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scacchista italiano Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Alessandro Salvio (Bagnoli Irpino, 1575 circa – Bagnoli Irpino, 1640 circa) è stato uno scacchista giureconsulto italiano.
Alessandro Salvio | |
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Nazionalità | Italia |
Scacchi | |
Categoria | Scacchista e giureconsulto del Secolo XVI-XVII |
Figlio di Donato Salvio, compì i primi studi presso il convento di San Domenico. A Napoli conseguì il dottorato in legge che lo abilitò ad esercitare la professione di giureconsulto[1]. Si unì in matrimonio con Giulia Palatuccio, sorella del barone Cesare Palatuccio. Allievo di Michele di Mauro e di Scipione Genoino, a Napoli frequentò le accademie scacchistiche dei Carafa, dei Di Costanzo e dei Rovito. Oltre ad essere uno dei più forti giocatori del suo tempo, fu anche molto abile nel gioco alla cieca. Lo stesso viceré di Napoli, Juan Alonso Pimentel de Herrera, volle vederlo giocare.
Nel 1595, ancora giovinetto, si batté a Napoli contro Paolo Boi, detto il Siracusano, ricevendo un pedone di vantaggio e rimanendo imbattuto. La sfida si ripeté solo pochi anni dopo, nel 1598, questa volta alla pari, e Salvio riuscì vincitore.
Anche il suo contributo teorico fu notevole, specie per quanto riguarda il Gioco piano e il Gambetto di re la cui variante: 1.e4 e5 2.f4 exf 3.Cf3 g5 4.Ac4 g4 5.Ce5
prende il nome di Gambetto Salvio[1][2].
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