Torri e palazzi dei Roero
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Le torri e i palazzi dei Roero in Asti sono edifici medievali ubicati nel Rione San Martino-San Rocco, nell'area compresa tra piazza San Giuseppe, via Roero, via Quintino Sella e piazza San Martino. I Roero, o "Rotari" una delle maggiori famiglie della nobiltà[1] appartenente alle casane astigiane, cominciarono ad occupare l'area all'inizio del XIII secolo e, grazie all'aumento dei propri profitti ottenuti dal commercio e dal prestito di denaro su pegno, aumentarono in modo esponenziale la colonizzazione dell'area. Sul finire del XIII secolo, il Comune di Asti, grazie al finanziamento delle famiglie mercatali fu in grado di tessere una proficua rete di alleanze e accordi commerciali. La lega che il Comune strinse con Pavia, Genova e il Marchese di Saluzzo, portò alla disfatta dell'esercito Angioino[2] e gli permise di dominare sulla maggior parte del Piemonte centro-meridionale. L'aumento del peso politico astigiano sul Piemonte portò di conseguenza un aumento demografico e urbanistico della città di Asti per tutto il XIV secolo. La carta del Laurus del XVII secolo mostra quante ancora erano le caseforti e le torri nell'abitato cittadino e lascia solamente ipotizzare quale fosse il reale assetto urbano nel periodo di massima espansione trecentesco.[3]
Anche la densità delle abitazioni dei Roero presenti nella zona di San Martino aumentò proporzionalmente all'influenza e all'espansione della famiglia. Il potere dei Roero divenne tale che nel XIV secolo ospitarono l'imperatore Enrico VII di Lussemburgo. Al termine del soggiorno, l'Arrigo di dantesca memoria[4] in segno di riconoscenza elargì alcuni privilegi che permisero alla Contrada di essere considerata un territorio "franco" e inviolabile rispetto agli altri quartieri cittadini assumendo una connotazione di extraterritorialità.[5] Anche sotto l'imperatore Carlo V, la famiglia ebbe particolari privilegi. Ad essa venne concesso di dare diritto d'asilo in un loro palazzo della Contrada.[6]
La zona per secoli venne indicata come contrada Roera e il toponimo rimase fino alla fine dell'Ottocento.
Ecco come appariva la città di Asti all'inizio del XVII secolo. Le torri, nel periodo medievale, erano probabilmente più numerose, anche se molte di quelle iniziate non furono mai portate a termine per l'impossibilità economica delle casane di poterne sostenere gli alti costi di costruzione.
(Incisione in rame di Jacopo Lauro denominata "Asti, Nobilissima città del Piemonte 1639" dal libro di Guido Antonio Malabaila, Compendio historiale della città d'Asti. Roma 1638).