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Trombosi venosa profonda
flebotrombosi, ovvero la formazione di un trombo all'interno di una vena, che colpisce prevalentemente il circolo venoso profondo degli arti inferiori / Da Wikipedia, l'enciclopedia encyclopedia
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La trombosi venosa profonda (TVP) è una flebotrombosi, ovvero la formazione di un trombo all'interno di una vena, che colpisce prevalentemente il circolo venoso profondo degli arti inferiori; le trombosi associate alle vene degli organi addominali (visceri), come le trombosi della vena porta, della vena renale o la sindrome di Budd-Chiari, sono patologie distinte ed escluse dall'ambito di applicazione di questa definizione.[1][2]
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Trombosi venosa profonda | |
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Specialità | cardiologia |
Classificazione e risorse esterne (EN) | |
ICD-9-CM | 453.40 |
ICD-10 | I80.2 |
MedlinePlus | 000156 |
eMedicine | 1911303 |
Segni non specifici possono includere dolore, gonfiore, arrossamento, calore e turgore delle vene superficiali. L'embolia polmonare, una complicanza potenzialmente pericolosa per la vita, è causata dal distacco (embolizzazione) di un trombo che, seguendo la circolazione venosa in direzione del cuore, si incunea in una delle diramazioni dell'arteria polmonare, ostacolando, in maniera più o meno estesa a seconda del vaso interessato, la perfusione dei polmoni; la TVP e l'embolia polmonare costituiscono un unico processo patologico, noto come tromboembolia venosa. Un'altra complicazione della TVP è la sindrome post-trombotica, che contribuisce in modo significativo ai costi sanitari.[3]
Nel 1856, il patologo tedesco Rudolph Virchow postulò che la trombosi venosa fosse il risultato dell'interazione di tre processi, ora conosciuti come «triade di Virchow»: una diminuzione del flusso sanguigno (stasi venosa), un'aumentata tendenza alla coagulazione del sangue (ipercoagulabilità) e alterazioni a carico delle pareti dei vasi sanguigni. La patogenesi della TVP inizia, in genere, all'interno delle valvole delle vene della regione surale, al cui interno si innescano alcuni processi biochimici, agevolati dalla relativa povertà di ossigeno che il sangue presenta in questa regione. Diverse patologie aumentano il rischio di trombosi venosa profonda, tra cui il cancro, traumi e la sindrome da anticorpi antifosfolipidi; altri fattori di rischio includono l'età avanzata, interventi chirurgici pregressi, lunga immobilizzazione (come con il riposo a letto, gessi ortopedici e voli di lunga durata), uso di contraccettivi orali, gravidanza, puerperio e altri fattori genetici, come un gruppo sanguigno non 0 o essere affetti dalla sindrome di Klinefelter.[4] L'incidenza aumenta enormemente dall'infanzia alla vecchiaia; in età adulta, circa 1 individuo su 1000 all'anno svilupperà TVP.[5][6]
Gli individui sospettati di soffrire di trombosi venosa profonda possono essere valutati usando una regola di previsione clinica come il punteggio di Wells; può anche essere utilizzato anche il dosaggio del D-dimero per aiutare la diagnosi o per segnalare la necessità di ulteriori indagini.[7] La diagnosi è più comunemente fatta grazie all'ecografia delle vene sospette. Il trattamento di scelta si basa sull'uso di farmaci anticoagulanti, in particolare eparina a basso peso molecolare e antagonisti della vitamina K; indossare calze a compressione graduata sembra ridurre il rischio di sindrome post-trombotica. La prevenzione per i soggetti a rischio può includere frequenti passeggiate, esercizi fisici, assunzione di aspirina, indossare calze a compressione graduata e l'uso di dispositivi per la compressione pneumatica intermittente.[8]