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alpinista francese Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Éric Escoffier (L'Arbresle, 9 agosto 1960 – Broad Peak, 29 luglio 1998) è stato un alpinista e guida alpina francese. Tra i più forti alpinisti francesi degli anni '80, è famoso per le sue imprese sul Monte Bianco come diverse prime salite in libera, prime invernali e concatenamenti. Si è dedicato anche all'alpinismo himalayano arrivando a salire cinque ottomila. È scomparso nel 1998 insieme al compagno di salita Pascale Bessières durante l'ascensione del Broad Peak.[1]
Pratica da giovane il nuoto e la ginnastica artistica, esercitandosi alle parallele, agli anelli e al cavallo. A causa di un infortunio al polso deve abbandonare la carriera agonistica. Da quel momento si dedica alle camminate in montagna e dal 1980 anche all'arrampicata. Svolge il servizio militare a Chamonix presso il Groupe Militaire de Haute Montagne (GMHM), dove conosce Christophe Profit e inizia a praticare l'alpinismo sul Monte Bianco.[2][3]
Nel 1983, a soli 23 anni, Escoffier realizza un gran numero di imprese sul Massiccio del Monte Bianco. Sale per la prima volta in libera la via Bonatti-Ghigo sul Grand Capucin (insieme a Thierry Renault, Jean-Baptiste Tribout e D.Chambre)[4], la Direttissima Americana all'Aiguilles du Dru (con Profit, Thierry Renault e Pascal Etienne)[5] e la Via Americana all'Aiguille du Fou. Riesce nella prima invernale dell'Hypercouloir del Brouillard (con Profit e Pierre Royer) e della Via Frost-Harlin (con A. Estève e Pierre Royer) sul Monte Bianco e della MacIntyre-Colton[6][7] e della Via degli Sloveni[8] con Daniel Lacroix sulle Grandes Jorasses.
Negli stessi anni effettua anche difficili concatenamenti come:
Nel 1985, appena venticinquenne, si reca in Himalaya, nella catena del Karakoram e balza agli onori della cronaca per la salita di tre ottomila in soli venti giorni.[13] Il 15 giugno raggiunge la cima del Gasherbrum II e il 22 giugno quella del Gasherbrum I. Si sposta quindi al campo base del K2 e in tre giorni, dal 4 al 6 luglio sale anche il K2 per lo Sperone degli Abruzzi. Durante la discesa dal K2 muore il suo amico e compagno di molte scalate Daniel Lacroix detto Javel. Prima di tornare in Francia tenta un quarto ottomila, il Broad Peak, ma si deve fermare a 7400 m per il brutto tempo.
Ritornato dalle spedizioni himalayane tenta un concatenamento non ancora realizzato: la salita in inverno delle tre grandi nord: Grandes Jorasses, Eiger e Cervino. In questa impresa è in competizione con Profit, il quale aveva già ottenuto la salita in 24 ore delle tre nord il 25 luglio 1985. Il 12 marzo 1987 Escoffier parte sull'Eiger e Profit sulle Grandes Jorasses (sperone Croz). La poca conoscenza dell'Eiger da parte di Escoffier porta però in vantaggio Profit che chiude per primo l'impresa in 42 ore.[14]
La notte dell'11 settembre 1987 ha un grave incidente d'auto lungo le Gole di Arly nell'Alta Savoia: la sua auto esce di strada e va a colpire delle rocce. Rimane emiplegico al 35% nella parte sinistra. Nonostante questo con molta rieducazione riesce a tornare a praticare l'alpinismo.[15]
Solo due anni dopo, nel 1989, è a scalare l'Everest con la spedizione Turbo Everest ma si deve fermare a 7800 m per il brutto tempo. Nel 1997 decide di voler scalare entro il 2001 i 14 ottomila e le Seven Summits, le sette montagne più alte di ogni continente. Nell'ottobre 1997 sale il suo quinto ottomila, il Cho Oyu.
L'anno successivo, il 1998, è sul Broad Peak. Il 28 luglio bivacca a 7800 m con Pascale Bessières al colle del Broad Peak. Il giorno dopo vengono avvistati per l'ultima volta sulla cresta tra il colle e la vetta. Da quel momento i due sono dati per dispersi e i corpi non furono ritrovati.[16][17]
Nel seguente elenco sono riportate alcune delle salite più significative di Éric Escoffier sulle Alpi.
Nel 1988 fu scelto da Infogrames come testimonial per il videogioco di alpinismo Chamonix Challenge, dove Escoffier prestò il volto al personaggio principale, apparendo anche nella schermata iniziale.[20]
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