Utente:Rodolfo Baraldini/Sandbox6
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https://mattiolihealth.com/wp-content/uploads/2018/03/QUADERNO-dermatologia-I-2013-GANASSINI.pdf prurito intimo
http://manualidimedicina.blogspot.com/2015/07/esame-obiettivo-segnisintomi-generali.html
https://dermnetnz.org/topics/pruritus
Il prurito è una particolare sensazione cutanea che induce a grattarsi. È fisiologico quando la sensazione pruriginosa è di modesta entità, causata da stimoli banali di cui tutti abbiamo esperienza. Assume invece un significato patologico quando l’intensità della sensazione è tale da alterare lo stato di benessere, con il rischio che la reazione di grattamento determini danni secondari a carico dell’area interessata. Se la sensazione perdura per più di 6 settimane si tratta allora di prurito cronico (PC). L’ipercnesi (IC) è invece uno stato di aumentata sensibilità al prurito. Le cause primitive del prurito sono diverse e si suddividono in esogene (fisiche/ambientali, chimiche, parassitarie, iatrogene) ed endogene (tossiche, nervose). Occorre ricordare che il prurito patologico può essere sintomo di malattie dermatologiche o sistemiche, ma può verificarsi anche al di fuori di queste condizioni e comunque in situazioni nelle quali è arduo stabilirne la causa. In questo caso la definizione classica di prurito sine materia dovrebbe essere abbandonata in favore di quella di prurito idiopatico (PUO: pruritus of unknown origin) (1). Sul piano clinico distinguiamo il prurito in localizzato e diffuso, in funzione della sede di manifestazione, e in acuto, cronico e ricorrente, in funzione della durata. La complessità di inquadramento tassonomico è indice diretto della frequenza del sintomo. Nella tabella 1 proponiamo una classificazione sintetica delle principali forme e cause del prurito con alcuni esempi di etiologia più comune.
- Colestasi gravidica È una malattia del fegato che colpisce circa l'1-2% delle donne in gravidanza e che, se trascurata, può provocare complicanze anche serie al bebè. Si manifesta alla fine del secondo o all'inizio del terzo trimestre di gravidanza e il sintomo tipico è un prurito molto intenso della pelle: all'inizio quella di mani e piedi, poi poco a poco di tutto il corpo. Le donne colpite da colestasi venvono attentamente monitorate durante la gravidanza e in genere si programma il parto già dalle 37 settimane.
- Eruzioni atopiche della gravidanza Il termine si riferisce a forme di eczema con prurito che si manifestano in genere nel primo o secondo trimestre di gravidanza, in donne che hanno una storia personale di dermatite atopica, anche se magari non ne soffrono più dall'infanzia. Per quanto possa essere fastidiosa non comporta rischi per la gravidanza, la mamma e il bebè.
- PUPPP Si tratta di un'orticaria abbastanza rara che si manifesta con la comparsa di placche e papule pruriginose tipicamente su pancia, sedere e cosce. Interessa in genere le prime gravidanza ma non le successive e non è pericolosa né per la mamma né per il nascituro.
- Pemfigoide gestazionale Malattia molto rara (un caso ogni 10 mila gravidanze) con base auto-immunitaria. Inizia con un intenso prurito al quale fa seguito la comparsa di caratteristiche lesioni della pelle (placche, papule), che infine diventano bolle. Può essere associato a rischi per il bambino, in particolare di parto pretermine e basso peso alla nascita. Poiché gli autoanticorpi prodotti dalla mamma passano attraverso la placenta, può esserne affetto anche il neonato, ma in modo lieve e temporaneo.
https://www.focus.it/comportamento/psicologia/perche-grattarsi-fa-venire-ancora-piu-prurito
![](http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/f/f7/Nuvola_apps_important.svg/18px-Nuvola_apps_important.svg.png)
Il prurito è una iperestesia cutanea dove l'eccitazione nervosa provoca una sensazione che induce il desiderio o il riflesso di grattarsi. Molti tentativi sono stati fatti per classificarlo come un'esperienza sensoriale, ma non si è mai arrivati ad una chiara definizione.
Il prurito é definito come un’iperestesia cutanea che origina dalle fibre nervose nocicettive poste negli spazi interpapillari del derma sotto l’epidermide e che sfrutta la via spino-talamica, pertanto viene inteso come un dolore a bassa soglia.[17]
È fisiologico quando la sensazione pruriginosa è di modesta entità o causata da stimoli di cui abbiamo esperienza. Può assume un significato patologico quando l’intensità della sensazione è tale da compromettere il benessere della persona, con il rischio che grattandosi si arrivi a provocare irritazione e/o lesioni dell’area interessata. il prurito patologico può essere sintomo di malattie della pelle, di neuropatie ( lesioni ai nervi ) o di una malattia sistemica (rene, fegato, ecc.), ma può verificarsi anche al di fuori di queste condizioni e comunque in situazioni nelle quali è arduo stabilirne la causa.
È stato dimostrato che esso è la seconda modalità di nocicezione[18] e possiede molte somiglianze con il dolore. Mentre entrambe sono esperienze sensoriali spiacevoli, i loro modelli comportamentali di risposta sono diversi. Il dolore crea un riflesso di ritiro, mentre il prurito porta al grattarsi[19]. Entrambe le fibre nervose amieliniche deputate a rilevare il prurito e il dolore hanno origine nella pelle. Tuttavia, le loro informazioni vengono trasferite al sistema nervoso centrale attraverso due distinti sistemi che utilizzano entrambi gli stessi fasci nervosi e il tratto spinotalamico.[20][18]Le terminazioni nervose delle fibre deputate a veicolare la sensazione di prurito sono sensibili a mediatori dell'infiammazione, come l'istamina, e alla mucunaina.[21]