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film del 2018 prodotto, scritto e diretto da Paul Greengrass Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
22 luglio (22 July) è un film del 2018 prodotto, scritto e diretto da Paul Greengrass.
22 luglio | |
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Titolo originale | 22 July |
Lingua originale | inglese |
Paese di produzione | Islanda, Norvegia, Stati Uniti d'America |
Anno | 2018 |
Durata | 144 min |
Rapporto | 1,85:1 |
Genere | drammatico |
Regia | Paul Greengrass |
Soggetto | Åsne Seierstad |
Sceneggiatura | Paul Greengrass |
Produttore | Paul Greengrass, Eli Bush, Gregory Goodman, Scott Rudin |
Produttore esecutivo | Chris Carreras |
Casa di produzione | Scott Rudin Productions |
Distribuzione in italiano | Netflix |
Fotografia | Pal Ulvik Rokseth |
Montaggio | William Goldenberg |
Effetti speciali | Pal Morten Hverven |
Musiche | Sune Martin |
Scenografia | Liv Ask |
Interpreti e personaggi | |
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Doppiatori italiani | |
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Tratto dal libro Uno di noi - La storia di Anders Breivik (One of Us) di Åsne Seierstad,[1] il film racconta la vera storia degli attentati del 22 luglio 2011 in Norvegia per mano dell'estremista di destra Anders Breivik, attraverso la vita di uno dei sopravvissuti, Viljar Hanssen.
Anders Behring Breivik è nell'appartamento di sua madre e finisce il suo manifesto su un computer; contemporaneamente il Primo Ministro norvegese, Jens Stoltenberg del Partito laburista, sta esaminando i dettagli di un incontro imminente programmato con i ragazzi del campo estivo della Lega dei Lavoratori della Gioventù (AUF); i ragazzi (tutti adolescenti) sono arrivati sul campo sull'isola di Utøya a Tyrifjorden, Buskerud. Il campo è stato organizzato dall'AUF, la divisione giovanile del partito norvegese del lavoro al potere.
Breivik si veste in uniforme da poliziotto, carica un furgone bianco con esplosivi fatti in casa e guida fino al luogo del primo attacco a Oslo, all'interno del Regjeringskvartalet, il quartiere governativo esecutivo norvegese. Il furgone è parcheggiato illegalmente di fronte all'edificio che ospita l'ufficio del primo ministro Stoltenberg. Una guardia di sicurezza che guarda su CCTV vede Breivik nel parcheggio vestito in uniforme lasciare il furgone; insospettita, la guardia verifica la targa per scoprire se il furgone appartiene alle forze dell'ordine; quando gli viene detto che il furgone non è uno di loro, la guardia va fuori a ispezionare il furgone - un secondo dopo il furgone esplode, tra fiamme e detriti, provocando un effetto a catena sull'edificio e area circostante.
Sull'isola, i ragazzi sono riuniti in una stanza per un gioco di conoscenza chiamato: Se fossi il primo ministro. Uno degli studenti, Viljar Hanssen, proviene da una piccola città delle Svalbard. Si alza di fronte alla stanza e dice che se fosse il Primo Ministro si sarebbe assicurato che a tutti fosse data l'uguaglianza; spiega che nella sua città tutti lavorano fianco a fianco indipendentemente dalla nazionalità.
Breivik sta dirigendosi verso l'isola in un'altra auto, quando alla radio sente parlare dell'esplosione. Si presenta al luogo di imbarco per l'isola spiegando a due impiegati di essere stato inviato per proteggere l'isola, in seguito all'attentato a Oslo. La ragione pare credibile e il direttore del campo lo accompagna sull'isola su una barca.
Sull'isola, il capo della sicurezza, dopo aver chiacchierato amichevolmente con lui, si insospettisce e chiede di vedere il suo documento d'identità. Breivik lo fredda sul posto con un colpo di pistola e tira fuori il suo fucile d'assalto. I ragazzi sentono i colpi e iniziano a scappare e urlare mentre Breivik inizia a sparare contro di loro.
Gruppi di ragazzi sono sparsi per l'isola, ma sono praticamente intrappolati perché l'unica via di fuga dall'isola è in barca. Breivik entra in una delle case dove si nascondono alcuni adolescenti. Sulle pareti ci sono manifesti che invocano confini aperti, tolleranza e unità. Breivik schernisce i ragazzi dicendo che oggi moriranno a causa del loro essere elitisti liberali e socialisti. Uccide tutti nella stanza. Altri ragazzi sono sparsi per l'isola cercando di sopravvivere, compreso un gruppo che decide di scendere su un argine roccioso sulla spiaggia. Viljar è in grado di ricevere un segnale cellulare e chiama sua madre per dirgli che c'è una sparatoria sull'isola.
Si scatena il caos mentre a Oslo i primi soccorritori stanno cercando di gestire la situazione conseguente all'attentato dinamitardo, finché non si inizia a parlare anche del secondo attacco sull'isola. Breivik trova il gruppo sull'argine e inizia a sparare, Viljar viene colpito e dice a suo fratello minore Torje di lasciarlo e andare avanti. Viene colpito più volte, e uno degli spari lo ferisce alla testa. Una squadra militare viene infine inviata sull'isola dove trova Breivik, che si arrende senza incidenti. Viene fatto prigioniero e riportato a terra per essere interrogato.
Diventa subito chiaro che non si trattava di un attacco terroristico islamista, ma di un attacco terrorista bianco di estrema destra. Durante il suo primo interrogatorio, Breivik afferma che ci sarà un terzo attacco al suo segnale, e che ce ne sono altri nella sua organizzazione, ma gli agenti si rendono subito conto che è un "lupo solitario".
All'indomani degli attacchi, il Primo Ministro tiene un rapido discorso al popolo norvegese, informando di aver avviato un'indagine sugli attacchi che hanno causato 77 morti e centinaia di feriti. Il primo ministro si dice turbato dal fatto che le autorità non siano state in grado di intercettare Breivik mentre ordinava online i materiali per fabbricare la bomba; lo si accusa che il governo norvegese stava solo monitorando attivamente i musulmani e non altri, come i suprematisti bianchi.
Breivik richiede l'assistenza legale di un avvocato di nome Geir Lippestad, che non ha idea di chi sia Breivik, se non che sia l'autore degli attacchi. Alla domanda sulla motivazione della scelta, Breivik dice di ricordarsi di Lippestad quando difendeva un nazista. Il pastore si prende coscienziosamente cura del suo cliente, coerentemente con la propria etica professionale.
Lippestad tenta di ottenere il riconoscimento di infermità mentale per Breivik, nonostante le reazioni rabbiose di chi sa che in tal modo verrà ricoverato ma non incarcerato; Breivik risponde però a Lippestad di voler essere dichiarato capace di intendere e di volere, così da poter promuovere le sue convinzioni nazionaliste bianche.
Mentre Lippestad cerca di giustificare la necessità di difendere qualcuno come Breivik e gestisce gli sconvolgimenti che ciò causa nella sua famiglia, Viljar sopravvive alle ferite da sparo causate da Breivik, pur soffrendo di PTSD (disturbo da stress post-traumatico) e dovendo sottoporsi a molteplici interventi chirurgici e una terapia fisica rigorosa, mentre lui e la sua famiglia cercano di riprendere vite normali. Breivik, nel frattempo, viene incarcerato.
Il film è stato presentato in concorso alla 75ª edizione della Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia il 5 settembre 2018.[2] Nella stessa settimana è stato proiettato al Toronto International Film Festival.[3] È stato distribuito il 10 ottobre 2018 attraverso Netflix, in tutti i territori in cui il servizio è disponibile.[4]
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