 1895-1966, a cura di Alessandro Corubolo e Gino Castiglioni, Verona, Biblioteca Civica, [1999], n. 27, p. [14]. 125
Un tipografo fra due culture– Richard-Gabriel Rummonds, a cura di Gino Castiglioni e Alessandro Corubolo, Milano, Biblioteca di via Senato– Electa, 1999, pp. 60-84
Alessandro Zanella e le edizioni Rizzardi, Verona e Milano, in «Un secolo prima del cd-rom– L'arte del libro del Novecento italiano alle soglie del terzo millennio», Torino, Libreria Antiquaria Pregliasco, [1999] n. 75, pp. 71-74.
Artisti e libri - Trenta libri di stamperie private veronesi illustrati da artisti contemporanei, a cura di Gino Castiglioni, Agostino Contò, Alessandro Corubolo, Ennio Sandal, Verona, Biblioteca Civica, 2000, nn. 3, 4, 6, 10, pp. 6-8.
Two Private Presses from Verona– Officina Chimèrea | Ampersand, a cura di Richard-Gabriel Rummonds, Verona 2001, pp. [9-15].
RICHARD-GABRIEL RUMMONDS, Two Private Presses from Verona: Officina Chimèrea & Ampersand, in «Matrix– a review for printers & bibliophiles», The Wittington Press, n. 21, 2001, pp. 91- 99.
Ampersand– Edizioni limitate di libri illustrati: catalogo dei libri impressi da Alessandro Zanella, [testi di Alessandro Corubolo e Alessandro Soldini], Santa Lucia ai Monti, 2003.
ALESSANDRO SOLDINI, L'attività espositiva 2002-2003, in «Fogli: Informazioni dell'Associazione Biblioteca Salita dei Frati– Lugano», n. 24, aprile 2003, pp. 39-41
Preziose carte– Un viaggio nei libri d'artista, a cura di Paolo Tesi e Roberto Longi, Montepulciano, Museo Civico Pinacoteca Crociati, 2003, p. 48 (ill.).
DANIELA BRUNELLI, La collana “Sidus Iuliarium Resurgit”. Fra Private Press e University Press, in «Paratesto: rivista internazionale», Istituti Editoriali e Poligrafici Internazionali, n. 2, Roma 2005, pp. 271-285.
Una storia di carattere– Dieci anni di Tipoteca Italiana, a cura di Sandro Berra, Antiga Edizioni, Cornuda 2006, nn. 328-334, pp. 160-161.
FRANCESCA MAULI, Un Private Printer a Verona: Alessandro Zanella e Ampersand, tesi di laurea, relatore prof. Paolo Pellegrini, Anno Accademico 2005-2006.
Sidus Iuliarium Resurgit, 2003-2009: mostra bibliografica, prefazioni di Gian Paolo Marchi e Alessandro Zanella, schede a cura di Alessia Parolotto.
Stampare ad arte, Alessandro Zanella tipografo ed editore, a cura di Marina Bindella con testi di Beatrice Peria e Arianna Mercanti, Biblioteca Vallicelliana, Roma 2009.
BEATRICE PERIA, Stampare ad arte, in Stampare ad arte, pp. 7-19
ARIANNA MERCANTI Imago libris: Ampersand, in Stampare ad arte, pp. 13-17
LORENZA COSTANTINO, Studenti a bottega dal tipografo per stampare come Gutenberg, in L'Arena, 24 febbraio 2010 p. 49.
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CLAUDIA TAVELLA, Stamperie private in Italia, tesi di laurea, relatore prof. James Clough, Politecnico di Milano, Anno Accademico 2009-2010.
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GIAN PAOLO MARCHI, L'università dell'arte tipografica, in L'Arena, 19 luglio 2012, p. 48.
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Alessandro Zanella tipografo-editore veronese, a cura di Massimo Gatta, prefazione di Agostino Contò, con uno scritto di Edoardo Fontana. Macerata, Biblohaus, 2013.
MARINA BINDELLA, Oltre l'inchiostro, in Alessandro Zanella tipografo-editore veronese, pp. 1-5.
SANDRO BORTONE, Scelte editoriali della Ampersand, in Alessandro Zanella tipografo-editore veronese, pp. 7-11.
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EDOARDO FONTANA, La tipografica professione veronese di Alessandro Zanella, in Alessandro Zanella tipografo-editore veronese, pp. V-X.
GIAN PAOLO MARCHI, Il luminoso cammino del “sidus Iuliarium”, in Alessandro Zanella tipografo-editore veronese, pp. 51-55.
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Con il torchio, a cura di Alessandro Corubolo; testi di Claudio Zambianchi e Alessandro Corubolo, Valeggio sul Mincio, Ampersand, 2014.
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BARBARA SCHIAVETTA, MARIA GIOIA TAVONI, Guida per bibliofili affamati, Bologna, Pendragon, 2014, pp. 57-61
MASSIMO GATTA, Torchi ‘privati' del futuro nella private press in Italia: analisi e prospettive, in Fogli, n. 36 (2015), pp. 19-28.
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RICHARD GABRIEL RUMMONDS, Fantasies & hard knocks: my life as a printer: embellished with 65 recipes, Port Townsend, Washington: Ex Ophidia Press, 2015.
Parole figurate I libri d'artista dei Cento Amici del Libro, a cura di Sandro Parmeggiani, Milano, Skira, 2009 online la versione con aggiornamento del 2017.
LUIGI PAGLIA, Tra poesia e arte: rassegna di editori di libri d'artista italiani del Novecento, in Diacritica, a. VI, fasc. 6(36) 25 dicembre 2020, pp. 61-100.